martedì 20 gennaio 2009

CARLO, FINCHE’ C’E’ VITA, C’E’ SPERANZA

Mi è pervenuto da un caro amico questo commento al post sulla lettera di Carlo Lombardo e visto l'articolazione e le argomentazioni ritengo opportuno creare un ulteriore post anzichè limitarmi alla semplice pubblicazione in calce..

Carissimo Sig. Carlo Lombardo,
sono rimasto assolutamente allibito ed inorridito dall’episodio cui (permettimi di darti del “tu” in amicizia, anche se io ho un po’ più del doppio dei tuoi anni) sei stato, ahinoi, vittima assieme al tuo amico tanto che, ne sono certo, il tuo grido di dolore e rabbia non dovrà venire assolutamente mai accantonato od evitato. Indubbiamente le tue parole sarebbero più che sufficienti per mettere in ginocchio (chiedendo perdono) ed ammutolire (in questo caso, doverosamente) un individuo qualsiasi ma che abbia quantomeno le sembianze umane. Come dici pur tu nella tua “sensata quanto sensibilissima” esposizione, “la gente deve sapere”. Ed io (come molti altri spero) colgo, doverosamente, il tuo equilibratissimo grido di rabbia unito al dolore (espressioni di sentimenti mantenuti, ammirevolmente, entro i limiti della cristiana sopportazione). Oltre ovviamente ad accordarti con estrema vicinanza, un carissimo abbraccio e totale condivisione del dolore che, ne sono convinto purtroppo, porterai sempre con te, concordo in pieno con la tua analisi, tanto che ogni parola in più rischierebbe di risultare inutile quanto superflua. Come però giustamente dicevi nella tua esposizione: “La gente d e v e sapere”! Ed allora, permettimi se mi lascerò andare ad un ulteriore riflessione, atta magari a rafforzare il tuo grido di cui sopra.Troppi individui, in questa società del “benessere”, si paventano d’abitare al riparo dai rischi (tanto qui siamo nel ricco ed opulento Nord-Est…), d’essere pienamente autonomi ed in grado di badare singolarmente al proprio orticello, senza necessità di sostegno alcuno. In realtà è proprio qui, dove si dovrebbe star meglio che, troppo spesso, si sta decisamente peggio, proprio perché sussiste una sorta di individualismo che ci rende troppe volte presuntuosi e, permettimi, pure sbruffoni. Indubbiamente però qui il discorso ci porterebbe troppo lontano, per cui lascio solo il… pensiero, passando invece ad un’analisi più specifica, partendo dal tuo-nostro “punto-dolens”.
Rifacendomi al gravissimo atto teppistico-animalesco da te subìto, non potevo (scusami il ritardo per la replica ma in realtà ci stavo pensando fin dal giorno della pubblicazione, solo che sono stato preso da mille incombenze e problematiche, parimenti serie…) e non posso, rimanere indifferente, quantomeno per rendere la mia partecipazione al tuo-vostro dolore, un po’ più “partecipata” non relegandola ad un silenzio che, nella fattispecie, farebbe troppo male perché corrisponderebbe ad una sorta d’indifferenza e passiva accettazione. Il che non è e non deve essere. Per cui:- Per quanto riguarda le frasi ingiuriose ed infamanti con le quali siete stati apostrofati, tu ed il tuo amico, credo non meritino alcuna sottolineatura, se non piuttosto una censura totale, perché le offese gratuite e violente nulla hanno a che fare con la contrapposizione dialettica. - Quel che è più grave è che poi dalle parole si sia passati ai fatti (chiaramente i belligeranti avevano intenzione di prendersela con chiunque alla prima occasione), in maniera a dir poco bestiale (scusami, ma mi sto chiedendo perché i gestori del bar non abbiano chiamato immediatamente la Polizia? Serviva a poco? Beh, la “Giustizia” avrebbe fatto il suo corso comunque e non è detto andasse così male…) oltretutto “giustificando” l’azione come doverosa, in nome di non si capisce bene quale forza (se non quella becera, muscolare, magari pure “pompata” da sostanze ben poco edificanti) ideologico-politica? C’era una felpa con la scritta “No Dal Molin”? Ed allora? Qual era il problema? In maniera silenziosa tu ed il tuo amico stavate ponendo all’attenzione, in modo indiretto (ma sentito e partecipe) una problematica che si trascina da un biennio (ufficialmente) e su cui molti cittadini berici, prima o poi si dovranno ricredere. Tanti infatti comprendono benissimo cosa significhi (in termini di assoluto autolesionismo) una nuova Base (militare, mica un ospizio, un centro universitario o ricreativo, come qualcuno vorrebbe far credere) a Vicenza, tra l’altro (inconcepibile!) a due passi dal centro città (con tutti i rischi ambientali, urbanistici ma soprattutto, umani al seguito), eppure troppi finti ingenui (politici, imprenditori e non solo…) fanno orecchie da mercante, fingendosi ciechi, solamente per privilegiare il dio denaro e gli interessi di bottega, in luogo della sicurezza per la città ed i suoi abitanti: INDEGNO!
