
Ricevo dall'amico Lucio Zaltron
Una delle poche certezze da tutti condivisa è che … è più faticoso il fare del dire.
La mia banale suddetta considerazione nasce a seguito della lettura dell’articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica del 1 marzo 2009 “ gli ex-voto del P.D. esuli in Italia “.
In particolare mi ha colpito la dichiarazione che gli elettori del partito non si sentono traditori ma semmai traditi !
Condivido al 100% l’affermazione conseguente alla delusione dell’atteggiamento del P.D. che dopo l’entusiasmo iniziale per la speranza condivisa da milioni di Italiani di un partito nuovo … a causa del sistematico dire e non del fare … gli elettori hanno perso la fiducia e anche il Partito Democratico è diventato troppo presto un … nuovo partito.
La fiducia deve essere al più presto recuperata partendo con umiltà e fatica dal basso ma non come sistematicamente dichiarato in modo troppo accademico nei salotti del centro-sinistra ma con fatti concreti che manifestino in modo palese le capacità di buon governo nelle amministrazioni ancora governate dal P.D.
Spazio quindi ai Sindaci supportati da chi ha concrete capacità sul fare … e le capacità del dire siano impiegate nel comunicare alla gente la concretezza delle cose fatte !
Bisogna toccare la pancia degli Italiani meglio di come lo fanno oggi i nostri antagonisti ; Berlusconi con le sue indiscusse grandi capacità Spot-pubblicitarie vince perché da delle risposte, anche se illusorie, a ciò che la maggioranza degli italiani chiede.
Dobbiamo cambiare campo di gioco con nuove strategie per recuperare la fiducia persa con grande umiltà, con facce nuove e con grande onestà da esibire con orgoglio le nostre concrete qualità sul fare e avere il coraggio di ammettere ogni errore di percorso … dobbiamo insomma recuperare la fiducia persa con l’esempio !
Ai nostri Sindaci chiedo di fare cose concrete che restino … che caratterizzino in positivo il nostro passaggio anche per le future generazioni. Non solo quindi manutenzioni o progetti filosofico-culturali ma anche opere che migliorino la qualità ambientale delle nostre città !
So bene che le difficoltà burocratiche sono dei macigni che condizionano pesantemente il via di concrete operazioni , ma questo aspetto non interessa alla gente … il politico è valutato solo sulle rapide capacità di concretizzare quanto promesso in campagna elettorale.
Avanti quindi anche assumendo rischi di errori o anche… di coinvolgimenti giudiziari per mancato rispetto della burocrazia a condizione che la moralità ed etica sia palese all’interesse della collettività … in particolare in questo periodo !
Vicenza, 7 marzo 2009
La mia replica a Lucio
Condivido in parte le affermazioni dell'amico Lucio. Sono d'accordo sul fatto che abbiamo parlato troppo, ma sopratutto sul fatto che ci siamo parlati spesso contro, uno contro l'altro, con risultati che sono stati evidenti. Penso altresì che il PD abbia accennato ad un cambiamento ma poi non abbia fatto seguire alle affermazioni di principio, i fatti. La legge elettorale è sempre il porcellum e non si intravvede una vera battaglia verso un cambiamento radicale che porti l'attuale classe politica a mettersi in discussione con le primarie, coinvolgendo in una reale partecipazione i cittadini. Oggi i parlamentari vengono scelti nelle segreterie politiche e la stessa cosa succederà per le Europee e probabilmente anche per le prossime regionali.
