MASELLI SUL GIORNALE DI VICENZA del 1/5/2010
Centomila firme già raccolte in soli due giorni in tutta Italia (sabato e domenica scorsi, con Vicenza che inizia questo week end) per far sottoporre al voto nel giugno 2011 il referendum abrogativo sui dispositivi normativi ispirati dal centrodestra che puntano alla privatizzazione dell'acqua.
Ma c'è un però: la partita contro la privatizzazione sta schierando in campo due squadre che vogliono far gol nella stessa porta e vestendo due magliette diverse.
Nel calcio, sarebbe un caos. Idem è nella campagna di raccolta firme iniziata domenica scorsa e che proseguirà sino al 4 luglio.
Anche a Vicenza dunque Forum italiano dei movimenti per l'acqua e Italia dei Valori rischiano di pestarsi i piedi a vicenda raccogliendo le 500mila firme necessarie a far sottoporre a referendum la stessa idea (mantenere pubblico il bene comune acqua) ma con due diverse formulazioni referendarie.
Tre i quesiti depositati dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, che riunisce una costellazione di associazioni, e movimenti nazionali da cui sono stati tenuti volutamente fuori i partiti politici di ogni segno presenti in Parlamento. Uno invece il quesito depositato già l'anno scorso dall'Italia dei Valori, e ridepositato quest’anno.
Il segretario provinciale pro tempore del partito di Di Pietro, Silvano Sgreva, spiega il perché del doppione: «I nostri costituzionalisti hanno rilevato una possibile bocciatura da parte della Corte Costituzionale sui tre quesiti multi-abrogativi depositati dal Forum, per via del sopravvenuto vuoto normativo». E infatti, come spiega Filippo Canova, coordinatore provinciale del Forum, «abbiamo tenuto distinti i tre quesiti, per scongiurare proprio questo rischio. Infatti il primo quesito non lo corre, perché si riferisce a norme che ancora devono entrare in vigore, sull'obbligo di aprire il mercato dell'acqua e delle reti idriche. Invece c'è da valutare il secondo e il terzo quesito, entrambi relativi a norme del 2006 sulla remunerazione del capitale investito e sulla regolazione del servizio di affidamento della gestione a società di diritto privato».
Può essere insomma che i quesiti 2 e 3 per cui sta raccogliendo firme il Forum siano andati troppo in profondità rispetto ad un quadro normativo mutato.
Intanto, mentre in campo già si gioca la partita a una porta sola, sulle tribune, a guardare, c'è il Partito Democratico, che a livello nazionale e anche locale non ha ancora rotto gli indugi: è meglio sgravare le casse dei Comuni italiani (molti sono a guida democratica) dagli investimenti per reti idriche ed erogazione del servizio, o è meglio scongiurare aumenti in bolletta e speculazioni?
È il dilemma illustrato da Federico Formisano, capogruppo del Pd in consiglio comunale. Che però la propria posizione personale l'ha già assunta: «Oggi parteciperò alla raccolta firme sia con la Cgil alla festa del 1° maggio in Aim, sia a Campo Marzo ai banchetti del Forum italiano dei movimenti per l'acqua». Il sindacato guidato da Marina Bergamin è infatti parte integrante del Forum a livello locale
«Personalmente - continua Formisano - sono assolutamente favorevole al concetto di acqua come bene da conservare in mano pubblica espresso dai referendum. Tanto che per non ingenerare confusione nella gente spero che i diversi quesiti presentati da Forum e Italia dei Valori confluiscano in una e più semplice domanda ai cittadini: siete voi favorevoli o contrari alle normative sulla privatizzazione dell'acqua?».
« Inoltre - conclude - auspico che il mio partito prenda alla svelta una posizione. Io la mia l'ho detta».
sabato 1 maggio 2010
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