lunedì 1 novembre 2010

Vicenza alluvionata

Foto dal Corriere del Veneto
Vicenza è sotto acqua.
Da Debba allo Stadio, da Porta Padova a San Marco, da Piazza Matteotti  a Viale Trento rivediamo scene che noi ultracinquantenni ricordavamo quasi con distacco.
La canoa che  percorre Piazza Matteotti mi ricorda un'istantanea del 1966 stampata nella mia mente, con un altro natante che percorre in un silenzio innaturale Via GianGiorgio Trissino per portare cibo e soccorsi ai residenti delle vie intorno al "Menti".
E' bastata una notte di pioggia intensa per gonfiare i fiumi, di un caldo innaturale in questa stagione, per sciogliere le nevi appena cadute sulle nostre montagne, di uno scirocco così intenso da impedire il normale reflusso delle acque verso il mare, per mandare in tilt difese improvvisate e argini erosi dal tempo.
A Cresole l'acqua ha invaso la campagna, le strade, il campo sportivo. Vicenza ha visto dapprima i fiumi arrivare fino al massimo livello, poi lentamente superare ogni barriera e tracimare.
La sensazione che stesse avvendendo qualcosa di grosso abbiamo cominciato ad averla nella mattinata. Alle dieci ho sentito l'Assessore alla Protezione Civile, Cangini di ritorno da una riunione a Venezia. Era preoccupato: il maltempo era destinato a durare. Per tutto il giorno con  brevi rallentamenti e soprattutto per la notte. Intanto cominciavano ad arrivare le prime notizie: chiuso il sottopasso dello Stadio, Via Giuriolo a rischio, Contrà Chioare e Araceli vecchia allagate, come sempre.
Allertavo i consiglieri comunali, cercavo di capire che cosa si poteva fare: su Facebook il primo messaggio, di getto: "State a casa se potete. Spostate le macchine se potete". Ma qualcuno non poteva già più mettere in salvo la propria auto, raggiunta dalla marea color caffelatte.
Ricevevo le prime sommarie istruzioni: "gli anziani vanno trasportati in Via Quadri o al Trento, le persone abili a cui viene chiesto di lasciare le proprie case, avviate agli Alberghi".  I telefoni scaricavano messaggi sempre più allarmati.
La protezione civile, i vigili del Fuoco, la Polizia sono chiamati ad intervenire in vari luoghi.
In Piazza Matteotti transita un autoblindo della Polizia, inquientante immagine dalla parvenza bellica.
Poco distante pagaiano canoisti improvvisati.
Perchè succedono queste cose? Perchè siamo imprevidenti? Perchè costruiamo dove non dovremmo? Perchè la natura non fa più il suo corso? Perchè tagliamo i fondi ai consorzi di bonifica, che non liberano più i fiumi dal fango e dal fogliame?
Le domande si affollano mentre ci prepariamo all'ennesima notte di paura.
Cerchiamo di trovare un momento di unità e di lavorare insieme perchè quello che è successo non abbia più a ripetersi.
Lasciamo stare le polemiche sono veramente stucchevoli: il sindaco di Vicenza deve dimettersi e quello di Caldogno, quello no perchè è di un'altra parte politica. Se hanno avvertito tardi lo hanno fatto entrambi. Se la responsabilità è della Protezione Civile che non ha avvertito in  tempo, se, se...
Adesso non è il momento della polemica. Rimbocchiamoci le maniche e puliamo i nostri fiumi, rinforziamo i nostri argini, e cerchiamo di capire perchè.
Perchè quarant'anni dopo ci ritroviamo nella stessa situazione di un altro novembre infausto.

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