Però credo che sia impossibile se non difficile parlare alla pancia degli italiani: usare un linguaggio diverso più comprensibile, meno ideologico,quello sì. Ma seguire Gentilini o Borghezio sulla caccia ai bambini ROM sarà anche popolare e piacerà a qualche italiano, ma ci porta troppo lontano dal nostro bagaglio culturale e sociale. In fondo noi stiamo perdendo proprio il nostro elettorato, al quale dobbiamo tornare a parlare di giustizia sociale,di laicità della politica, di riaffermazione dei principi della costituzione. Noi dobbiamo essere di più noi stessi. E prima o poi se siamo coerenti con le nostre idee e con i nostri valori, quando la destra dimostrerà il fallimento di una linea politica che sta portando alla distruzione del territorio (pensate alla recentissima legge sul condono mascherato che permette a Regioni e Comuni di fare quello che vogliono sul territorio) alla emarginazione della cultura, all'esaltazione dell'egoismo,al trasferimento di un intera generazione di giovani nel precariato, ecc.ecc. l'elettorato rifluirà sulle nostre posizioni: noi dobbiamo parlare alle intelligenze, avendo fiducia che gli italiani non si siano imbarbariti.
Obama, figlio di un africano ed uomo di colore ha vinto negli USA, dopo trent'anni di lotta alla segregazione e noi andiamo verso le proposte alla Tosi di dividere negli autobus gli extracomunitari dagli italiani?? Questa cosa è troppo antistorica e ci isola troppo dal mondo per non farci pensare che prima o poi l'intelligenza, la tradizione culturale del nostro popolo, prevarranno sulla barbarie.
Avanti sempre, con coraggio!
Federico
Una delle poche certezze da tutti condivisa è che … è più faticoso il fare del dire.
La mia banale suddetta considerazione nasce a seguito della lettura dell’articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica del 1 marzo 2009 “ gli ex-voto del P.D. esuli in Italia “.
In particolare mi ha colpito la dichiarazione che gli elettori del partito non si sentono traditori ma semmai traditi !
Condivido al 100% l’affermazione conseguente alla delusione dell’atteggiamento del P.D. che dopo l’entusiasmo iniziale per la speranza condivisa da milioni di Italiani di un partito nuovo … a causa del sistematico dire e non del fare … gli elettori hanno perso la fiducia e anche il Partito Democratico è diventato troppo presto un … nuovo partito.
La fiducia deve essere al più presto recuperata partendo con umiltà e fatica dal basso ma non come sistematicamente dichiarato in modo troppo accademico nei salotti del centro-sinistra ma con fatti concreti che manifestino in modo palese le capacità di buon governo nelle amministrazioni ancora governate dal P.D.
Spazio quindi ai Sindaci supportati da chi ha concrete capacità sul fare … e le capacità del dire siano impiegate nel comunicare alla gente la concretezza delle cose fatte !
Bisogna toccare la pancia degli Italiani meglio di come lo fanno oggi i nostri antagonisti ; Berlusconi con le sue indiscusse grandi capacità Spot-pubblicitarie vince perché da delle risposte, anche se illusorie, a ciò che la maggioranza degli italiani chiede.
Dobbiamo cambiare campo di gioco con nuove strategie per recuperare la fiducia persa con grande umiltà, con facce nuove e con grande onestà da esibire con orgoglio le nostre concrete qualità sul fare e avere il coraggio di ammettere ogni errore di percorso … dobbiamo insomma recuperare la fiducia persa con l’esempio !
Ai nostri Sindaci chiedo di fare cose concrete che restino … che caratterizzino in positivo il nostro passaggio anche per le future generazioni. Non solo quindi manutenzioni o progetti filosofico-culturali ma anche opere che migliorino la qualità ambientale delle nostre città !
So bene che le difficoltà burocratiche sono dei macigni che condizionano pesantemente il via di concrete operazioni , ma questo aspetto non interessa alla gente … il politico è valutato solo sulle rapide capacità di concretizzare quanto promesso in campagna elettorale.
Avanti quindi anche assumendo rischi di errori o anche… di coinvolgimenti giudiziari per mancato rispetto della burocrazia a condizione che la moralità ed etica sia palese all’interesse della collettività … in particolare in questo periodo !
