Scene da un matrimonio
Dal Giornale di Vicenza del 5/2/2009
Vicenza. Ormai la stagione dei matrimoni si avvicina, le fiere cominciano a preparare passerelle, a presentare abiti di tutte le fogge. Le agenzie viaggio sono già in fermento con valigie in regalo per giovani coppie in viaggio di nozze, i ristoranti stanno già pensando ai menù più fantasiosi e caratteristici. Relais, castelli, dimore antiche, ville con grandi parchi continuano ad andare per la maggiore nella scelta della location.Ma c'è un dato incontrovertibile: i matrimoni sono in calo. In città al 31 dicembre scorso si è toccato il record storico: 383 unioni, contro le 563 del 2000. In nove anni c'è stato un decremento del 32 per cento. E come se non bastasse i riti civili hanno superato quelli religiosi: 206 quelli celebrati nella sala degli Stucchi contro i 177 "sì" pronunciati sull'altare.In tempi non lontani, il primo desiderio di una giovane coppia innamorata era di sposarsi, mettere su casa e fare figli. Oggi non è più così o, almeno, non per tutti. Molte persone, anche se innamorate, preferiscono la convivenza alle nozze. Non solo. L'età di chi decide di compiere il fatidico passo si alza sempre di più: gli uomini si avvicinano ai 37 anni, mentre le donne si fermano a 33.In nove anni - secondo cifre e dati comunali - molto è cambiato nei costumi dei vicentini. A sostenerlo Lorenzo Beggiato, capoufficio della sezione statistica del Comune. «Che ci si sposi sempre meno credo sia un dato inconfutabile e incontrovertibile - esordisce - evidentemente i giovani meditano un po' di più, magari anche sulla base di carriere e studi che spesso impediscono una sicurezza economica immediata. Inoltre - prosegue Beggiato - anche nella nostra provincia, considerata per eccellenza cattolica, è passato il boom dei matrimoni religiosi. Se fino al 2005 la tendenza era decisamente a favore di questi ultimi, è seguita un'inversione di tendenza nel 2006 con il primo sorpasso significativo: 243 riti civili contro i 218 religiosi, sorpasso che ora si è consolidato». I matrimoni tra italiani restano la maggioranza, quelli misti si attestano sul 12,4 per cento, quelli tra stranieri sull'11,3 per cento.Più "sì" in Comune? E, allora chi meglio di Federico Formisano, indicato dal sindaco Achille Variati quale consigliere con delega ai matrimoni, può offrire una visione di quanto sta accadendo? «Direi che ci sono più aspetti da considerare - puntualizza subito Formisano -: una volta il matrimonio civile veniva considerato una formalità: pochi parenti, cinque minuti di cerimonia, una bicchierata e poi tutti a casa. Ora, questa tendenza è decisamente cambiata: chi si sposa in Comune lo fa in abito bianco, gli invitati sono molti e tutti eleganti. Ci sono fiori, musica e poi via con pranzi e cene». Ma come sono le coppie che scelgono sala Stucchi? «Alcune arrivano da una lunga convivenza, anche con figli. Recentemente due vicentini si sono sposati - racconta Formisano - con le figlie che facevano da testimoni: i genitori hanno atteso che diventassero maggiorenni». Insomma, la convivenza è un passo che precede il matrimonio? «Dall'esperienza accumulata in questi anni dire di sì, magari si sposano se hanno figli perché l'unione ufficiale offre garanzie maggiori sotto il profilo legale».Non restano che gli stranieri. «Il marocchino che sposa la ragazza italiana e il vicentino un pò attempato che si unisce con una moldava, rumena, russa, spesso molto più giovane di lui. Recentemente è arrivata una coppia: lui aveva 44 anni, lei esattamente la metà. Infine - conclude Formisano - ci sono stranieri che scelgono Vicenza per coronare il loro sogno d'amore. Che sia per il Palladio, per i palazzi storici, per il paesaggio circostante...?». Non si sa, ma accade...
Chiara Roverotto
Nessun commento:
Posta un commento