sabato 17 dicembre 2011

La manovra economica

Il giochino a cui si applicheranno d’ora in poi i partiti politici che ( a parole) sostengono il Governo Monti sarà molto semplice:

-          Prendere le distanze dai provvedimenti ritenuti iniqui o impopolari e detrattori di voti;

-          Assumere sempre e comunque la paternità di tutte le modifiche che hanno un impatto positivo sull’opinione pubblica, quale l’aumento del tetto per il blocco dell’incremento delle pensioni.

-          Manovrare attraverso il loro potere d’interdizione e di contrasto per far sì che determinate riforme non passino facendo l’occhiolino alle lobby dei tassisti, dei professionisti, dei farmacisti, ecc.

-          Non dire mai a parole di essere contrari allo stesso Governo,  lasciando di volta in volta ai Giornali di partito, quando non di famiglia di attaccare Monti e i suoi Ministri, oppure ai Sindacati, oppure alle Associazioni di Categoria.

E’ una strategia sottile che cercherà di scompaginare un quadro politico in costante movimento in vista di elezioni politiche da tenersi o nella Primavera del 2012 o alla naturale scadenza del 2013.

Un mese fa l’Italia era sotto la morsa di un attacco concentrico della speculazione che stava facendo arrivare la nostra economia al punto di non ritorno.

I dati della Confindustria, di Banca d’Italia, dell’Istat per una volta erano concordi. Nel 2012 l’Italia è un paese destinato alla recessione, privo di un governo attendibile sul piano internazionale,  incapace di produrre serie misure per far partire la crescita, lacerato dalle divisioni interne della maggioranza.

Quello che bisogna avere ben chiaro nel momento in cui si esamina una manovra economica come quella attuata dal Governo Monti è il quadro di partenza: dopo che nell’ultimo decennio, Berlusconi con la complicità della Lega ha sgovernato il paese, dopo che l’Italia ha perso posizioni sul piano internazionale, ha mancato quasi tutti gli obiettivi di crescita, ha trascurato la ricerca, ha incrementato in maniera esponenziale la disoccupazione giovanile, ha creato un fenomeno strisciante di sottoccupazione e di precariato, ecc. la mazzata non poteva non arrivare.

Alla luce di queste considerazioni è condivisibile la manovra, nel suo insieme, fatta dal Governo? Non posso che rispondere di no. Monti ha cercato di agire in maniera indipendente, ma il fatto di dover dipendere comunque dai voti del Parlamento, lo ha obbligato a una ginkana fra le parti che comunque, si riverbera nell’impostazione della manovra.

E’ inutile ribadire che io avrei personalmente preferito un’azione fiscale più incisiva, un intervento sui patrimoni, una politica più spinta sulle privatizzazioni.

Che avrei preferito interventi sui costi della politica di grande incisività che ancora non riesco ad intravvedere.

E dal mio punto di vista continuare ad intervenire nel settore delle pensioni sta diventando un tormentone che non trasmette certo sicurezza al paese. Da osservatore obbligato anche per il mio lavoro (sono un dipendente dell’INPS) non posso che ribadire che il sistema pensionistico italiano, passato attraverso sette riforme in venti anni, sta andando verso l’equilibrio e che ormai sarebbe giunto il momento di dare certezze e garanzie a chi lavora.

Nel settore le riforme da attuare (rimaste finora nella canna del fucile di Monti) sono la distinzione fra previdenza ed assistenza, la riforma dei meccanismi di controllo attraverso l’unificazione dei corpi ispettivi (oggi Guardia di Finanza, Agenzia delle entrate, Ispettorato del Lavoro, INAIL e INPS agiscono senza un reale coordinamento), l’unificazione degli Enti previdenziali e delle casse (attuata in parte).

Considero che la reintroduzione dell’ICI sia ineludibile: non erano maturi i tempi per un’abolizione che ha prodotto gravi danni al Bilancio dello Stato e non creato certe ricchezza nei cittadini. E soprattutto ha determinato un impoverimento delle casse comunali che ha prodotto effetti depressivi che oggi sono sotto gli occhi di tutti.

Insomma si poteva fare meglio. Ma valutando da dove siamo partiti e come siamo arrivati alla nascita di un Governo Tecnico, ritengo che complessivamente questa manovra sia accettabile.

E che responsabilmente dobbiamo renderci conto che solo una politica di grande rigore in questo momento può salvarci da un triste salto nel vuoto.

Pubblicato su VicenzaPiù del 17/12/2011  

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