mercoledì 7 gennaio 2009

La social card non funziona; il resto manco che manco!!!




Dal Giornale di Vicenza del 5/1/2009

La social card non funziona. La tessera dei poveri è usata da appena un quarto degli aventi diritto per troppa burocrazia e complessità». Lo sostiene Giovanni Rolando, capogruppo della lista “Variati sindaco” che ha presentato un’interpellanza perché la giunta si attivi presso Regione, prefettura e parlamentari vicentini per modificare tempi e modalità di gestione della social card.«La carta dei poveri - scrive Rolando, che è presidente della commissione “Affari sociali” - consente di fare acquisti nei supermercati per 40 euro al mese. Secondo i requisiti stabiliti dal governo, spetta ad anziani e famiglie in difficoltà economiche, con redditi bassissimi. Al 31 dicembre 2008 le carte caricate dall’Inps erano 330 mila contro l’obiettivo fissato dal governo di fornire la card a 1,3 milioni di cittadini. Tutta colpa della complessità del meccanismo con cui viene rilasciata la carta, che costringe gli aventi diritto a un procedimento burocratico, farraginoso e umiliante». Rolando denuncia anche numerosi casi di esclusione «perché i meccanismi di accesso sono pieni di trappole. Emblematico il caso di una pensionata di 71 anni che percepisce 480 euro al mese. Da sola avrebbe diritto alla social card, ma ha un figlio invalido al 100 per cento, che percepisce una pensione di 254 euro al mese. Sommando i due redditi, anziché dividerli per due, l’anziana non rientra più nei requisiti e tanti saluti bonus per la social card. La tessera dei poveri tende a dividere i cittadini in sotto-livelli oltre a essere socialmente molto iniqua».

La questione denunciata da Giovanni Rolando è di grande attualità e questo blog l'aveva sollevata ancora all'inizio. Ho raccolto molte indicazioni al riguardo che denunciano situazioni analoghe a quella evidenziata da Gianni nella sua interrogazione: disoccupati al limite della sussistenza che non hanno diritto alla Social Card perchè non vi rientrano per fattori anagrafici o di composizione del nucleo familiare, pensionati che sono esclusi perchè considerati ricchi in quanto posseggono la casa dove abitano ( e magari vivono in due con cinquecento euro al mese), ecc.
Ma il fatto più clamoroso è quello denunciato anche dai Giornali con persone che hanno ottenuto la Social Card, hanno dovuto esibirla come indice della loro povertà nei Supermercati che hanno aderito all'invito del governo e che si sono sentiti rispondere che non funzionava. Non essendo in grado di pagare la spesa hanno dovuto lasciare la merce sui banconi subendo nel migliore dei casi lo sguardo impietosito degli astanti.
Adesso i media nazionali fanno a gara a chi le spara più grosse sui saldi; è una sorte di guerra al rialzo da parte degli intervistatori: Lei quanto spende per i saldi? Duecento Euro! E lei?? Trecento, ovviamente! Un'asta che induce gli ascoltatori ad una partecipazione emozionale che porta a spese ingiustificate e irrazionali. E' la politica del Governo per indurre l'economia a riprendersi dalla fase della stagnazione in cui è precipitata.
Berlusconi non cambia il suo clichè: venditore di tappeti era, imbonitore rimane. Confonde il suo ruolo di Presidente del Consiglio con quello di padrone delle televisioni Fininvest (trattando poi alla stessa maniera le televisioni pubbliche che gli sono totalmente asservite).
Ma le politiche strutturali di cui il Paese ha enorme bisogno: beh, quelle possono aspettare.

