domenica 11 gennaio 2009

Lettera aperta

Caro Luca

Non ti risponderò sul Giornale di Vicenza perché non voglio allargare una polemica che mi pare sterile e sciocca, ti risponderò su questo mio blog che so essere letto da due o tre amici e da pochi altri. E se anche tu non dovessi leggere queste mie parole, pazienza: qualunque cosa ti si dica o scriva non sarà utile a farti cambiare idea ed atteggiamento, perché difficilmente le persone come te mutano parere anche di fronte all’evidenza.
Tu, caro amico, parti da alcuni presupposti:
- tutti ce hanno con te, anche se non si sa bene per quale motivo!
- La politica è permeata di persone cattive che agiscono con fini perversi.
- Questi disegni occulti vengono tramati anche alle spalle del Sindaco, con il segreto fine di rilanciare personaggi che oggi sono finiti ai margini della politica;
Sono presupposti erronei e cercherò di dimostrartelo:
- non c’è un disegno in negativo che ti riguardi, per il semplice motivo che le persone sono impegnate a fare altre cose, forse un po’ più importanti che occuparsi dei tuoi colpi di genio e delle tue uscite estemporanee: a Napoli (città da cui proviene la mia famiglia) diciamo che “cà tenimmo che meglio che fa..” (qua abbiamo cose più importanti da fare); stai attento solo a non insistere con questi vittimismi perchè rischi di isolarti completamente nel Partito.
- in politica ci sono persone buone e cattive come nella rimanente parte della nostra società;
- stiamo lavorando per fare in modo che sia migliore l’immagine di Vicenza (non c’è bisogno che tu ti trasformi in solerte spazzino per andare a raccogliere tutte le fetenzie che ci sono in giro per Vicenza.) Lascia stare le voci e pensa a fare bene tu il tuo ruolo che non sempre sei stato inappuntabile nei comportamenti, arrivando in ritardo ai consigli comunali, non partecipando alle riunioni di maggioranza, creando qualche problema nei rapporti fra liste di maggioranza.

