domenica 29 dicembre 2013

Auguri ai Marò

Vorrei porgere i miei più sentiti auguri ai due Marò Italiani che trascorreranno le vacanze di Natale nelle prigioni indiane. Al tempo stesso vorrei assumermi la paternità, peraltro avallata dalla Giunta Comunale di Vicenza, della scelta di esporre da un balcone della Sala Bernarda lo stendardo predisposto dall’associazione Marinai d’Italia. Tale stendardo che recita “ Due figli del popolo traditi e barattati. Vergogna. Italia destati” è stato considerato da alcuni amici come eccessivamente sciovinista e nazionalista. Ammetto che le espressioni utilizzate nello stendardo non sono politically correct, ma ritengo che di fronte alle ultime notizie arrivate dall’Oriente sensibilizzare in modo “forte” l’opinione pubblica in questo momento, sia doveroso. L’organo investigativo indiano (NIA) avrebbe infatti proposto per Massimiliano Girone e Salvatore La Torre la pena di morte. E questo nonostante un preciso accordo con il Ministero degli Esteri Italiani al momento dell’estradizione dei due militari italiani. Credo che sia doverosa un minimo di ricostruzione degli eventi. I due marinai italiani erano stati comandati a bordo di una nave mercantile italiana, la petroliera Enrica Lezie, per svolgere un servizio di prevenzione dall’attacco dei pirati che infestano i mari di alcune regioni del mondo ( e l’Oceano Indiano, purtroppo è uno di questi). I danni provocati dal fenomeno della pirateria è evidente e per un economia come la nostra che si regge ancora sulle esportazioni, il danno è ancora più sensibile in termini di incremento delle polizie di assicurazione, dei costi dei noli, ecc. Ho letto che i due marò sono stati definiti dei mercenari e la cosa veramente m’indispone oltre misura, perché ritengo che prestare un servizio utile alla comunità e, purtroppo, insostituibile, vista la drammaticità della situazione in alcune zone del mondo, sia doveroso ed un adeguato compenso sia il minimo che si corrisponde a chi corre rischi sul piano personale e si allontana dalle proprie famiglie per tempi abbastanza lunghi. Giova ricordare che l’evento contestato (l’uccisione di pescatori indiani) è un fatto gravissimo e doloroso, avvenuto tuttavia in acque internazionali e quindi va giudicato dai giudici competenti, quindi dalla magistratura italiana. In questo è innegabile dire che furono esercitati dalle autorità indiane, abusi e scorrettezze, come il fatto di richiamare in porto la nave con giustificazioni capziose, arrestando i nostri marinai senza averne titolo. Sorvolo sul fatto che l’autopsia sui pescatori non fu effettuata alla presenza di periti di parte, che sulla verità dei fatti gravano pesanti dubbi, sulla correttezza delle pratiche giudiziarie instaurate. Al riguardo si sa che esistono versioni spesso divergenti e contrastanti. Addirittura esistono già libri che cercano di fotografare la realtà dei fatti. Ma su una circostanza, le versioni non sono più discordanti: ovvero sull’atteggiamento ambiguo, inefficace e deficitario della diplomazia italiana e della politica estera del nostro paese . Non credo sia un caso che il ministro degli Esteri Italiani, Giulio Terzi di Sant’Agata sia stato obbligato in questa vicenda a presentare le proprie dimissioni. Resta la considerazione provata da fatti analoghi successi con militari tedeschi o americani, che nessuno stato avrebbe abbandonato così facilmente suoi militari comunque in servizio. Dunque il termine “Vergogna” non deve né sorprendere né inquietare, perché in questa vicenda non abbiamo certo mostrato atteggiamenti condivisibili e degni di una potenza mondiale. E invitare il nostro paese a “destarsi” io personalmente non lo considero né un atteggiamento sciovinista, né, men che meno, nazionalista, ma solo adeguato alla realtà dei fatti. Federico Formisano Presidente del Consiglio Comunale di Vicenza

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