Vicenza, 7 marzo 2009
La mia replica a Lucio
Condivido in parte le affermazioni dell'amico Lucio. Sono d'accordo sul fatto che abbiamo parlato troppo, ma sopratutto sul fatto che ci siamo parlati spesso contro, uno contro l'altro, con risultati che sono stati evidenti. Penso altresì che il PD abbia accennato ad un cambiamento ma poi non abbia fatto seguire alle affermazioni di principio, i fatti. La legge elettorale è sempre il porcellum e non si intravvede una vera battaglia verso un cambiamento radicale che porti l'attuale classe politica a mettersi in discussione con le primarie, coinvolgendo in una reale partecipazione i cittadini. Oggi i parlamentari vengono scelti nelle segreterie politiche e la stessa cosa succederà per le Europee e probabilmente anche per le prossime regionali.
Però credo che sia impossibile se non difficile parlare alla pancia degli italiani: usare un linguaggio diverso più comprensibile, meno ideologico,quello sì. Ma seguire Gentilini o Borghezio sulla caccia ai bambini ROM sarà anche popolare e piacerà a qualche italiano, ma ci porta troppo lontano dal nostro bagaglio culturale e sociale. In fondo noi stiamo perdendo proprio il nostro elettorato, al quale dobbiamo tornare a parlare di giustizia sociale,di laicità della politica, di riaffermazione dei principi della costituzione. Noi dobbiamo essere di più noi stessi. E prima o poi se siamo coerenti con le nostre idee e con i nostri valori, quando la destra dimostrerà il fallimento di una linea politica che sta portando alla distruzione del territorio (pensate alla recentissima legge sul condono mascherato che permette a Regioni e Comuni di fare quello che vogliono sul territorio) alla emarginazione della cultura, all'esaltazione dell'egoismo,al trasferimento di un intera generazione di giovani nel precariato, ecc.ecc. l'elettorato rifluirà sulle nostre posizioni: noi dobbiamo parlare alle intelligenze, avendo fiducia che gli italiani non si siano imbarbariti.
Obama, figlio di un africano ed uomo di colore ha vinto negli USA, dopo trent'anni di lotta alla segregazione e noi andiamo verso le proposte alla Tosi di dividere negli autobus gli extracomunitari dagli italiani?? Questa cosa è troppo antistorica e ci isola troppo dal mondo per non farci pensare che prima o poi l'intelligenza, la tradizione culturale del nostro popolo, prevarranno sulla barbarie.
Avanti sempre, con coraggio!
Federico
Ricevo da Giacomo Possamai
Ho copiato e incollato qui sotto un articolo a proposito della questione dell'informazione (in particolare durante la campagna elettorale dell'anno scorso) di cui abbiamo dibattuto nell'ultimo esecutivo. Riagganciandomi a quel discorso, penso che questa sia la vera dimostrazione di quanto poco ci convenga cavalcare i temi più marcatamente di destra. Sarà un terreno su cui saremo sempre perdenti, almeno finche ci sarà Berlusconi, perchè nel mondo dell'informazione lui ha a disposizione i carri armati, noi le pistole ad acqua.
Come giustamente sostiene Federico, forse è meglio se ricominciamo a parlare dei nostri temi, dei nostri valori.
