venerdì 18 giugno 2010

Mercato ortofrutticolo: riqualificazione o spostamento??

Riqualificare il mercato ortofrutticolo, vale a dire una area di 53 mila metri quadri posta vicino al cuore della città: l'amministrazione comunale ci crede e sviluppa un piano operativo che dovrà sistemare una struttura che risale agli anni 50 trasformandola in vero e proprio polo agroalimentare. È una scelta vincente?

Federico Formisano, capogruppo PD: «In tutti i ragionamenti diventa sempre prioritario l'aspetto economico: questo è un momento di crisi economica e abbiamo visto che perfino un settore tradizionalmente forte come quello dell'ingrosso può attraversare momenti di crisi. Non mi era mai capitato di sentire di grossisti costretti a chiudere per problemi economici; recentemente è successo anche questo. Il settore dell'agroalimentare ha bisogno di profonda revisione e molto può partire da interventi di qualificazione degli spazi dell'ex mercato».

Claudio Cicero, Cicero a 360 gradi: «Non c'è dubbio che il mercato ortofrutticolo così com'è non risulti più funzionale. Molta acqua è passata sotto i ponti da quando è stata realizzata questa struttura, che non a caso fu collocata nell'estrema periferia di allora, ma che oggi si trova "circondata" dalla città che si è nel frattempo evoluta. Sicuramente bisogna rivedere le funzioni attuali di mera distribuzione di ortofrutta, e capire bene quali funzioni si vogliono veramente attribuire a questa struttura. Estendere il campo d'azione non è come principio sbagliato anzi, ma tutto questo va visto in un quadro più ampio di servizi alla popolazione che deve necessariamente allargare l'orizzonte temporale rinnovando e accorpando funzioni apparentemente diverse tra loro. Come sempre una particolare attenzione deve essere posta alla mobilità guardando al futuro di una zona che ormai ha caratteristiche prettamente residenziali. Non dimenticando altresì che in quel quadrilatero insistono anche la dogana e i magazzini generali, che risultano per le loro funzioni assolutamente fuori luogo».

Lei ritiene sia più indicato ristrutturare l'area o crearne una nuova e più moderna?

Formisano: «Non sono pregiudizialmente contrario a valutare in un'ottica di collaborazione e di sinergia con la provincia soluzioni che possano interessare anche nuovi siti collocati all'esterno del Comune di Vicenza. In mancanza di questi credo che l'ex mercato debba essere riqualificato».

Cicero: «Come già accennato prima, la problematica principale da analizzare è quella della mobilità per non commettere l'ennesimo errore, di fare belle strutture senza adeguati collegamenti. Ed è per questo che in linea di principio sarei più favorevole alla creazione di una nuova area più moderna e maggiormente servita sotto il profilo viario, strategicamente legata alle nuove infrastrutture viarie che sono già state disegnate e che speriamo vedano presto la luce. Mi riferisco alla nuova variante alla SS46 ad ovest, al proseguimento dell'Aldo Moro a est e alla tangenziale nord a nord per l'appunto. Ovviamente l'area lasciata libera potrebbe risultare, per l'Amministrazione Comunale una delle più grandi opportunità di riqualificazione urbana, ricavandone anche un bel po' di risorse da reinvestire su tutto il territorio comunale».

In quest'ambito come giudica la operatività di questa amministrazione legata al Logistic city center (dopo le accuse di immobilismo degli ultimi anni giunte da più parti)?

Formisano: «La crisi del Logistic City Center è risolvibile. È legata ad un momento che contiamo essere passeggero di contenimento dei consumi e di calo delle vendite in centro storico. Alcune scelte attuate nel passato hanno avuto dei riverberi sulla situazione economica del servizio che è riuscito comunque a passare indenne da un momento difficile. Adesso si stanno valutando altre proposte. Per esempio quella di affidare al Logistic il trasporto delle merci acquistate dai clienti in centro che verrebbero trasportate fino ai parcheggi collegati con il bus navetta. Così da indurre i vicentini a ritornare in centro per acquistare prodotti anche voluminosi contando poi su un servizio di recapito efficiente. Ovviamente si tratta di proposte ancora alla fase dello studio. Vorrei ricordare che nell'ambito degli scambi con Annecy e nel settore dei progetti europei legati a Agenda 21, abbiamo parlato di Logistic City Center ai francesi. Si sono detti entusiasti dell'idea e hanno chiesto di poter vedere all'opera questa realtà. Probabilmente esporteremo questa idea che è nata più di dieci anni fa, anche in altre realtà europee. Il progetto, quindi, rimane valido. E non c'è alcuna volontà di diminuirne l'operatività».

Cicero: «Il tema del Logistic city center è un tema a me particolarmente caro, visto che ci ho dedicato qualche anno della mia vita! Rimane una constatazione assolutamente negativa della gestione fatta fino a un paio di mesi fa, alla quale, per fortuna, il Sindaco ci ha messo una pezza grazie anche alle pressioni del sottoscritto. Questa iniziativa unica in Italia va non solo preservata, ma potenziata visto anche il corposo riconoscimento fatto dal Consiglio di Stato che ha rigettato a piene mani i ricorsi pretestuosi fatti per bloccare l'iniziativa, che ricordiamo ha eliminato un gran via vai di furgoni nel centro storico abbattendo notevolmente l'inquinamento nelle vie del nostro invidiato centro storico».

Non solo frutta e verdura, ma anche vini, oli, formaggi, prosciutti e insaccati. L'obiettivo è invertire un trend che vede arrivare l'80% delle merci da fuori città. Possibile a suo avviso, e che ne diranno i commercianti vicentini?

Formisano: «Per la verità ultimamente si comincia a parlare molto anche di chilometri zero, ovvero della distribuzioni di generi alimentari prodotti vicino alla sede del consumo. Il mercato può avere un grande sviluppo nella raccolta e nella distribuzione del prodotto autoctono. Al di là di questo bisogna cominciare a pensare in sintonia con una fase diversa della grande distribuzione. Siamo in un momento in cui la società inizia a stratificarsi in maniera diversa, con un incremento di una fascia della popolazione che non ha più un lavoro o ha un'occupazione precaria, ed è obbligata a contenere le spese. Di questo fanno testo i nuovi mercati discount e il fatto che siano sempre molto frequentati da nuovi clienti. Credo sia giusto che anche il mondo del Commercio si interroghi su questo e che si comincino a cercare sinergie e collaborazione fra le amministrazioni e le categorie che rappresentano la distribuzione».

Cicero: «Il mondo si evolve e così non bisogna fossilizzarsi su schemi oggi in vigore. Non mi scandalizza il pensiero di aggiungere funzioni a questo tipo di struttura, e penso che i commercianti dovrebbero diventare anche loro attori protagonisti allargando il proprio orizzonte a 360°. Ma a maggior ragione se si vuole implementare ed allargare il raggio di azione, non si potrà prescindere da quanto dicevo prima sull'accessibilità e sulla mobilità al servizio di questa rinnovata futura struttura».


Da LA DOMENICA DI VICENZA
nr. 23 anno XV del 19 giugno 2010

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dovremo probabilmente spostare il mercato nella nuova periferia, a ridosso della futura circonvalazione dove i camion potranno rombare indisturbati. L'attuale area sarà destinata ad uso e consumo dei residenti aumentandone la qualità della vita come uno spazio da condividere, una sala pubblica per incontri, un parco...

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente il suo punto di vista. Credo che sia una buona idea. Sono d'accordo con te.
Condivido pienamente il suo punto di vista. Ottima idea, sono d'accordo con lei.