giovedì 24 settembre 2009

FIERA UN COMPORTAMENTO BICEFALO


Fiera, c’è il sì alla fusione ma senza il voto del PdlAntonio Trentin
Mercoledì 23 Settembre 2009 CRONACA DEL GIORNALE DI VICENZA
Gestione della Fiera e proprietà dei padiglioni riunite in un’unica società: è la scelta studiata per mesi con Provincia e Camera di commercio - promotrice della novità con il suo presidente Vittorio Mincato - che ieri sera il Comune ha approvato con un “sì” ampio, a scavalco di maggioranza e opposizioni. I favorevoli sono stati Partito democratico, Lista Variati, Vicenza capoluogo, Udc, Impegno a 360° e Lega nord.
Ma il risultato della conta consiliare è stato caratterizzato dal netto e clamoroso conflitto a distanza tra il centrodestra della sala Bernarda (contrario il Popolo della libertà e inizialmente dubbiosa la Lega con Daniele Borò) e il centrodestra di Palazzo Nievo (l’Amministrazione provinciale di Attilio Schneck è favorevole, consenso del Pdl compreso).
Una curiosità inedita ha disegnato la situazione di contrasto dentro il Pdl: Arrigo Abalti, bi-consigliere in Provincia e in Comune, da una parte aveva già detto “sì” e dall’altra ha dovuto far finta di niente e andarsene senza votare. Quanto voluto e approvato anche dalla Provincia è stato infatti giudicato una «scelta azzardata e rischiosa su un percorso che non capiamo» dal pidiellino comunale Maurizio Franzina; e una decisione tecnicamente illogica («tutte le aziende tengono separata proprietà immobiliare e gestione») dal suo collega Marco Zocca, preoccupato che per il futuro resti bloccata la sempre sperata e mai realizzata vendita ai privati della Fiera. Ipotesi del capogruppo del Pd Federico Formisano sul voto incrociato del Pdl tra un Palazzo e l’altro: «Si tratta delle conseguenze delle divisioni interne ai partiti del centrodestra e della contesa per il 2010 in Regione tra Pdl e Lega nord».
Come dire: se in Provincia il leghista Schneck è “pro”, in Comune il Pdl può mettersi “contro”.
Scaramucce partitiche a parte, ecco la sostanza. La SpA fieristica - che in realtà è l’elemento forte della coppia, visto che i soldi vengono da lì, oltre che dagli enti pubblici soci proprietari, o lì si perdono - verrà fusa per incorporazione nell’Immobiliare SpA. Lo schema dell’azionariato sarà quello assestato da tempo: 32,11% di quote a ciascuno dei tre enti e il restante 3,67% confermato alle categorie produttive (oltre a una mini-quota che resta alla Banca Popolare di Vicenza) che si erano affacciate in Fiera quindici anni fa, al momento dell’apertura a nuovi criteri operativi. L’obiettivo è rendere l’intero nuovo organismo capace di decisioni rapide e di migliori partnership, in un momento in cui la competizione con le concorrenti nazionali e estere è a un momento cruciale, e mentre soffia la crisi sul settore-clou che a Vicenza fa vivere la Fiera, quello orafo.
Su tutto questo sono d’accordo le categorie economiche attraverso la Camera di commercio e la Provincia di centrodestra, ha rilevato formisano polemizzando con Franzina e Zocca, e «non è possibile che solo in Comune nessuno capisca niente». Massimo Pecori (Udc), Fioravante Rossi (Lista Variati), Luca Balzi e Isabella Sala (Pd), Stefano Soprana (Vicenza capoluogo), Claudio Cicero e Domenico Pigato (360°) hanno appoggiato la decisione portata in discussione dall’assessore allo sviluppo economico Tommaso Ruggeri, ciascuno sollecitando specifici punti relativi a potenziamenti infrastrutturali, piani di espansione, collegamenti extra-vicentini. L’assessore ha alla fine replicato al Pdl sulla questione della più o meno teorica “pubblicizzazione-privatizzazione” della Fiera: «Non venga a parlare adesso di privatizzazione impossibile, chi per dieci anni ha governato e non ha fatto niente su questo».

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