sabato 20 dicembre 2014
Mai così pochi consigli
Una fetta di panettone e un bicchiere di spumante. Federico Formisano ha deciso di salutare così, allestendo un banchetto, i consiglieri comunali, il sindaco e gli assessori chiamati martedì sera in sala Bernarda alla loro ultima presenza sui banchi del Consiglio prima di Natale. Sorrisi, abbracci, discorsi, brindisi. E tra tanta cordialità anche un boccone di traverso per il sindaco Achille Variati. No, niente disavventure durante la cerimonia di auguri a palazzo Trissino ma solamente una “polpettina avvelenata” servita proprio dal presidente del Consiglio al termine della seduta.
LA FRECCIATA. «Questo - ha dichiarato Federico Formisano poco prima di chiudere l´assemblea e invitare maggioranza e opposizione a mangiare appunto una fetta di panettone - sarà con ogni probabilità l´ultimo Consiglio prima della fine dell´anno (salvo una convocazione d´urgenza) ed è stato il numero 15. Dal primo gennaio, cioè, ci siamo trovati in aula una quindicina di volte. Credo che sia un minimo storico per il Comune di Vicenza. Evidentemente non c´è più bisogno del Consiglio comunale. Quando c´è stato bisogno in ogni caso ci siamo stati». Punto. Apriti cielo? No. Il cielo sopra sala Bernarda è rimasto abbastanza sereno. Nessuno tra i presenti ha voluto replicare alla dichiarazioni del presidente. Ma per tutti ha parlato la faccia di Achille Variati, visibilmente sorpreso, e stizzito, da quella dichiarazione. Certo, anche il primo cittadino non ha replicato. Ha preferito incassare e buttare giù il boccone amaro, insieme a una fetta di panettone «pagato di tasca mia perché siamo in spending review», sottolinea sorridendo Formisano.
I NUMERI. Cerimonia degli auguri a parte, il quindicesimo e in teoria ultimo Consiglio comunale del 2014 non verrà sicuramente ricordato come una seduta storica. In poco meno di tre ore i consiglieri hanno passato in rassegna, con tanto di voto, oltre venti osservazioni e cinque delibere. Il tutto senza più di tante polemiche, con un´opposizione ridotta all´osso con Dovigo, Ferrarin, Zaltron e Zoppello rimasti sui banchi. E se si può discutere sul numero esiguo di Consigli, si potrebbe e dovrebbe fare anche qualche riflessione su ciò che accade in aula quelle poche volte che si riunisce l´assemblea. Formisano, a mente fredda, non si sottrae dal compito; anzi, dopo aver precisato che il numero di poche sedute «è dovuto principalmente alle disposizioni legislative che negli ultimi anni hanno trasferito molte competenze dal Consiglio comunale alla giunta» rincara la dose mettendo nel mirino la minoranza. «Mi sembra - attacca - che da parte loro ci sia una mancanza di interesse verso il Consiglio comunale. Che contributo hanno dato ieri alla seduta? Ormai l´opposizione si regge sui due consiglieri dei 5 stelle. Forse ci vorrebbe un po´ più di rispetto».
LE COMMISSIONI. Durante l´anno non ci sono state solamente le attività svolte in aula ma anche quelle delle commissioni: 104 le sedute totali. In cima alla classifica ecco la territorio con 31 riunioni (altre 4 prima della fine dell´anno). A seguire la sociale (20 incontri) cultura (14 sedute), quindi diritti e pari opportunità (13), affari istituzionali (12) e controllo e garanzia (10 sedute). «Nessuna di queste sedute - ricorda Formisano - è mai stata rinviata per mancanza del numero legale».
Il presidente sottolinea poi che «durante il corrente anno sono stati discussi e approvati 87 oggetti in Consiglio comunale. È stato dato il via libera il regolamento del Consiglio degli stranieri ed è in fase di arrivo quello per gli istituti di partecipazione. Sono state tenute sedute monotematiche su questioni di grande rilevanza come la Tav e la bretella dell´Albera (tangenziale)».
Fotografia condivisa, ma non la sua interpretazione. Le parole di Federico Formisano, che da presidente del Consiglio comunale ha sottolineato «il record negativo» di sedute, «solo 15 in un anno», scatena reazioni da maggioranza e minoranza. E le critiche prevalgono. Roberto Cattaneo, capogruppo di Forza Italia, sostiene che Formisano «ha perfettamente ragione» sul record negativo, «ma deve ammettere che la responsabilità non è solo nel maggior peso dato dalla legge all´esecutivo ma dal fatto che questo esecutivo e il sindaco non hanno grande interesse verso le opinioni del Consiglio, ritenuto o un soggetto che deve avallare le scelte della giunta o un impiccio». Ma «Formisano non ha minimamente il diritto politico di giudicare le opposizioni invitandole ad avere maggior rispetto di un organismo che non viene, parole sue, sufficientemente messo in condizioni di operare proprio dalla maggioranza di cui lui è parte». Le parole sulle minoranze sono «da partigiano e non da soggetto sopra le parti».
«Non capiamo quali siano le responsabilità delle opposizioni in ordine alle mancate convocazioni dei Consigli - incalza Francesco Rucco, capogruppo di Idea Vicenza -. Noi siamo sempre presenti e diamo il nostro contributo. Si chieda il presidente come mai la maggioranza non elabori delibere consiliari e non partecipa ad alcun dibattito votando tutto quello che la giunta propone senza alcuno spirito critico».
Risuona poi la voce del direttivo dell´associazione Vicenza Capoluogo, che sostiene la maggioranza: «Il presidente ha ragione» sul travaso di poteri «ma anziché rimpiangere il passato, recepisca e sintonizzi l´organo amministrativo che presiede con le nuove funzioni assegnategli dalla legge. Il Consiglio è un organo autonomo», ma «bisogna impegnarsi di più per adottare metodi di lavoro meno autoreferenziali, capaci di portare un contributo di idee e proposte. Potrebbero essere promosse sedute nella quali confrontarsi sul futuro della città, su come favorire la partecipazione, per analizzare le difficoltà delle famiglie, per ricercare soluzioni per ridurre la burocrazia. In tal senso è fondamentale il ruolo del presidente del Consiglio e della Conferenza dei capigruppo».
Se veramente il presidente del consiglio comunale Federico Formisano ha dichiarato che ormai l´opposizione si regge solo sui due consiglieri del Movimento 5 Stelle, è completamente fuori strada». Lo dichiara Valentina Dovigo eletta con Sinistra ecologia libertà e La città respira. «Lo invito a verificare prima di lasciarsi andare a esternazioni del tutto infondate. Innanzitutto perché ritengo di essere stata presente fra consigli e commissioni tanto quanto (se non di più) degli amici del M5S, poi perché è banale valutare l´opposizione più sulla quantità delle presenze che sulla qualità delle proposte».
«Capisco benissimo, invece, il suo senso di frustrazione, che è lo stesso mio, e probabilmente di altri colleghi di opposizione, ma non lo ritengo esente da responsabilità - prosegue Dovigo -. Se la maggioranza viene in Consiglio con tutto già deciso, anche sulle virgole degli ordini del giorno, e rinuncia così ad un confronto vero è la principale responsabile non solo della disaffezione generale verso la politica, ma anche, norme di legge a parte, della perdita di ruolo e di senso del consiglio stesso. Come lo è quando i tempi della conoscenza e dell´analisi sui temi sono ridottissimi e sempre subordinati alla necessità di decidere in fretta, tanto che alla fine prevale sempre il senso di appartenenza».
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