Federico Formisano

Giovedì 11/11/ 2008, all’indomani dell’uscita della normativa sulla “social card” ho accompagnato i miei genitori di 75 e 78 anni e con un reddito di 450 e 480 euro ciascuno, presso l’ufficio postale di Silvi Marina, in provincia di Teramo, per ritirare i moduli della “social card” presso l’Ente Patronato.Ma davanti al commercialista dell’Ente, la grande sorpresa, o l’immensa bufala. Secondo la legge dell’attuale Governo in carica, che stabilisce i requisiti per l’attribuzione della stessa, i miei genitori non hanno diritto alla “social card”, poiché nell’abitazione di cui usufruiscono e risiedono, senza esserne proprietari, ma usufruttuari, vi è il “garage”. Vien da sorridere ma è così, il garage viene considerato “immobile di lusso”, perché è fonte di reddito. Anche se ne usufruisci, ossia anche se non lo possiedi. Questo è stato sufficiente per non avere avuto riconosciuto il diritto alla “social card”. Assurdo! Spero si consideri come il fatto, sconcertante da renderlo pubblico. Gli italiani non meritano di essere presi più in giro in un momento in cui la solidarietà e l’aiuto dello Stato dovrebbe rappresentare un dovere.Nella giornata di oggi mio padre ha saputo dall’Ente Patronato, che altri pensionati non hanno ricevuto lo stesso diritto per lo stesso motivo e per altri ancora più sconcertanti e che in molti sarebbero andati a protestare nelle sedi INPS interessate, dal momento che dai primi accertamenti sarebbe emerso che ad usufruirne sarebbe stato una persona su trenta………..ventinove anziani su trenta convinti di averne diritto. Come mai? Come si può spiegare? Siamo tutti ignoranti? Stai a vedere che è sempre colpa del cittadino che non si informa bene……….In Italia i proprietari di immobili superano 85% della popolazione e di questo il 75% ha un garage, perché secondo una legge varata negli anni settanta, stabiliva che gli immobili di nuova costruzione dovevano avere annesso il garage. Questo governo non poteva non saperlo, anche prima di fare la SOCIAL CARD. E allora viene da chiedersi, a chi pensava di darne i benefici? Perché allora non ha spiegato bene, queste cose ai cittadini, invece di illuderli, e mortificarli come poi è accaduto? Le normative che contenevano i punti fondamentali che stabilivano il diritto all’erogazione sono arrivati agli Enti il giorno 10/11, prima di allora, nessuno sapeva con certezza quello che si nascondeva dietro la legge, tutti quegli anziani che prendevano sotto le 500 euro erano convinti di averne diritto. Come si può commettere un’azione così nei confronti di persone anziane e deboli, che non sanno come difendersi? Le persone che hanno lavorato una vita e con tanti sacrifici si sono comprati una casa o che ne usufruiscono anche senza esserne i proprietari e che vivono con meno di 500 euro al mese non possono vedersi negare un beneficio, anche se misero, che è stato tanto sbandierato in televisione, perché si ritenga che questi anziani non ne possano avere bisogno? Bisognerebbe avere più rispetto per queste persone, poiché è grazie a queste, che oggi molte persone occupano posizioni importanti e hanno una vita decorosa, proprio un bel ringraziamento. ……“ Riccardo Romandini”