Dovreste vergognarvi per aver indossato quella felpa che difende la vita? Nemmeno per sogno! Siatene altresì degni, anche se quell’emblema v’è costato un’offesa morale prima ancora che fisica.- I vostri “aguzzini” portavano in “bella” evidenza nel contempo una scritta di un gruppo musicale legato a riferimenti neonazisti… Beh, non credo potessero essere nemmeno degni di voler rappresentare la musica, di qualunque genere essa sia. Sappiamo bene infatti (e lo so per esperienza diretta…) come invece le sette note, sotto qualsiasi aspetto e forma, finiscano per unire i popoli e non per allontarli, nel modo più assoluto. Semmai costoro (che di parvenza umana hanno davvero il nulla) avranno voluto sottolineare “forzosamente” la propria appartenenza politico-ideologica, quella sì, pienamente meritevole di censura (ma lo dice la storia, mica uno qualsiasi) su cui ci sarebbe da aprire un deprimente capitolo a parte... Che dire di quella sorta di grido di battaglia, sì spavaldamente scandito: “Oggi le prendete voi, domani sarete voi a darle…”? Trattasi di grido belligerante in ossequio alla superiorità razziale, cara al nazismo, attuabile attraverso forme violente ed incuranti di qualsiasi rispetto basilare, come possono essere i “muscoli” dopati (al pari del “cervello”) prendendosela con i più deboli, perché in inferiorità numerica, fisica ed anagrafica (ma di molto superiori intellettualmente) in maniera becera, pretestuosa quanto violenta. Perfetta caro Carlo la vostra osservazione: “In democrazia c’è libertà d’opinione ed espressione… nessuno può dire ‘tu vali zero’…”. Purtroppo sulla terminologia della parola democrazia ci sarebbe da discutere, e non poco, soprattutto in tempi come questi, dove l’immagine, l’esteriorità, l’individualismo, la fanno da padroni. C’è poi indubbiamente una grande confusione di ruoli e competenze, c’è (se ne parla tanto) una latente “questione morale” che dovrebbe porre la società a… confessarsi, ancor prima che sconfessarsi, altresì non si conosce il limite della (s)ragione (in)umana, non ci si sente tutelati (non solo a livello giuridico, ma anche sotto varie altre forme “vitali”), insomma, viviamo in tempi dove ognuno di noi si erge a “battitore libero”, a “gerente di verità”, incurante dei propri limiti. Non occorre certo ripercorrere i vari episodi, ma credo che ormai ci si stia vivendo sempre più con il terrore addosso, con la paura di doversi confrontare, di accettare le diversità (siano esse di carattere politico, ideologico, sociale, sessuale o religioso). Se questo è progresso, sviluppo, beh, non sarà certo la tecnologia avanzata, un “reality” show od il computer a rammentarmelo!
Caro Carlo, ci sarebbero mille cose da dire e sottolineare, ma davvero non se ne uscirebbe facilmente… eppoi non vorrei proprio togliere spazio ad altre riflessioni (sicuramente più interessanti della mia) che, auspico, il presente blog (ammirevole) possa ospitare quanto prima, in piena sintonia con la tua sensibilità. Non voglio soffermarmi su quei “quattro inumani quanto sprezzanti” individui, perché non meritano alcuna sottolineatura, che non sia una totale ed assoluta condanna, semmai incoraggiarti a non mollare, a voler comunque credere ancora in una società diversa, più “umana”, capace di intendere ancora con un senso compiuto il valore (vero) della democrazia, meglio ancora se (veramente) Cristiana. E ricorda che in questa vita non sarai mai solo, perché se la giustizia terrena è relativa ed inefficace, ci sarà poi sempre spazio per quella “Autentica”, che solo Colui che la regge, saprà attuare. E tu, come il tuo amico, di certo, non avrete nulla da temere, ma solo d’andare fieri. Della vostra umanità e civiltà. Che Dio ti-vi benedica ed accompagni, anche in questa vita, con molto Fede. E… Speranza. Un abbraccio forte!
Luca

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