giovedì 6 ottobre 2011

Lettera aperta a Laura Puppato

Federico Formisano, Capogruppo Partito Democratico - Cara Laura l'hai fatta fuori dal boccale!


Se in Italia in questo momento esiste un punto di riferimento questo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo dicono i sondaggi secondo i quali l'80% dei cittadini è con il suo Presidente. La ferma presa di posizione del Presidente sulla questione secessione è assolutamente condivisibile. E non può essere minimamente messa in discussione.



I nostri valori democratici ci portano ad affermare, senza se e senza ma, che l'Italia è una ed indivisibile. Non capisco quindi le affermazioni del capogruppo in Regione, Laura Puppato pubblicate oggi sui giornali con ampia eco. Dire che il Presidente della Repubblica fa il gioco della Lega è una sciocchezza colossale.

La Lega adegua le sue strategie alle convenienze politiche: in un momento di grande difficoltà con un leader appannato e criticato dalla sua stessa base, bisognosa di smarcarsi rispetto alla carente azione del governo, rilancia con una proposta che non ha alcuna possibilità di applicazione.

Mentre il federalismo avanza stentatamente ed i passi fatti sono inadeguati rispetto alle attese, ecco spuntare dal cappello a cilindro la proposta di scindere il nostro paese, di rinnegare un percorso risorgimentale, costato sacrifici e vite umane, di tornare ad un Medioevo buio del nostro paese.

Il Presidente della Repubblica ha dimostrato senso dello Stato reagendo con prontezza e con decisione e ribadendo i punti fermi di un sentire comune.

La sua azione va sostenuta senza incertezze. Chiedo alla capogruppo in Regione, di cui stimo l'intelligenza e la disponibilità al dialogo, di fare prontamente marcia indietro rispetto alla posizione espressa pubblicamente nei giorni scorsi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho scoperto solo ora questo commento facendo un commento in rete su Puppato. L' immagine di Puppato che piscia fuori della tazza fa un po' schifo, ma rende l' idea.
In ogni caso Puppato e' un caso di politichese disonesto