Spazi raddoppiati nel 2006 e 2007: così aumentò la percezione di insicurezza della gente
Sulle reti Mediaset spesso lo spazio triplicò. Ma i direttori: la politica non c'entraTv, boom di cronaca nera negli anni di Prodi di SILVIA FUMAROLA Romano Prodi ROMA - Durante i due anni del governo Prodi (2006 e 2007) i tg hanno raddoppiato lo spazio della cronaca nera. Secondo uno studio del Centro d'ascolto dell'informazione radiotelevisiva (nato da un'iniziativa dei radicali) dal 2003 al 2007, il tempo dedicato ai servizi su delitti, violenze e rapine è raddoppiato (se non triplicato) passando dal 10,4% dei tg del 2003 al 23,7% di quelli del 2007. Dato significativo che potrebbe avere aumentato la percezione di insicurezza da parte degli italiani, e avere avuto un peso alle elezioni politiche del 2008, tesi sostenuta dal centrosinistra in molte occasioni. Come la convinzione che il senso di incertezza e paura sarebbe nato in parte per il battage dei media. "Adesso arrivano i dati, ma l'abbiamo sempre saputo, Prodi era stato il primo a rendersene conto" commenta Sandra Zampa (Pd) "Purtroppo ce ne siamo accorti a spese degli italiani". Il tema della sicurezza, e dell'uso che se ne fa, è molto sentito anche oggi: "Paura e insicurezza ci sono", ha detto il procuratore capo della Repubblica di Torino Giancarlo Caselli a Ercolano, al convegno "L'etica libera la bellezza" "dovrebbero essere sempre mali da curare ma spesso vengono ingigantiti anche dalla carta stampata e da certa politica". I numeri dicono che nel 2003 il Tg1 ha dato notizie di cronaca nera per l'11% del suo tempo, il 19,4% nel 2006, il 23% nel 2007. Il Tg2 è passato dal 9,7% del 2003 al 21% del 2006, fino ad arrivare nel 2007, al 25,4%. Il Tg3 è la testata che registra il minore aumento, passando dall'11,5% del 2003 al 18,6% del 2007. Sulle reti Mediaset l'aumento è maggiore: per Studio Aperto, la percentuale è stata pari al 30,2 della durata totale dei tg del 2007, contro il 12,6% del 2003. Il Tg5 è passato dal 10,8% al 25,7%. Il Tg4, malgrado il raddoppio negli ultimi 5 anni, ha avuto l'incremento minore, dal 10,2% del 2003 al 20,9% del 2007. "Fare una valutazione di natura politica sarebbe sbagliato, bisognerebbe vedere cos'è successo nei diversi anni" spiega il direttore del Tg5 Clemente Mimun. "Prima non era Chicago ora non è Disneyland. La cosa che ha pesato di più, sempre, è stata la situazione economica, per cui l'idea che qualcuno abbia picchiato sulla cronaca per colpire X o Y, lascia il tempo che prova, se non si controlla cos'è accaduto in quegli anni. Esaminando questo bimestre, si è parlato molto di stupri, oggettivamente hanno colpito l'opinione pubblica. Poi se mi chiede: durante il governo Prodi voleva colpire Prodi?, rispondo no". "Un buon telegiornale racconta le cose che accadono" replica il direttore del Tg2 Mauro Mazza "ma imputare ai tg il fallimento delle elezioni non è accettabile, le ragioni vanno cercate altrove. Il pubblico di metà giornata è più attento alla cronaca e ne segue gli sviluppi. Alle 20,30 la quota diminuisce". Mario Giordano, direttore del Giornale, ha guidato Studio Aperto dal 2000 al 2007. "Ricordo la stessa polemica nel 2000, l'epoca delle rapine in villa. Poi c'è stato l'11 settembre. È vero, è aumentata l'attenzione per la cronaca nera, non solo quella che crea insicurezza. I grandi casi - Cogne, Erba, Garlasco - aumentano gli ascolti. Impiegando la nera in chiave politica pro o contro qualcuno si fa solo un pessimo servizio".
Ricevo da Gigi Poletto
In verità perdiamo voti perchè la nostra "linea politica" si è appannata, risucchiata nella notte hegeliana in cui "tutte le vacche sono bigie".
