martedì 13 ottobre 2009

Nomadi e PAT

Il Piano di Assetto Territoriale è un documento complesso. Che interesserà il nostro territorio per i prossimi venti/ venticinque anni.
Se cercate nel PAT gli impianti sportivi della città del futuro, li troverete in vari capitoli, da quello che riguarda la zona dove sorgerà la futura Arena degli Spettacoli (lo Stadio) ad altri che interessano interventi mirati nelle frazioni e nei quartieri.
Se cercate le sedi universitarie della città di domani, se pensate agli spazi per i giovani, se volete sapere dove saranno concentrate le aree destinate alle Forze dell’Ordine, troverete ordinati capitoli che vi spiegheranno che cosa significa la Cittadella della Cultura, il Polo Giovanile, la Cittadella della Sicurezza e della Prevenzione. Se vorrete avere notizie sul comparto della Tecnologia potrete trovarle nelle schede che riguardano il Polo della Meccatronica.
Se volete sapere come ci si muoverà a Vicenza nei prossimi anni, non avete che da consultare il PAT alla voce mobilità, per verificare quali sono le aree interessate dall’attraversamento di nuove vie di comunicazione, quali quelle dedicate ai tragitti della filovia in sede dedicata, quali quelle dove sorgeranno nuove piste ciclabili.
Nel PAT ci sono risposte alle esigenze ragionate e giustificate di chi ha fatto domanda per il Bando degli Interessi Diffusi.
Si riprendono per mano vecchi documenti come quelli del Piano Frazioni, si riesaminano studi sulle zone umide della città e sui parchi fluviali ( come l’Astichello), ecc.
Nel PAT si rilancia l’ipotesi di un nuovo Centro Civico, caratterizzato dalla presenza delle Sedi degli Uffici del Comune, di AIM, degli altri servizi.
Non sono ancora riuscito a leggere tutti i documenti che mi sono stati consegnati sul PAT, tanta e tale è la mole della documentazione allegata a questo atto amministrativo di grande valore che va a proiettarsi sulla qualità della vita dei cittadini di Vicenza.
Chi cerca di sollevare la questione dei campi nomadi lo fa, ovviamente, in maniera strumentale. Infatti questo aspetto non è assolutamente focale e rilevante nell’economia del Piano. Né questa tematica è urgente o impellente.
Giudico negativamente quel giornalismo di assalto (che oggi, peraltro, sembra andare molto di moda) che va a scovare gli aspetti più marginali in un documento di moltissime pagine.
Il Sindaco ha dovuto emettere un comunicato stampa che ricostruisce in qualche modo gli avvenimenti accaduti:
“Dopo le discussioni dei giorni scorsi sui campi nomadi, con l’ipotesi – emersa sulla stampa – della creazione prevista nel Pat di cinque nuove micro-arre al posto dei grandi campi attuali, il sindaco Achille Variati – che solo oggi ha ascoltato la relazione dettagliata degli uffici sulle linee guida del progetto, interviene per offrire alcune precisazioni e tracciare la strada per il futuro. “Così come sono tradizionalmente intesi, e cioè con mega-aree disordinate, degradate e in cui i bambini vivono in condizioni che appaiono ingiuste a chiunque le osservi, i campi nomadi non sono più sostenibili – ha sottolineato oggi Variati -. Il problema è attuale e urgente, e interroga le coscienze e la sensibilità di tutti i vicentini. E naturalmente, è un problema complesso e di non facile soluzione, come testimonia una situazione rimasta invariata per troppi anni. A livello di ipotesi generale di soluzione, pertanto, era giusto inquadrarlo nel Pat. Anzi – ha aggiunto -, sono convinto che lo strumento delle micro-zone composte da famiglie tra loro omogenee sia quello più adatto per tentare di recuperare la situazione di marginalità ed esclusione in cui vivono oltre 240 nomadi, che fra l’altro sono nostri concittadini, nati in Italia e residenti a Vicenza. Minoranze, insomma, di cui come sindaco non posso e non voglio non occuparmi”.
“Tuttavia, se nella parte normativa del Pat è doveroso affrontare il problema, individuando un’ipotesi di soluzione che possa in futuro migliorare l’integrazione delle etnie sinti e rom nella nostra comunità, sarebbe invece sbagliato cercare controproducenti fughe in avanti che non affrontino il problema in tutta la sua complessità – ha spiegato -. Voglio quindi chiarire che il Pat non individua aree perimetrale precise, cioè non disegna già ora una collocazione chiara di future micro-aree per i nomadi…Sempre per chiarezza, penso di poter dire che sia stato un errore individuare nel Pat le zone, pur se non ancora perimetrate e quindi solo a livello di ipotesi: non è una questione di segretezza, ma semplicemente ritengo si tratti di questioni che vanno affrontate seguendo un percorso di condivisione e di concertazione e che le zone dovranno essere individuate sul territorio solo in fase di piano di interventi. Dico queste cose anche per spegnere sul nascere allarmi e preoccupazioni, magari anche strumentalizzati da qualcuno. Non abbiamo certo intenzione di fare colpi di mano e di disegnare insediamenti dalla sera alla mattina. Ci vuole saggezza, pazienza e buon senso per risolvere problemi complessi”…
“L’allarmismo che si è scatenato in merito alle micro-aree è dunque del tutto ingiustificato – ha tenuto a precisare Variati -. Tanto che, qualora lo ritenessi necessario, sono pronto a togliere dal Pat l’individuazione seppure ipotetica delle zone in cui realizzarle. Mentre non toglierò dalla normativa la parte che disegna la nostra ipotesi di soluzione a questa complessa questione, perché sono certo che questo strumento sia quello più adatto”.

La polemica, peraltro, trova fertile terreno nell’atteggiamento della minoranza che cerca di recuperare attraverso un’operazione di bassa macelleria politica, quel ruolo che le è sfuggito a causa delle proprie incapacità di procedere al completamento del Piano, alla formulazione di credibili risposte al BID, alla presentazione finanche di proposte credibili sul piano dei piano d’intervento.
Ma la minoranza sulla questione dei campi nomadi è proprio esente da censure??
Come è stata gestita la questione della permanenza in area delicate dal punto di vista viabilistica ( Rondò di Ponte Alto, e Viale Circoli) di due mega strutture per nomadi?
Che cosa è stato fatto per dare soluzione ai problemi di concentramento di molti gruppi familiari in aree ristrette?
Quale risposta è stata data ai cittadini di Ospedaletto e dintorni sul problema del terreno acquistato dai Rom in Via Nicolosi, diventato di fatto un terzo campo nomadi?
E quale soluzione è stata ricercata per impedire che nascesse in zona Riviera Berica un quarto campo?
Diciamo pure che quando Zocca, Sorrentino e co. erano maggioranza a Vicenza non hanno dimostrato di avere in testa un disegno di gestione della politica nei confronti dei nomadi, che non fosse quello di declamare sterili affermazioni di principio e di continuare nel frattempo ad ignorare i problemi di ordine sanitario, sociale, di vicinanza, ecc.

Come capogruppo del PD chiederò al Sindaco e all’Assessore alla Sicurezza un atteggiamento di totale intransigenza nei confronti di chi commette atti contro la proprietà e la persona. La tolleranza zero deve essere applicata senza se e senza ma. Nessuno di noi farà mai vuote affermazioni di intolleranza e di razzismo, ma al tempo stesso non riteniamo giustificato alcun cedimento al buonismo di facciata.

Federico Formisano

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