giovedì 4 novembre 2010

Alluvione a Vicenza. Cronaca del 3 Novembre dal GIORNALE DI VICENZA.

(Foto Giorio)
Sale a due il bilancio dei morti dell'alluvione nel Vicentino. Dopo il ritrovamento del corpo di Giuseppe Spigolon, rimasto imprigionato nella sua cantina invasa dalle acque a Caldogno, stamane i vigili del fuoco di Vicenza hanno recuperato un altro cadavere nel torrente Astichello, all'alteza di strada dei Molini: si tratta di Mario Menin, 74 anni, residente a Monticello Conte Otto. L'uomo, che era disperso da ieri, si era allontanato il giorno precedente dalla propria abitazione, nelle vicinanze del torrente, durante la forte ondata di maltempo che ha colpito anche il Veneto. La morte è sopravvenuto con ogni probabilità per annegamento. Il cadavere è stato portato a riva grazie all'intervento dei Vigili del Fuoco sommozzatori di Vicenza. I carabinieri hanno avuto qualche difficoltà nell'identificare il corpo, poichè non aveva addosso documenti: ci sono riusciti nel pomeriggio grazie ad alcuni vicini di casa. Il medico legale non si è espresso sulle cause della morte, rimandando il giudizio dopo l'autopsia, che si terrà domani. L'uomo, che non era sposato, viveva solo.
Sempre in mattinata era stato trovato morto Giuseppe Spigolon, 75 anni di Caldogno (Vicenza), dato per disperso da alcuni giorni a causa dell’esondazione del Timonchio. L’anziano è stato individuato nella cantina, invasa da oltre due metri d’acqua, della propria abitazione, proprio là dove era sceso al momento dell’arrivo della piena del fiume. I vigili del fuoco di Vicenza, con il concorso dei carabinieri sommozzatori, sono scesi nella cantina dove sono riusciti ad individuare il corpo che ora è in fase di recupero.
Proprio a causa della piena del fiume - particolarmente violenta a Caldogno che è risultato tra i paesi più colpiti dal maltempo - le ricerche erano state rese fin da subito difficilissime. Si è dovuto attendere oggi, a due giorni dall’allarme e con il parziale deflusso delle acque, perchè l’abitazione a causa della furia del fiume era irraggiungibile. Con questi ritrovamenti sale a 5 il bilancio 'ufficiale' delle vittime per il maltempo che si è scatenato negli ultimi giorni in Italia. I due in Veneto si aggiungono, infatti, ai tre morti in Toscana nella zona di Massa (Nara Ricci 39 anni, il figlio Mattia di 2, e Aldo Manfredi, 48 anni).

Intanto a Vicenza i primi cento soldati sono sbarcati alle cinque del day after. L'alluvione di Ognissanti riporta l'esercito a Vicenza un quarto di secolo dopo la grande nevicata del 1985. Ed era da 128 anni che a nord del capoluogo non si registrava una simile concentrazione di pioggia: era il 1882, un periodo lungo quasi quanto l'unità d'Italia. La decisione di schierare i militari per affrontare l'emergenza dei fiumi vicentini porta la firma di Guido Bertolaso, l'uomo delle emergenze, il sottosegretario a capo della protezione civile nazionale, contattato nella notte dal sindaco Achille Variati: «Da anni lo Stato non era presente in massa in questa città. Mi sembra un buon segnale del governo. Stiamo entrando nella fase più critica, quella in cui l'acqua si ritira e bisogna ripulire il fango». Ai sindaci il capo della protezione civile ha assicurato la dichiarazione di stato di calamità da parte del governo e la possibilità di disporre misure straordinarie anche a costo di sforare il patto di stabilità che vincola i bilanci: «La situazione è grave, ma sotto controllo - ha detto - mi pare che la risposta dello Stato sia stata immediata e adeguata».
IL VERTICE. A metà mattinata Bertolaso ha sorvolato in elicottero le zone alluvionate tra Verona e Vicenza, dove il governatore Luca Zaia stima in almeno 100 milioni di euro i danni. In prefettura ha presieduto un vertice con il prefetto Melchiorre Fallica per coordinare le forze in campo nel Veneto: mille volontari della protezione civile, 800 vigili del fuoco da tutto il Nordest che hanno raddoppiati i turni, 400 soldati con una novantina di mezzi. Per realizzare riprese aeree è stato mobilitato anche un elicottero d'attacco Mangusta. «Ora si tratta di pianificare veri e propri interventi per ripianare le situazioni - scandisce il sottosegretario - ci sono frazioni, quartieri isolati ancora da raggiungere. la priorità è organizzare un sistema per fare funzionare le attività più importanti. I cittadini chiederanno di aiutarli a sgomberare cantine e garage: quella sarà l'ultima cosa». Una corsia preferenziale verrà assegnata alle cabine elettriche, alla viabilità, agli edifici pubblici, a chi è in pericolo. La cabina di regia degli interventi è stata quindi ridefinita a collocata al comando dei vigili del fuoco.
GLI AIUTI. Bertolaso annuncia che domani o al massimo venerdì si riunirà il consiglio dei ministri per decretare lo stato di emergenza. È l'avvio di una procedura che assegnerà fondi alle zone alluvionate: «Tutti quelli che stanno lavorando oggi avranno la copertura giuridica a interventi di somma emergenza: quindi hanno il diritto di convocare le imprese che possono fornire macchinari e attrezzature e tutto quello che può servire per risolvere la situazione. Non si lascia solo nessuno, non dobbiamo essere lasciati soli nemmeno noi da quelli che hanno i soldi e devono stanziare opere di prevenzione». I fondi straordinari del governo saranno paracadutati anche sulle famiglie che hanno patito gravi danni ad abitazioni, negozi e automobili, oppure saranno girati ai solo enti pubblici? «Non abbiamo mai detto in passato che i fondi sarebbero stati sufficienti a riparare tutto quello che è stato danneggiato. Lo Stato può fare la sua parte, ma non si può dissanguare completamente per le situazioni di emergenza. Ecco perché servono prevenzione e un meccanismo assicurativo che noi chiediamo da diversi anni e che non siamo riusciti a ottenere, mentre si applica in tante altre situazioni europee che hanno meno rischi rispetto a quelli che soffre l'Italia tutti i giorni». Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio, presente al vertice, ha fatto sapere che la Regione avrebbe stanziato una prima tranche di fondi per far fronte l'emergenza: si parte con 2 milioni di euro.


