venerdì 19 novembre 2010

Una proposta contro la cementificazione selvaggia.

Dalla Domenica di Vicenza

«L'alluvione ci costringe ad una approfondita riflessione che non può non prescindere dalla modifica dei dettami del PAT. Lo stadio, gli uffici comunali già ci sono, pensiamo a tutelare il territorio della città». Questo ha affermato Manuela Dal Lago, consigliere comunale e parlamentare della Lega Nord. Una provocazione o un atto di fede per conciliare l'azione politica ad un unico obiettivo, quello di dare risposte concrete alle emergenze come questa? E serve anche rivedere il bilancio per supportare l'azione di prevenzione in città? Domande sulle quali la politica si sta interrogando.


Una proposta verde contro la cementificazione selvaggia. In cosa il Comune dovrebbe investire maggiormente per prevenire disastri come quello dell'alluvione del primo novembre?

Federico Formisano è il capogruppo del PD in Consiglio Comunale ed ha maturato una idea strutturata della situazione attuale e post alluvione:

«Purtroppo io credo che il ruolo del Comune sia molto marginale. I problemi risiedono a valle. Noi siamo tributari di un'enorme quantità di acqua che proviene dall'Orolo il quale confluisce nel Bacchiglione fra Vicenza e Caldogno, dal Bacchiglione stesso che prima ha raccolto altri torrenti, canali, ecc e dal Retrone. Gli interventi che possono essere fatti sui tratti cittadini dei fiumi sono la pulizia degli alvei e il rinforzamento degli argini che non è di competenza dei comuni.
Con i tagli al bilancio Comunale dettato dal patto di stabilità, il Comune di Vicenza avrà la possibilità nel 2011 di accendere mutui per 4,5 milioni di euro, ovvero per una cifra assolutamente insufficiente per fronteggiare le necessità determinate dalle manutenzioni e dalle nuove realizzazioni necessarie alla città. Pensare di occuparsi come Comune anche delle opere idrauliche in questo momento è impensabile. A meno che non ci sia una completa rivisitazione delle competenze. Va detto, peraltro, che in questa materia, che esula dagli stretti ambiti territoriali comunali, le competenze debbono rimanere in campo ad un Ente di livello superiore (provincia o meglio Regione) che deve avere una visione più generale del territorio. Piuttosto va fatta chiarezza sulle competenze che hanno in materia, Magistrato alle Acque, Genio Civile e Consorzio di Bonifica, perché una ridondanza di soggetti interessati può portare ad una mancanza di coordinamento. Il PAT di Vicenza prevede un indice molto più contenuto, dal punto di vista delle nuove costruzioni, del piano che era stato elaborato precedentemente dall'Amministrazione Hüllweck. Credo che ridurlo ulteriormente significherebbe fermare la città magari a discapito dei centri vicini come è successo in passato, con il risultato che centri come Caldogno cresciuti tre volte negli ultimi vent'anni, oggi possono correre seri rischi dal punto di vista della tenuta idrogeologica del proprio territorio».

I comuni contermini a Vicenza sono tutti cresciuti con indici esponenziali passando da tre-quattro mila abitanti a quindici mila (Altavilla, Creazzo, Caldogno, Torri di Quartesolo, ecc.) e alcune sovra crescite di questi comuni oggi incidono sulla cementificazione del territorio.

«In ogni caso credo che l'Amministrazione Comunale debba dotarsi di una propria struttura di analisi meteo in collaborazione con AIM che già dispone di un efficiente servizio di raccolta dati connesso con il sistema della produzione idroelettrica delle centrali ubicate in località chiave della città (penso per esempio alla centrale di Lobbia, ubicata alla confluenza dell'Orolo sul Bacchiglione). Questo potrebbe integrare il sistema della Regione che nell'ultima congiuntura alluvionale si è dimostrato molto poco efficiente».

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