sabato 20 agosto 2011

Crisi e alluvione: sos a Porta Padova


Gian Marco Mancassola sul Giornale di Vicenza

Si contano quindici negozi chiusi nel giro di poche decine di metri
Formisano: «Mancano posteggi e c'è il pericolo di allagamenti»

Domenica 14 Agosto 2011

Sos Porta Padova. L'alluvione di Ognissanti ha alimentato una crisi strisciante che oggi si tocca con mano. La misura uno dei leader della maggioranza che governa palazzo Trissino. Federico Formisano, capogruppo del Partito democratico, è preoccupato e manifesta il suo stato d'animo in una lettera aperta al sindaco Achille Variati, per invocare un'azione mirata volta al rilancio di un'ampia fetta di centro storico. «Soprattutto dopo il 1° novembre 2010 quest'area è profondamente cambiata - è la fotografia di Formisano - da ponte degli Angeli all'incrocio di corso Padova ho contato una quindicina di attività commerciali chiuse o in cerca di chi le prenda in affitto. Molte botteghe da tempo sono state riconvertite in garage. L'alluvione ha provocato un ulteriore impoverimento della zona e questo fatto è indiscutibile».

VACCHE MAGRE. Il capogruppo dei democratici seleziona quattro cause della crisi che abbraccia un triangolo urbano che tocca anche le contrade di Santa Lucia, San Pietro e San Domenico. Primo: difficoltà logistiche nella sosta e nella mobilità. Secondo: scarso appeal commerciale e artigianale. Terzo: arredo urbano carente che impoverisce la dimensione estetica della zona. Quarto: rischio idraulico per l'esposizione alle piene del Bacchiglione. «Sappiamo tutti che questi non sono i momenti delle vacche grasse per le casse comunali, ma con qualche sforzo e un po' di fantasia è possibile attuare interventi minimi, dai costi ridotti, in grado di rilanciare l'area».

MOBILITÀ. Formisano propone alcune soluzioni per uscire dal tunnel: «Da tempo i commercianti denunciano il problema dei parcheggi. Ora c'è una possibilità da sfruttare». E indica l'area di via Legione Gallieno confinante con la scuola di Porta Padova liberata dal deposito di materiali edili che la occupava: «Dialoghiamo con i privati, quell'area sarebbe preziosa anche per chi fa visita al Salvi e a Villa Berica». In viale Margherita lancia l'idea del senso unico in uscita dal centro, per creare percorsi ciclabili e corsie per i bus. In via IV Novembre il senso unico dovrebbe invece essere in entrata. «È doveroso un intervento sull'arredo urbano: non solo nuovo asfalto, ma anche punti luce e fioriere». Altra priorità è la risoluzione del problema idraulico, con interventi da coordinare con la Regione.

ECONOMIA Infine Formisano propone un pacchetto di misure per sostenere il commercio e l'artigianato, a partire da un tavolo di confronto con gli operatori. Tra le richieste: agevolazioni fiscali e tariffarie su rifiuti, Ici, plateatico;aiuti alle botteghe storiche, studiando forme di apprendistato per i giovani. Restauratori, orafi, calzolai, pellicciai, corniciai: un tempo qui fiorivano botteghe dalla lunga tradizione.

LA ZONA ROSSA


Un quartiere, tanti quartieri. Ha una storia lunga e controversa questo puzzle di contrade, rioni, borghi e vicoli ciechi a cui da fine Ottocento venne appiccicata un'etichetta di importazione: Trastevere, di chiare memorie romane. Secondo Maria Teresa Bompani, citata da Formisano, questi sono i quartieri in cui dalla metà del '700 si insediano i “samitari”, vale a dire i lavoratori della seta, mentre cresce la rivalità tra i rioni: chi vive a Santa Lucia si sente chiamare “fasolon” per le abitudini alimentari dai cugini di San Pietro, meglio noti come “boccaloti” per le frequenti concessioni ai piaceri del vino. Il trasferimento in periferia e nell'Alto Vicentino degli opifici travolge Trastevere, che si impoverisce e inizia a ospitare nell'Ottocento ricoveri per anziani ed emarginati. L'alluvione del 1882 e l'epidemia di colera del 1886 non fanno che aggravare un quadro a base di “fango e loame”. Il Novecento conferisce una fisionomia sempre più proletaria, operaia, “rossa”. A partire dal Ventennio, con la costruzione del ponte, la città ingloba anche quelle contrade.






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