LE CAUSE. Secondo Ciambetti «sono caduti finora 40 centimetri di pioggia «come nel 1966». Era possibile prevedere e prevenire il disastro? Le previsioni ufficiali - riporta una nota del Comune - parlavano di 200, 300 millimetri di pioggia, in realtà ne è sceso in poche ore il corrispettivo di un anno. «La sciagura - precisa Bertolaso - poteva essere prevenuta se si fossero fatte opere di massima sicurezza che noi chiediamo da qualche anno. Il fenomeno registrato a Vicenza è centennale. È caduto mezzo metro d'acqua, quello che cade abitualmente in un anno. A questo ha contribuito lo scioglimento delle nevi e lo scirocco che ha impedito all'Adriatico di ricevere lo sbocco dei fiumi. Madre natura non tiene conto dei patti di stabilità, dei tagli, delle leggi finanziarie». A Bertolaso risponde l'ex governatore Giancarlo Galan, oggi ministro dell'Agricoltura: «Dimostra di non conoscere adeguatamente le opere di prevenzione, di salvaguardia e di difesa del territorio messe in atto dalla Regione Veneto, che negli ultimi 5 anni ha impegnato e in parte già utilizzato non meno di 400 milioni di euro». Manca ancora all'appello l'atteso bacino di laminazione a nord di Vicenza, nel territorio di Caldogno, che a Venezia fanno sapere essere giunto allo stadio del progetto definitivo, con la prospettiva di salutare l'avvio dei lavori nel giro di 18-24 mesi.
L'APPELLO. «Temo che per la città La stima dei danni possa raggiungere qualche milione di euro - segnala Variati - le zone più critiche rimangono due: il centro storico e la zona della Riviera Berica». Infine il sindaco lancia un appello: «Quando se ne va l'acqua resta il fango. Per questo invito tutti coloro, singoli o gruppi organizzati, che vogliono dare una mano alla città a comunicare le proprie generalità utilizzando la mail sindaco@comune.vicenza.it, il telefono 0444221312, e il fax 0444 221025. Ciò ci consentirà di assicurarli e metterli immediatamente a disposizione della protezione civile». Tra i primi a rispondere all'appello del sindaco, si è fatto vivo il Centro Culturale Islamico che «esprime la sincera solidarietà agli alluvionati e parteciperà alla ripulitura della città.


Via XX Settembre (Foto Giorio)


Integrazione di Federico Formisano

Oggi circa cento volontari si sono affiancati al lavoro dei Militari, dei Vigili del Fuoco, dei Volontari della Protezione Civile, di polizia e carabinieri.
I risultati cominciano a vedersi: sono state liberate molte delle strade del Centro Storico: domani mattina potrebbe essere aperta Via Giuriolo, Via delle Barche, è già aperto il ponte dello Stadio e il sottopasso. Ancora qualche problema nella zona di Ponte degli Angeli, Via IV Novembre, Via Torretti.
Uno dei problemi principali è rappresentato dallo smaltimento di tonnellate di materiali prelevati dalle cantine e dalle abitazioni allagate, di fango e di detriti di ogni genere. Ovviamente rimane ancora prioritaria la problematica delle famiglie relegate in zone isolate dove le acque non sono ancora defluite. Il problema riguarda sopratutto gli abitanti di Cresole, Rettorgole e della zona della Nogarazza ad Arcugnano. Ma anche a Debba e  nella Riviera Berica.
Tutte le aziende comunali, AIM e AMCPS sono impegnate al massimo nelle attività di ripristino dell'energia elettrica, di rimozione dei rifiuti, di sgombero dell'acqua dalle cantine.
Domani si entrerà nei garages di Viale Brotton dove sono rimaste bloccate decine di automobili che sono praticamente inservibili. Le auto che sono rimaste sottoacqua possono essere sistemate ma daranno sempre problemi.
Stasera la conferenza dei capigruppo ha stabilito di fare una riunione monotematica del Consiglio Comunale fissata per mercoledì 10. Il Sindaco presenterà una relazione e successivamente si aprirà un dibattito che nell'intento delle forze di maggioranza dovrebbe essere rivolto sopratutto a richiedere drastici interventi sul piano strutturale.
Le città gemelle di Annecy e di Pforzheim  hanno offerto il loro aiuto al nostro Comune. Da Pforzheim potrebbero arrivare già nei prossimi giorni idropulitrici e Pompe.
Ce la faremo!
Federico Formisano

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