Sono d'accordo al 100% con Federico: giustizia sociale, uguaglianza delle opportunità, diritti civili e laicità dello Stato, tutela dell'ambiente e sostenibilità, società aperta e tolleranza per la diversità, innovazione e competitività, merito ma guarentigie sociali, Welfare di cittadinanza, integrazione nella casa comune europea, multilateralismo nelle scelte internazionali: sono gli architravi fondanti un moderno Partito della sinistra riformista. Come non si stancava di ripetere Norberto Bobbio le ragioni della Sinistra non si perdono nell'economia globalizzata perchè il discrimine è l'atteggiamento nei confronti dell'uguaglianza. La Destra (Nietzsche) ritiene che gli uomini per natura siano disuguali e che la società li renda uguali, la Sinistra (Rousseau) invece pensa che gli uomini nascano uguali e che la società li renda diseguali. Gli uomini di Sinistra quindi si adoperano per eliminare o ridurre il complesso delle "disuguaglianze artificiali" e ripristinare le "uguaglianze naturali". Approccio troppo ideologico? Forse sì, ma l'ho sempre avuto e non cambio a 50 anni. Personalmente mi adopererò per spostare a Sinistra l'asse del PD.Non un "partito pigliatutto", ma un partito con una forte identità socialdemocratica, socialcristiana e socialiberale, aperto e flessibile nella gestione delle alleanze. Una volta recuperato il consenso di quella parte della società si potrà procedere dapprima ad un consolidamento e poi a decise aperture al centro e ai moderati. Perderemo qualche pezzo che se ne andrà da Casini, con il quale poi si potrà fare comunque un accordo. Ma manterremo il nostro bacino elettorale di riferimento.
Ricevo da Claudio Veltroni
Condivido l'esortazione al fare e a saper dire il nostro fare. La trovo particolarmente adatta anche nel nostro contesto cittadino, dove mi pare che siamo un po' troppo inclini all'autocritica e a bersagliare i nostri vertici, impazienti nei confronti dei risultati, dimenticando che i grandi progetti richiedono tempi adeguati. E' successo con Prodi, a livello nazionale, con Veltroni (speriamo non succeda anche a Franceschini) ma dobbiamo evitare che succeda, qui in città, a Variati. Dobbiamo evitare di amplificare i mal di pancia, ma curarli aiutando i cittadini a vedere i principali provvedimenti già adottati dall'Amministrazione e quelli in arrivo e aiutando l'Amministrazione a leggere i bisogni. Lo sappiamo fare con pazienza e costanza?
Non credo invece che si debba parlare alla pancia, ma alla testa e al cuore, con il coraggio delle soluzioni a medio e lungo termine, che vanno al di la dell'immediato.
Quanto alle regole, penso sia importante rispettarle; i tempi lunghi per la realizzazione di grandi progetti, anche quelli di migliorazione della qualità ambientale, non dipendono solo dalla burocrazia, ma sono proprio intrinseci al progetto, alla verifica della sua efficacia, alla condivisione degli obiettivi e dei mezzi tra i molteplici attori, al reperimento delle risorse sia umane che economiche. E in molti casi i tempi della burocrazia sono in realtà i tempi delle garanzie e delle tutele che la democrazia offre ai cittadini, come accade per le delibere urbanistiche, che concedono tempi per le osservazioni dei cittadini e le controdeduzioni delle amministrazioni.
Ciao a tutti.
Claudio
Condivido l'esortazione al fare e a saper dire il nostro fare. La trovo particolarmente adatta anche nel nostro contesto cittadino, dove mi pare che siamo un po' troppo inclini all'autocritica e a bersagliare i nostri vertici, impazienti nei confronti dei risultati, dimenticando che i grandi progetti richiedono tempi adeguati. E' successo con Prodi, a livello nazionale, con Veltroni (speriamo non succeda anche a Franceschini) ma dobbiamo evitare che succeda, qui in città, a Variati. Dobbiamo evitare di amplificare i mal di pancia, ma curarli aiutando i cittadini a vedere i principali provvedimenti già adottati dall'Amministrazione e quelli in arrivo e aiutando l'Amministrazione a leggere i bisogni. Lo sappiamo fare con pazienza e costanza?
Non credo invece che si debba parlare alla pancia, ma alla testa e al cuore, con il coraggio delle soluzioni a medio e lungo termine, che vanno al di la dell'immediato.
Quanto alle regole, penso sia importante rispettarle; i tempi lunghi per la realizzazione di grandi progetti, anche quelli di migliorazione della qualità ambientale, non dipendono solo dalla burocrazia, ma sono proprio intrinseci al progetto, alla verifica della sua efficacia, alla condivisione degli obiettivi e dei mezzi tra i molteplici attori, al reperimento delle risorse sia umane che economiche. E in molti casi i tempi della burocrazia sono in realtà i tempi delle garanzie e delle tutele che la democrazia offre ai cittadini, come accade per le delibere urbanistiche, che concedono tempi per le osservazioni dei cittadini e le controdeduzioni delle amministrazioni.