Io sono un esponente dell’Associazione “Vicenza Riformista” da quando è stata costituita circa sei anni fa, negli uffici di Matteo Quero e con presenze che qualificano la vita politica della nostra città: da Giuseppe Pupillo, oggi valido presidente della Biblioteca Bertoliana, a Diego Bardelli, ex Assessore provinciale,da Ubaldo Alifuoco, presidente uscente della commissione territorio, al sottoscritto, capogruppo del PD in consiglio comunale, da Antonio Baldo, regista e scrittore, a Mario Balbo, storico sindacalista della CGIL, da Maria Antonietta Spiller, ex consigliera provinciale e responsabile di molte associazioni nel modo delle pari opportunità a Marina Cenzon, vice coordinatore del PD cittadino, da Adriano Verlato, già responsabile provinciale dei Cittadini per l’Ulivo, a Susanna Pinna, ex consigliera di circoscrizione, candidata ad essere il primo coordinatore cittadino del Partito, da Lino Ferrin, responsabile regionale dei CUPLA, a Lucio Zaltron, coordinatore del Circolo della zona 3, da Stefano Giusto a Francesco Boschetto, da Carlo Sartor ad Enrico Storti, da Patrizia Pira ad Aldo Bianchini, da Ruggero Marzotto a Giuseppe Nardin, da Barbara Olper a Nando Parisotto, da Luciano Giaretta a Gaetano Zampieri, da Osvaldo Zaupa a Renzo Bellini, a moltissimi altri amici con i quali si è condiviso un comune percorso e tante battaglie politiche.
Ci siamo sempre ispirati solo ad un cosa: al cambiamento della politica. Volevamo che nel Partito Democratico ci fosse trasparenza ed onesta, volevamo soprattutto che i cittadini e gli elettori fossero coinvolti in un reale processo di partecipazione, attraverso primarie da fare sempre, attraverso la democrazia dal basso, ecc.
E abbiamo portato avanti iniziative che si sono sempre ispirate a questi principi: battendoci per le Primarie assieme ad altre Associazioni come Vicenza Capoluogo e l’Associazione Bilancio Partecipativo. Ricordo quando tu da Segretario politico dei DS venivi a dirci che nel tuo partito c’erano grosse obiezioni contro le primarie e di fatto ci impedivi di approvare un regolamento che era stato sottoscritto da ben dodici gruppi, associazioni o partiti del centro sinistra.
Abbiamo sostenuto pressocchè da soli la battaglia del referendum per il cambiamento della legge elettorale, facendo venire per due volte il Prof. Guzzetta a Vicenza, e passando tre mesi in piazza a raccogliere firme contro il Porcellum, la legge elettorale voluta dal centro destra. Non ricordo di averti mai avuto al nostro fianco.
Siamo stati la base dell’Associazione Veneta per il Partito Democratico, e nel momento in cui molti non credevano nel nuovo soggetto, noi abbiamo combattuto e ci siamo battuti per avere un partito nuovo, diverso, pronto a cambiare la politica del nostro paese.
Io sono onorato di aver fatto parte e di essere stato uno dei pionieri di Vicenza Riformista. E sono felice di avere potuto coltivare splendidi rapporti interpersonali con gli amici di questa Associazione, con i quali sono legato dall’identità di vedute, dalla stima, dalla sensazione che pur non provenendo dalla stessa cultura e dagli stessi mondi vogliamo andare nella stessa direzione. Non so perché questo dia fastidio, ma noi ci troviamo assieme a discutere, ma anche a curare i lati della buona compagnia, della buona tavola, del tempo libero.
E questa esperienza rimarrà anche dopo che la politica sarà passata, che saranno finite le beghe da due soldi che la caratterizzano, gli atteggiamenti di persone piccole che demonizzano per il solo gusto di farlo.
Tu invece ci vedi come una sorte di consorteria, di camarilla, di organizzazione carbonara, che trama nell’ombra e che pensa di non fare gli interessi della parte politica, il centro sinistra, nella quale ci identifichiamo senza se e senza ma.
Mi verrebbe da dire che è un tuo problema, ma quando lo rendi pubblico non è più così.. Diventa un problema di tutti. Diventa un fastidio a cui dobbiamo affannarci a rispondere. Ho parlato di questa cosa al Sindaco nel suo Ufficio quando sono andato a fargli gli auguri di fine anno; gli ho detto che in città circolavano illazioni gratuite su presunte manovre alle sue spalle. Smentivo qualunque compromissione mia e dei miei amici. Variati che è persona intelligente ha chiuso subito il ragionamento: “ho molto apprezzato- mi ha detto- quello che hai fatto in questi mesi da capogruppo del partito”.
A che cosa serve discutere sulla definizione di riformisti?? Sarebbe come se ci mettessimo a discutere se qualcuno possa definire la propria associazione “Vicenza vattela a pesca” con questo capzioso ragionamento: “se siamo tutti vicentini che senso ha che ci sia qualcuno che definisce la propria associazione con il nome della città???”
E comunque, quando è nata Vicenza Riformista, in molti non sapevano ancora che cosa volesse dire il termine Riformista!
E poi sta storia che noi vorremmo scalzare Variati dalla sua poltrona.. Ma via, se mi stimi almeno un po’ tu sai bene che, tra i tanti difetti, ho almeno due pregi: l’intelligenza, e la comprensione della politica. Variati sta sullo scranno da sindaco come il cacio sui maccheroni, come la grappa nel caffè corretto, come il formaggio con le pere. Ha una visione politica superiore e le sue mosse sono tutte ispirate a riportare Vicenza al ruolo che merita in ambito di rapporti con i comuni contermini, con la provincia, con la Regione. Gli amici di Vicenza Riformista la pensano come me, ma non per convenienza bensì per convinzione e guardati sul dizionario la differenza fra le due parole.
Allora, caro amico, dai un taglio a queste storie. Comincia a lavorare seriamente per il partito e per il gruppo consiliare: se tu facessi la tua parte come la faccio io, non ci sarebbero problemi.. questo è il vero e solo problema: dentro nel PD ci sono troppi protagonismi ed il tuo, di tutti, è quello più esasperato. Io non sottovaluto i personalismi; le associazioni passano, le persone che si sovrastimano no...
Buona notte!

Federico Formisano


Ecco la lettera di Luca Balzi a cui rispondo con questa mia:

Cari amici,Vi invio per conoscenza una lettera che ho inviato al Giornale di Vicenza e che è stata pubblicata oggi.Avrei preferito non scriverla e non inviarla. Ma non ho potuto fare a meno di reagire a un attacco che mi ha rivolto Adriano Verlato, senza per altro nominarmi, ma facendo chiaramente capire che si rivolgeva a me (grave scorrettezza!), in una lettera precedentemente pubblicata dal giornale. Questi nostri amici amano definirsi "riformisti", come se tutti noi, del Pd, con la sola loro eccezione, fossimo dei biechi conservatori o dei facinorosi rivoluzionari. Siccome mi ero permesso di dire, in un'intervista, che tutti gli aderenti al Pd sono riformisti, mi si attacca e mi si accusa e il Verlato mi scrive che una cosa è dirsi riformisti, altra è comportarsi da riformisti. Questi nostri amici, probabilmente, pensano che attaccare sul giornale i compagni di partito sia un gran segno di riformismo. Io penso che sia solo arroganza. E poiché so di preciso che qualcuno nutre qualche disegno contro la Giunta Variati, ho voluto dirlo, in modo da farlo uscire allo scoperto. Lietissimo, ovviamente, se potrò costatare che tale disegno è stato accantonato e siamo ancora tutti qua, riformisti veri o sedicenti, a lavorare per il bene della città e della provincia, senza diventare strumento di disegni nati altrove e con fini che non ci appartengono.Se lo vorrete, Vi sarò grato se potrò conoscere il Vostro parere.Un caro saluto. Luca Balzi ____________________________________________________________
LETTERA PUBBLICATA SUL GIORNALE DI VICENZA