Ora, Signor Ministro, 450 milioni di euro, suddivisi per 12 mesi e per 2 milioni di persone, non fa 40 euro al mese (che pur sarebbero una elemosina), bensì 18,76 euro al mese. O, se preferisce, 0,62 € al giorno. Venti caffè al banco, al mese.
Ma la faccenda è ancora più sporca, e, se possibile, peggiore: 450 milioni di euro NON BASTANO a dare questo mezzo caffè al giorno a tutti gli “aventi diritto” per reddito. Signor Ministro, in Italia esistono circa 6.000.000 di persone appartenenti a famiglie con reddito familiare inferiore a 6.000 euro, spesso mono-componente. Questa fantastica “card” dell’elemosina” spetterebbe quindi a circa 4 milioni di nuclei familiari.
Rifacciamo i conti all’inverso? 4 milioni di nuclei familiari, per 40 euro al mese, per 12 mesi. Fatto? Si dovrebbero stanziare, “a regime”, 1.920 milioni di euro, e non 450. Esattamente 4,3 volte di più delle cifre da lei stanziate.
Oppure rifacciamolo partendo dai SUOI numeri: 450 milioni stanziati, suddivisi su 4 milioni di nuclei familiari “aventi diritto”, che contano per circa 6 milioni di persone. Fatto? Bene, lei sta stanziando, con questo spot, ben 9, 375 euro al mese per nucleo familiare. Se vuole ridurre la cosa al giorno ed al “pro-capite”, siamo alla follia di 0,21 € a persona/giorno.
Cmq se la matematica non è un pignone (cit.) qualcosa non torna:La Social card costerà «a regime 450 milioni di euro» l’anno e riguarderà «1.300.000 soggetti».A regola 40€ il mese X 1.300.000 soggetti x 12 mesi = 624 milioni
Questa è grossa!!! Leggi!!!
Chi abita in un paese in cui non ci siano negozi convenzionati, che abbiano il pos, dovranno farsi accompagnare a spendere quei soldi in un paese più grosso o in città, nella mia città ad esempio fino ad ora la convenzione è stata fatta solo con un centro commerciale, fuori città e raggiungibile solo da chi possiede l’auto.
Cosa succede a chi non riesce a spendere i 120 euro per fine anno? (Domanda che ho posto ad un’amica che lavora in un caaf) Con il primo di gennaio verranno caricati 80 euro per i primi due mesi dell’anno e assorbito il residuo dei mesi precedenti, quindi che vi siano 120 o 3,55, i precedenti 120 se non verranno spesi andranno persi e con il nuovo anno se ne ritroveranno solamente 80!!
un reddito isee da 6.000 euro oppure 8000 euro per over 70 è una presa ingiro…oggi ho visto anziani ansiosi correre al sindacato….devono faretutto entro il 31/12 altrimenti perdono il bonus di 120 euro…al sindacatomi hanno detto che oltre al reddito isee occorre aggiungere assegni per ilnucleo familiare e indennità di accompagnamento che sono entrate non tassate
SCOPERTI I VINCOLI SEGRETI PER SOCIAL CARD E BONUS DI TREMONTI,CHE NESSUNO SAPEVA E NON ERANO STATI RESI NOTI E CHE SONO:
Tra le condizioni per aver diritto alla card ci sono:a) non si deve superare complessivamente l’importo di 15.000 euro di valori mobiliari (depositi, titoli ecc.).;b) non si deve essere proprietari, insieme al coniuge, di più di un immobile con quota maggiore al 25%. La quota di proprietà dei due coniugi deve essere sommata (es. marito 15%, moglie 15%, totale 30%: non si ha diritto alla card); tra questi immobili rientrano anche le pertinenze delle abitazioni principali (garage-box);c) I soggetti interessati, quale prima condizione per avere diritto alla card, non devono avere un ISEE superiore ai 6.000 euro, (un valore realmente troppo basso) e non devono avere un reddito complessivo superiore a 6.000 o 8.000 euro (dipende se sono under o over 70).
Per quanto riguarda il bonus alle famiglie ci sono alcune considerazioni e domande da fare:
a) perchè non si prende come riferimento l’Isee che indica la situazione economica delle famiglie?b) a differenza della card, i valori mobiliari qui non c’entrano, quindi anche chi ha depositi per centinaia e migliaia di euro può avere diritto al bonus;
c) se i componenti del nucleo, richiedente compreso, non possiedono alcun reddito o possiedono redditi esenti da irpef (esempio solo pensione sociale oppure rendita Inail) non hanno diritto al bonus. Ma in realtà sono coloro che effettivamente sono i più svantaggiati:d) se all’interno del nucleo familiare c’è un componente fiscalmente a carico, che ha una Partita IVA aperta, il nucleo perde il beneficio. Anche se non fatto alcun movimento ed ha un reddito pari a zero!
La social card è gestita dalle Poste perché il servizio bancario delle Poste è gestito da Banca Mediolanum che è di proprietà al 51% di Ennio Doris, sapete quello che si vede nella pubblicità della banca suddetta, e per il 49% è di proprietà di un tizio che è amico di Bush e di Putin, un certo Bassino.
Social card, i soldi non arrivano
Assalto ai centralini di Poste e Inps
Dovrebbero essere ricaricate con 120 euro entro “due giorni lavorativi”, come indicato sugli stessi moduli del ministero dell’Economia, ma molti che hanno ricevuto alla social card aspettano da una settimana senza che su questa venga accreditato il contributo del governo.Hanno mandato la social card per posta a casa delle persone, prima delle elezioni regionali, poi dopo le elezioni credendo di potendo usare le social card hanno trovato la sorpresa, non le hanno potute usare, perché erano vuote. Ad oggi 28/12/2008 nessuno ha ricevuto un solo euro sulla carta.
Intanto grazie alla social card le elezioni regionali le hanno vinte. Complimenti!.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

