mercoledì 6 novembre 2013

Pattinodromo: guai oggi come allora

dal Giornale di Vicenza del 6 novembre VICENZA. Piove. Ieri, oggi, domani. Scrivi 2013, leggi 2003: da dieci anni in viale Ferrarin proiettano sempre lo stesso film. I rettangoli di parquet sollevati, le macchie di umidità sul controsoffitto, le intemerate contro le imprese e i direttori di cantiere: tutto già visto, tutto già sentito. Sulla sfortunata palestra, con una certa enfasi presentata a fine anni Novanta come “piccolo palasport”, pende la maledizione dell'eterno ritorno che ciclicamente insidia piccole e grandi opere pubbliche vicentine. Prendete questa interrogazione, ad esempio: «I problemi che continuano a manifestarsi al pattinodromo stanno provocando grande ansietà e preoccupazione nelle società sportive che lo utilizzano. Il tetto non è in grado di trattenere l'acqua, con il risultato che spesso piove all'interno». Sembra scritta l'altro giorno e invece venne depositata in consiglio comunale nel gennaio di dieci anni fa, mentre si esauriva il primo mandato Hüllweck. L'autore era un certo Federico Formisano, all'epoca consigliere di minoranza, oggi presidente in sala Bernarda eletto sotto le insegne del Partito democratico. Quel testo è così attuale che all'opposizione potrebbero farne un copia&incolla. Magari - perché no? - se ne potrebbe fare promotore proprio il forzista Michele Dalla Negra: in quei giorni era l'assessore allo sport a cui in origine l'interrogazione venne indirizzata. In questo curioso scambio di ruoli, non solo il copione è il medesimo, ma anche gli attori. Senz'altro un bel colpo di teatro sarebbe la comparsa della relazione tecnica pretesa e a più riprese reclamata da Dalla Negra per venire a capo delle magagne di un pattinodromo che era stato ristrutturato investendo un milioncino di euro: pardon, l'euro in effetti ancora non c'era, erano vive e vegete le lire e ne vennero spese due miliardi tondi.

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