Quasi quasi mi verrebbe da pensare che il Verlato si riferisca a me quando, nella lettera al direttore pubblicata il 4 gennaio, parla di un giovane consigliere comunale del Partito Democratico, reo di aver sostenuto che definirsi riformisti, nel Pd, o è pleonastico o è da furbastri.Ma non penso proprio che il Verlato, aduso a cimentarsi, con le sue critiche, con i grandi della politica nazionale, da Prodi a D'Alema, da Veltroni a Rutelli, perda tempo e parole per me. Ne sarei fin troppo lusingato. E apprezzerei la grande delicatezza di non aver voluto chiamarmi per nome.In ogni caso io ribadisco: definirsi riformisti, nel Pd, è una furbata, pura e semplice. E distinguersi da tutti gli altri in quanto ci si ritiene i soli riformisti è insieme atteggiamento arrogante e presuntuoso. E non porta nulla di buono al partito.Certo, una cosa è dirsi, un'altra è essere riformisti. Per esempio, io arrivo a credere che non sia una grande manifestazione di riformismo l'azione politica di chi si adopera, fa riunioni, organizza incontri, va alla ricerca di adepti, al solo scopo di mandare a casa il sindaco del Pd per mettere al suo posto una nota esponente del centro destra, in un coacervo di personaggi provenienti un po' da tutte le parti politiche, relegando così il centro sinistra all'opposizione per chissà quanti anni.Io, da giovane consigliere, quindi privo della esperienza di chi da lunghissimi anni è in trincea e quindi è di me assai più smaliziato, penso che un riformista vero dovrebbe dare una mano a Variati affinché possa dimostrare che anche una Giunta di centro sinistra è in grado di operare, e di operare bene, per il futuro della città. Anche se il sindaco, magari, non ha dato al suddetto riformista, le soddisfazioni che pretendeva.Io so che su questo il Verlato non può non essere d'accordo con me, nonostante la mia inesperienza. Lo invito, pertanto a essere vigile, attento e avvertito. Saluterò con entusiasmo "riformista" una sua lettera, lui che ne è prolifico autore, in cui denuncerà manovre di tal genere. E sarò ancor più entusiasta se verrò a sapere che si è adoperato per bloccarle. Riformisti permettendo.Luca Balzi - consigliere comunale gruppo PD




3 commenti:

Anonimo ha detto...

caro federico ti ringrazio per la chiarezza, l'equilibrio ed il contenuto della tua risposta. Soprattutto ti ringrazio perchè come capogruppo in consiglio comunale hai risposto in modo autorevole.

Anonimo ha detto...

Caro Federico e cari Amici,
ancora una volta, ciò che colpisce nella lettera di Balzi al Giornale di Vicenza è l’utilizzo del perfido sistema delle allusioni, del “dico e non dico”, finalizzati a demonizzare semplici diversità di opinioni. Ormai pare sia uno stile diffuso a destra e a sinistra. Si lancia una accusa pesante verso qualcuno che non si nomina chiaramente, e poi si fa seguire tale accusa da alcune indicazioni allusive in modo che si possa sempre dire che ci si riferiva ad altri.
Questo metodo è segno di codardia e di pusillanimità. Le persone che lo usano sono una specie di “nuovi untori” che, sulla scia degli untorelli di manzoniana memoria, spargono il veleno del sospetto che lascia sempre qualche malefico effetto.
Così, se non si è d’accordo con taluni comportamenti di colleghi di partito e si esternano posizioni varie, dentro un dibattito che è diritto sacrosanto degli appartenenti al PD, vuol dire che l’obiettivo è quello di favorire il “nemico” politico ai danni, ad esempio, del sindaco.

E’ evidente che se dovessimo accettare per valido questo metodo, ogni discussione interna sarebbe bandita, ogni manifestazione di dissenso diventerebbe “lesa maestà”.
Ebbene, vale per Balzi ciò che ho detto per altri untori della politica: se hanno accuse precise le dicano con nomi e cognomi. Altrimenti tacciano e riflettano sui danni del proprio meschino operare.

Anonimo ha detto...

Caro Federico, la tua è una risposta splendida, come sempre messa sul positivo, senza l'intenzione di rompere con nessuno.