A parte questo vorrei sottolineare l'aspetto offensivo della social card.
I più poveri sono segnati a dito...
Vai a fare la spesa e tiri fuori questa tessera, è come sbandierare al mondo il tuo status sociale.
Io finora non ho ancora visto una sola persona che la esibisce. E voi??

Anonimo ha detto...

Io so solo che mio zio che ha 78 anni ha sbarrato gli occhi.... ...a detto che sta tessera qua è simile a quella dei tempi di Mussolini....quando la gente povera aveva la tessera per essere agevolato...beh almeno li nn pagavano il dottore ...le analisi...le tasse ...qui invece tio prendono per i fondelli...40 euro al mese..nn ci compri neanche un litro di latte....vergogna !!!!!
( dal blog fuorum di ax)

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare che, il 06.12.200negli uffici postali ove mi accingevo
al pagamento di bollettini vari, lo scrivente notava due persone note che
ritiravano la social card. Entrambi molto conosciuti dai miei concittadini,
uno Commerciante in Pelletteria e Calzature, l'altro un'Artigiano
Tappezziere. Chiaramente i due "poveretti" con il Suv e la casa al mare, non
riuscendo a guadagnare abbastanza..hanno pensato bene di potere finalmente
comprare il pane usando la Social Card. Che faccia tosta!!! Chi è veramente
povero..ma fruisce della disponibilità di un garage, non ne ha
diritto...mentre il furbo che dichiara quanto gli pare, come reddito, ha
pure il fegato di farsi la fila alla posta per ritirare la Card. Caro
Berlusca & Co....non ci incanti più..i tuoi voti vengono solo da una
parte...dal Popolo della Libera Dichiarazione dei Redditi...

(inviata al sito di Antonio Di Pietro)

Anonimo ha detto...

Apriamo un dibattito sulla questione; ognuno segnali un caso rilevante che gli è capitato sotto gli occhi o che gli è stato fatto presente. Come ha fatto Giovanni Rolando.

Anonimo ha detto...

Lavoro alle poste (per questo motivo mantengo l'anonimato) e vi posso dire che assisto a scene incredibili. Persone che mi chiedono della social card che hanno le lacrime agli occhi dalla vergogna e magari mi tocca dirgli che non gli spetta; e si vede che avrebbero bisogno di una mano. Molti pensionati mi chiedono: l'anno scorso abbiamo avuto un indennità a fine anno di 160 euro e adesso niente o meglio solo la presa in giro della card. Mi verrebbe voglia di rispondere. "Ma l'anno scorso c'era il governo Prodi!!" Ovviamente non posso. Ma qualche volta è dura trattenersi.

Anonimo ha detto...