Ciao a tutti.
Claudio
Ricevo da Marina Cenzon
Anch'io condivido solo in parete le affermazioni di Lucio. Durante la riunione dell'esecutivo egli accennava al fatto che le persone di Vicenza sono deluse perchè non vedono "i fatti" dell'amministrazione Variati. Credo sia ingiusto pensare che 10 mesi siano sufficienti per risolvere i problemi che l'amministrazione Hullweck ha lasciato completamente perdere per dedicarsi al teatro e agli accordi con i palazzinari. Si tratta di fare dopo aver pensato e condiviso un'idea di città, o le linee da seguire per migliorare l'ambiente, solo per citare 2 problemi importanti.Quanto al parlare alla pancia della gente, condivido la linea di Federico e vorrei aggiungere qualche altra considerazione.Parlare alla pancia della gente soltanto, significa solo seguire la linea di Berlusconi e della Lega sulla paura, quando i reati in Italia sono in diminuzione e gli stupri sembrano di più perché sono in maggior numero quelli che le donne hanno il coraggio di denunciare,anche se le denunce sono sempre inferiori ai fatti di violenza, perchè sono sempre molti di più quelli che si svolgono tra le mura di casa. Oggi sentivo che 1 donna su 3 è a rischio violenza e 1 su 5 è a rischio di stupro. Nelle società in via di sviluppo e nelle società avanzate il dato è quasi identico. Sono dati estremamente allarmanti. Ma dobbiamo fare le ronde per questo? A mio parere no, ma non mi soffermo su ciò perché quasi tutti eravamo d'accordo su questo all'esecutivo ( lasciamo presidiare il territorio alle forze dell'ordine) ma dobbiamo aumentare la consapevolezza dell'uguaglianza e della necessità del rispetto per la persona, sia essa donna, ma anche extracomunitario, o povero, o diversamente abile....Inoltre quale cittadino comune sa che l'UE afferma che sono le donne, il loro inserimento nel mercato del lavoro, con pari dignità e diritti, e agevolazioni per i loro figli, che faranno la vera differenza per raggiungere gli obiettivi di Lisbona, cioè diventare la società della conoscenza più avanzata del mondo? Lo dicono gli studi dell'UE.Allora essere quello che siamo significa certo rispondere ai problemi urgenti della gente, ma anche aiutarli a pensare e a ragionare, dando risposte ai problemi emergenti che siano dettati da una riflessione più ampia.
Mi spiego con un esempio: problema dell'immigrazione. E' uno dei terreni sui quali il Pd da' risposte a mio parere poco articolare e poco comprensibili all'elettorato comune. Ma noi non abbiamo mai dato alla gente nessuna "educazione" su questo. Nessuno li ha aiutati a pensare quanto tra essi siano solo una piccola parte quelli che delinquono e la maggioranza di loro contribuisce in maniera significativa, direi essenziale (basta vedere il loro apporto al PIL, che è quasi il 10%) alla nostra economia e alle nostre pensioni future.Allora questo significa parlare alla gente facendo loro comprendere che non vi può essere tolleranza verso gli stranieri, ma rispetto dei diritti, della loro dignità, apertura vera e integrazione delle culture.Sono solo esempi che andrebbero ovviamene molto articolati. Concordo assolutamente con tutto quello che dice Gigi; mi considero una riformista, ma fare del Pd un partito con unaforte identità socialdemocratica, socialcristiana e socialiberale, aperto e flessibile nella gestione delle alleanze è l'unico approdo che possiamo avere in uno stato laico che deve rispondere alle sfide sempre più importanti poste dalla globalizzazione.
Allora siamo noi stessi e parliamo davvero alla gente, senza parlarci addosso.
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