martedì 22 giugno 2010

La corte di Pdl e Variati a Cicero e Udc


Dal Giornale di Vicenza del 21 Giugno 2010

Corteggiati da destra e da sinistra. I big vanno a caccia dei pesci piccoli. Claudio Cicero, che con Domenico Pigato guida la pattuglia di “Impegno a 360°”, e Massimo Pecori, unico portabandiera dell’Udc, messi insieme sommano 3 consiglieri su 40. Pochi in termini assoluti, molti nei fragili equilibri della politica vicentina. Erano già stati al centro delle avances ai tempi del ballottaggio, quando scelsero di sostenere Lia Sartori e il centrodestra, ancora protagonisti oggi che Achille Variati ha tagliato il traguardo di metà mandato e si inizia a fare i conti della volata finale verso il ritorno alle urne nel 2013.
I BALLETTI. Formalmente all’opposizione, Cicero e Pecori non hanno mancato di offrire segnali di disponibilità al dialogo alla compagine variatiana. E il sindaco non ha risparmiato più di una lusinga: ne sa qualcosa Cicero, che spesso si è sentito rivolgere parole al miele, senza che mai si passasse alla formalizzazione di un accordo o di un incarico in giunta. Il Popolo della libertà finora se n’era rimasto alla finestra, commentando con sarcasmo le danze di Variati con Cicero e Pecori. Riparati i recenti strappi intestini, ora il Pdl tenta di inaugurare una nuova stagione. Nelle mani di Bruno Carta, neo coordinatore cittadino, oltre alla ritrovata unità e pace interna, spetta anche il compito di tentare di ampliare gli orizzonti del gruppo consiliare, tentando di cementare e compattare l’opposizione al centrosinistra.
NUOVA STRATEGIA. Carta indirizza all’ex assessore hüllweckiano e all’ex difensore civico un messaggio da “patti chiari, amicizia lunga”: «Sia l’Udc che Cicero - argomenta - hanno ricevuto voti da mondi alternativi a Variati. Commetterebbero un serio errore se decidessero di allargare la difficile maggioranza che sostiene il sindaco semplicemente con lo scopo di occupare un posto in giunta

È evidente che una parte di colpa è anche nostra perché non abbiamo mai curato con loro un rapporto coerente di opposizione. Per ora è una mia idea personale, ma non possiamo pensare di lasciare gruppi piccoli ma importanti al loro destino. Voglio iniziare una nuova forma di dialogo». Per poi aggiungere: «Sia chiaro che sono liberi di scegliere da che parte stare, ma se decidono di allearsi con Variati devono essere consapevoli che quella è la strada. Senza contare che bisogna vedere se il loro elettorato riuscirà a comprendere certe scelte».
IN PROSPETTIVA. Federico Formisano, capogruppo del Pd, non molla l’osso e fa capire che la porta è sempre aperta: «Noi siamo sempre interessati al dialogo con Cicero e Pecori, ma vogliamo ragionare di programmi e di prospettive. Entrambi non sono certo uomini di sinistra, quindi più che una sintonia politica ci può essere una convergenza amministrativa, come si è già vista, su alcune delibere. La nostra prospettiva, poi, guarda al 2013, quando si tornerà alle urne: in vista di quell’appuntamento vorremmo valutare la possibilità di ampliare la maggioranza. Non vorrei, però, che passasse l’idea che la nostra apertura al dialogo dipende da problemi di tenuta della maggioranza: non accetto questo sillogismo. Problemi non ce ne sono, se si eccettua un singolo caso ormai irrecuperabile»; e il pensiero corre a Luca Balzi, espulso dal Pd. Ma che prezzo è disposto a pagare il centrosinistra? «Mi auguro - conclude formisano - che non si sviluppino pensieri opportunistici, anche se possono essere previste funzioni strategiche come un assessorato o un ruolo in una società municipalizzata». G.M.M.

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