I miei genitori, che hanno una pensione minima, avevano beneficiato dell'una tantum messa a disposizione dal governo Prodi. Sono riusciti a togliersi quelle poche soddisfazioni che con la loro minima pensione non si possono mai permettere. Ma la social card a loro per fortuna non verrà data, perché posseggono una casa di campagna che mio papà si è costruito un pezzetto alla volta in una vita intera. Ma meno male! Non avrei potuto vedere i miei genitori al supermercato a estrarre quella tessera da poveri che più disperati non si può. E poi non è che qualcuno ci ha guadagnato nella produzione di tutte quelle belle tesserine? L'unica cosa che mi sento di dire in questo momento è che sono invidiosa degli americani che hanno votato Obama! (Giuseppina Sperico - Genova dal Sole 24 Ore)

Anonimo ha detto...

Penso che una ragazza madre come me che non ha mai avuto nessun aiuto economico da questo paese non viene tenuta in considerazione. Lavoro part-time, ma la card è solo per over 70 o bambini con meno di 3 anni. E io sono in mezzo, perché questo paese, il mio paese, non ha mai fatto nulla per me, però mi ha sempre chiesto sacrificio. Non è un Paese giusto e non è un Paese dove esiste giustizia. E se dico che non sono d'accordo, interessa qualcosa a qualcuno? (Sandra C.)

Anonimo ha detto...

Hai una casa di proprietà, non più di un’autovettura, una sola utenza elettrica o del gas, non più di 15 mila euro di risparmi in banca o alle poste. Naturalmente rientri nei criteri stabiliti per ottenere una social card, cioè 6 mila euro se over 65enne o 8 mila se over 70enne. Eppure hai un dannato box, una pertinenza dove parcheggiare l’auto. Ebbene, sei depennato dalla lista dei poveracci. Basta un garage - accusano i sindacati - ma non avere i soldi per arrivare a fine mese per non rientrare più nei criteri della carta.

Dal Giornale di Vicenza del 16/1

Anonimo ha detto...

Coppia di pensionati, caso classico nella lista delle richieste arrivate ai Caf dei sindacati. Per ottenere la social card è necessario che marito e moglie non prendano più di 723 euro complessivi al mese di pensione, che possono lievitare a 923 se c’è il figlio a carico. L'abitazione inoltre non può avere un valore catastale maggiore di 51 mila euro. Sono criteri rigidissimi, accusano i sindacati, per questo chi rientra nella classifica e ottiene la social card è addirittura inferiore alle stime fatte dal Governo.

(dal Giornale di Vicenza del 16/1

Anonimo ha detto...

COMUNICATO STAMPA


Ci sono già in circolazione 423.000 «carte acquisti»: un buon risultato considerando che è uno strumento in circolazione da pochissimo tempo, secondo il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che rigetta le critiche, pur scusandosi per i casi nei quali ci siano stati malfunzionamenti o problemi di comprensione nell’utilizzo: «Si può dire tutto su un Governo. Ma polemizzare sulla povertà non mi sembra proprio il caso».
Il Tesoro spiega che una richiesta su quattro non è stata accolta perché i richiedenti avevano posizioni economiche più elevate di quelle richieste dalla legge. Il ministro per i Rapporti con il parlamento Elio Vito ricorda che le social card si attivano dopo 48 ore dalla richiesta, quindi per due giorni non funzionano. E sarà riaperto il termine per ricaricare quelle carte rimaste all’asciutto perché la richiesta non era arrivata in tempo.
La social card è «umiliante», ha detto il leader Pd Walter Veltroni, perché nei supermercati identifica chi la usa come bisognoso. Il segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini afferma che «si prefigura il fallimento della misura, sul quale il governo farebbe bene a riflettere». Adusbef e Federconsumatori stanno valutando azioni legali per «risarcimento per danno morale» per chi ha avuto la card senza soldi. Ed Elio Lannutti (Adusbef e Idv) l’ha ribattezzata «umilia-card». Una «via crucis infinita» dice il ministro della Semplificazione del governo ombra, Beatrice Magnolfi