mercoledì 17 aprile 2013

Lite a distanza fra Guaiti e Formisano

Dal Giornale di Vicenza

mercoledì 17 aprile 2013 CRONACA, pagina 13
I banchi del Pd in Sala Bernarda
«Variati e il Pd non vogliono consigliere comunali liberi ma solo delle pedine compiacenti che alzino in silenzio la mano e approvino tutto ciò che fa l´amministrazione».
Sandro Guaiti, dopo i primi commenti in sordina, alza il tono e polemizza per il fatto di non essere stato ricandidato nel Pd. Dice di essere stato escluso perché «scomodo». «Si dice che avrei presentato “troppe interrogazioni” e quindi “ho disturbato il manovratore”: questa critica è inaccettabile perché il ruolo di consigliere mi impone di trasmettere al sindaco tutte le problematiche che vengono dai cittadini». Con queste argomentazioni, dopo l´esclusione, Guaiti ha raccolto 300 firme sotto un appello dal titolo: «Variati ha bisogno di chierichetti, non di consiglieri».
Ecco allora che, a distanza, via Facebook, gli replica Federico Formisano, capogruppo Pd. Si firma ironicamente “il capo dei chierichetti”: «Sandro Guaiti è una brava persona ed io non voglio fare polemica con lui. Ma chi si permette di usare le sue parole o il suo personale tormento è una persona che non merita il mio rispetto». E qui il riferimento è al Movimento 5 stelle che ha attaccato la coalizione variantiana per il “caso Guaiti” . Formisano puntualizza alcune questioni: «Se un consigliere presenta cento interrogazioni può dare fastidio a chi deve rispondergli ma sta facendo il suo ruolo in pieno. Ma non è questo che si imputa a Guaiti. Il problema è un altro: capire fino a che punto l´indipendenza di un consigliere può spingersi». Formisano ricorda l´importanza della governabilità e dell´appartenzana ad una maggioranza: «Nel corso di un mandato un consigliere è chiamato a condividere alcune decisioni strategiche importanti». E ricorda che sulla scelta di far uscire Aim dalla gestione “in house” Guaiti si è astenuto, e si è assunto «la responsabilità di una decisione grave», così come quando ha «abbandonato» il consiglio comunale quando si rinnovava la fiducia al presidente dell´Ipab «vittima di un attacco politico inaudito». E conclude: «Non è una questione di chieri- chetti o di scaldabanchi. È una questione di responsabilità».M.SC.

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