Cari amici della CISL
non nascondo che sono oltremodo deluso.
E' in atto una manovra economica che penalizza fortemente il pubblico impiego con il blocco dei contratti, l'aumento dell'età pensionabile e lo spostamento di alcune finestre per la pensione.
Noi facciamo parte di quei 4 milioni di lavoratori che subiscono quotidianamente un'aggressione da parte dei media, che vengono tacciati di essere dei fannulloni, che vivono con stipendi di mera sussistenza.
Per la professione che svolgiamo sappiamo bene quanto pagano di tasse particolari categorie di lavoratori autonomi, sappiamo come si sviluppi in questo paese l'elusione e l'evasione contributiva, come siamo messi quasi tutti i giorni nelle condizioni di non fare bene il nostro lavoro.
Qualcuno dovrebbe spiegarmi, ad esempio, perchè un ispettore dell'INPS che guadagna 40.000 all'anno e recupera per l'Istituto, mediamente fra il milione e mezzo e i due milioni di euro (senza considerare la rilevanza altrettanto importante della sua azione di prevenzione), debba meritarsi di vedersi ridurre le proprie retribuzioni. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè l'organico del Corpo ispettori di Vicenza dovrebbe essere di 35 unità ed invece siamo in 13!!
Qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè siamo additati all'opinione pubblica come i responsabili della situazione del paese e come tali siamo ritenuti degni di vedersi tagliate le retribuzioni per i prossimi anni.
Siamo il ventre molle di un paese in cui l'hobby principale della classe politica è quello di pensare al modo di aumentare in maniera indiscriminata la spesa pubblica, attraverso assunzioni clientelari che niente hanno a che vedere con la funzionalità degli enti, mediante forme di centralismo borboniche, attraverso il finanziamento di un sistema sanitario privato che fagocita risorse nello stesso momento in cui il sistema della sanità pubblica viene depauperato delle migliori energie.
Appare evidentemente troppo difficile nel momento in cui su punta ad una razionalizzazione della spesa pubblica, mettersi d'impegno a studiare quali siano veramente le cause del malfunzionamento del settore.
E per contro è persino troppo facile accusare i dipendenti pubblici di tutte le nefandezze, far passare tutti i problemi come causa della mancanza di volontà.
Troppo facile, quasi immediato, arrivare al blocco delle retribuzioni.
Si è quasi certi di avere l'opinione pubblica dalla propria parte quando si penalizzano lavoratori di cui spesso non sono conosciute nè le condizioni di lavoro, nè le retribuzioni reali, nè la funzione che svolgono nella nostra società civile.
La delusione tuttavia viene anche da un Sindacato che è sempre più lontano dai reali bisogni del paese, un Sindacato che aderisce subito alla proposta di rivedere lo Statuto dei lavoratori, un Sindacato che considera questa manovra come un male necessario, senza pensare che potrebbero esserci anche altri mezzi per intervenire a fronteggiare la fase speculativa.
Nonostante la mia delusione sempre più accentuata, non mi cancellerò dal Sindacato a cui ho aderito 38 anni fa, appena entrato all'INPS; non mi allontanerò dal movimento che ho contribuito a rafforzare quando ne ero segretario.
Non condivido che la CISL si sia venduta per un piatto di lenticchie al tavolo della contrattazione, che sia arrivata al punto di spaccare un accordo sindacale per accettare che la stessa mano che teneva il bastone, ci sbattesse in faccia la sua carità pelosa.
Ma non per questo restituirò la tessera; e non solo perché il momento è difficile, non solo perché adesso la leadership del sindacato appare, ogni giorno di più, complice di un atteggiamento inaccettabile di scherno, di derisione nei confronti di un'intera categoria di lavoratori.
Chiedo che nel Sindacato si apra un dibattito serio, si pongano le basi per intavolare un ragionamento sul ruolo importante che il dipendente pubblico ha nella struttura di un paese moderno, si guardi al futuro in un ottica reale di coinvolgimento delle persone.
Attendo indicazioni al riguardo.
Federico Formisano
iscritto CISL da 38 anni
venerdì 4 giugno 2010
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