venerdì 24 dicembre 2010

Viaggio in America. Terza Puntata.

Paesaggio dello Utah


La diversità
Quello che appare evidente anche al viaggiatore più distratto è che gli statunitensi si caratterizzano per la loro diversità. Sono dissimili in tantissime cose, al punto dall'usare questa evidente disuguaglianza come  una sorte di corazza di impermeabilità, una specie di barriera.
La prima diversità consiste nelle misure: non c'è il centimetro, ma il pollice (2,54 cm), non il metro, ma la yarda (0,91 metri) , non il chilometro, ma il miglio (1609,3 metri), non il chilo ma la libbra (0,45 kg) non il litro, ma il gallone (3,7 litri), non il grado centrigrado, per cui l'acqua gela a zero gradi e bolle a cento gradi, ma l'astrusa Scala Farnheit con l'acqua che gela a 32° gradi.
E provate a vedere quanto può essere condizionante il non conoscere bene la distinzione fra diverse misure: la benzina costa 3,5 dollari a gallone: in realtà costa meno di un dollaro (ovvero ottanta centesimi di euro) al litro.. Un gallone di latte costa un dollaro e mezzo. Ovvero meno di quaranta centesimi al litro.
Se un cartello stradale vi indica che siete a 100 miglia dalla vostra meta, in realtà i chilometri da percorrere sono quasi centosessanta. Le differenze le cogli nei negozi, nelle strade, nelle case. Fra un Supermercato italiano ed uno francese otedesco ci sono grandi differenze ma anche similitudini evidenti.
Negli States è difficile vedere prodotti simili a quelli d'oltreoceano. Abbondano cibi e condimenti in scatola, ma anche indecifrabili succhi di mela o di mirtillo, confezioni gigantesche di corn flakes e di pop corn, una varietà impressionante di cakes (di dolci). Le bottiglie di vino sono rare come reperti storici e nello Utah (terra dei Mormoni) non tutti vendono liquori.

Nelle strade la diversità è nelle distanze, abissali, nei mezzi di locomozione, nel panorama.
Ho percorso le centinaia di chilometri che separano Salt Lake City da Las Vegas, in un paesaggio che fa pensare a quello percorso due secoli orsono dai primi Pionieri. Poche e rare fattorie immerse nella tundra spoglia, campi non coltivati, colline erose dal vento e dagli agenti atmosferici e paesi distanziati da chilometri e chilometri di nulla.
Lasciato lo Utah (Salt Lake City) entriamo nella suggestione dei  Canyon dell'Arizona. E lo spettacolo diventa spettrale e suggestivo,  ma dopo pochi chilometri torna brullo e desertico nel Nevada, con la differenza che lo Utah era gelato e il Nevada appare già caratterizzato da una temperatura molto più mite.
Nelle strade circolano quasi esclusivamente Suv e pick-up. E mastondotici Truck. I camion non hanno nulla a che vedere con i nostri TIR: sono mostri caratterizzati da lunghi musi sporgenti, buffi camini di scarico verticali e dimensioni anomale. Alcuni trainano addirittura due rimorchi.
A fianco delle strade ci sono le ferrovie, ma sembrano percorse solo da treni merci. Ho visto uno di questi treni formato da oltre sessanta carrozze, trainato da una locomotiva potentissima. E un altro locomotore spingeva alla fine del convoglio.

Nei ristoranti, ti fanno accomodare e  ti servono subito  un bicchierone d'acqua naturale con una quantità industriale di ghiaccio.
E nei menu molti piatti unici, indecifrabili miscele di peperoni e funghi, di patatine e di chili, di tacos, di polpette e gamberetti. Abbondano le salse e il pane è una rarità quasi assoluta.
L'unico modo per evitare l'ulcera ad ogni pasto è quella di affidarsi alla steack, alla bistecca, magistrale esempio di carne cotta alla griglia anche se spesso seppellita da monumentali porzioni di potatoes.
Puoi bere succo o acqua, birra o Coca Cola;  meglio evitare il vino, visti i costi proibitivi.
Ma l'alternativa al Ristorante è negli snack dove confezionano panini di ogni tipo e genere: vanno di moda i posti dove il panino te lo fai tu a tuo uso e consumo; cominci dalla scelta del tipo di pane, prosegui con il companatico, prosciutto o salsiccia, chili o affettati sconosciuti, indi con la guarnitura, fagioli, patate, verdure, ecc e infine con salse di ogni tipo e genere, ketchup o maionese, piccantissime salse ai peperoni, salse rosa o di colori indefiniti.

Gli americani non amano il calcio, il Soccer. Lasciano questa barbara passione a messicani e sudamericani in genere, a oriundi italiani e a poche minoranze locali.
Loro sono letteralmente football dipendenti. Ogni sera in Televisione c'è una partita di Football americano fra le squadre professionistiche o dei College.
Il football non ha niente a che vedere con il calcio europeo; poco a che vedere con il Rugby, a parte la palla ovale e la porta fatta al contrario per cui devi segnare sopra e non sotto. Per esempio differisce dal Rugby per il fatto che la palla può essere calciata anche in avanti. La spettacolarità di questo sport è nella durezza dei contrasti e nella velocità di esecuzione.
Questi avvenimenti sportivi sono molto seguiti. In occasione dei play-off o del Super Bowl, la finalissima per il titolo, gli spazi pubblicitari vengono venduti a peso d'oro ed un biglietto arriva a costare cifre astronomiche. Oltre al football americano impazzano il Baseball, la Pallacanestro e l'Hockey su ghiaccio. E la televisione vive moltissimo di sport; gli sport sembrano dimensionati in base agli spot televisivi: in questo il football americano e il baseball rendono moltissimo perchè sono sport ricchi di pause e di tempi morti. E laddove i tempi di stacco non ci sono ci pensano loro ad inventarli, modificando il numero degli intervalli e prevedendo le interruzioni tecniche anche laddove non esistono. Noi giochiamo la Pallacanestro in due tempi, loro in quattro con un maggior numero di time out.
Quando non vengono proiettati incontri sportivi in televisione appaiono molti quiz e giochi. Pochi sono i film e anche i telefilm. E le serie televisive che in Italia o in Europa vanno per la maggiore (ER, Law and Order, CSI, Senza traccia, ecc. ) qui non si vedono quasi mai. 
Oggi sono arrivato a Las Vegas. Ma questa città merita un capitolo a parte.  

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