venerdì 17 maggio 2013

Superata una nuova emergenza...


Dopo una notte trascorsa nell’ansia e dopo ore passate a presidiare i varchi, raccolgo le idee e faccio il punto della situazione, soprattutto rispondendo alle domande che mi sono sentito porre più volte dai cittadini sgomenti e spaventati.

Ma possono bastare poche ore di pioggia per mettere in ginocchio una città ?

E’ cambiato il regime delle piogge. Non so io ad affermarlo ma i metereologi. Una volta non avevamo questo regime di precipitazioni con veri e propri uragani d’acqua. E’ stata coniata una nuova espressione “bomba d’acqua” per definire il fenomeno in cui si verifica un rovescio di ingenti quantitativi d’acqua in un tempo relativamente breve. Se in una giornata cadono 190 mm di pioggia,vuol dire che in ventiquattro ore è scesa la stessa quantità d’acqua che scende mediamente in due mesi. Su Vicenza cadono mediamente 1100 mm di pioggia all’anno, circa 100 al mese. Se ne cadono 200 in un giorno è intuibile che gli argini non reggono e che si corre il rischio di andare sotto. Oltretutto Vicenza è ubicata in un nodo orografico strategico dove convergono il Leogra ed il Timonchio (che raccolgono tutta l’acqua del bacino imbrifero del Pasubio e dell’Altopiano), l’Orolo che nasce a Passo Zovo, passa per la vallata che scende da Schio verso Isola e verso Vicenza e confluisce sul Bacchiglione al Ponte del Bo, il Retrone che proviene dalla zona ovest della città ed è a sua volta tributario di più torrenti, l’Astico  che proviene dai monti del Trentino e scorre lungo la pedemontana prima di confluire nel Tesina che a sua volta porta le sue acque nel Bacchiglione a San Pietro Intrigogna. Solo il sistema Agno – Guà che proviene da Recoaro e dalla vallata non interessa Vicenza in quanto da Montecchio punta direttamente verso Sud lambendo la nostra città. Oltretutto il Guà può usufruire dell’unica vera cassa di espansione presente nel nostro territorio, quella di Montebello, che può raccogliere milioni di metri cubi d’acqua.

E’ evidente in sostanza che se piove a Pian delle Fugazze o nella pedemontana, il dazio lo paghiamo noi in città. Purtroppo questo nuovo regime delle precipitazioni che qualcuno definisce monsonico potrebbe durare a lungo nel tempo.

Siamo in grado di prevedere fenomeni di questa portata?

Assolutamente si. Le carte del tempo avevano puntualmente previsto che più fenomeni temporaleschi si fondessero in poche ore. Purtroppo i modelli matematici non sono ancora tarati bene e difatti sono previsionali e sperimentali come è stato più volte ribadito nella giornata di ieri.

Sui modelli è meglio stendere un pietoso velo, visto che sono stati tutti clamorosamente errati (in un caso addirittura di 80 cm): in mattinata si era previsto che il livello potesse salire fino ai 640 cm, quando poi ci siamo attestati ai 560, nel pomeriggio si è parlato di  610  cm ed in realtà alle 23 siamo stati ben al di sotto di questa soglia, in nottata il modello prevedeva 625 cm, circostanza che puntualmente non si è verificata.

Ma anche questa esperienza che speriamo non si debba ripetere nel breve periodo, potrà servire a meglio “tarare” i modelli cercando di dare a chi opera più strumenti previsionali possibili.

Siamo attrezzati ad affrontare le calamità di questo tipo?

A questa domanda rispondo positivamente. Il percorso che è stato fatto dal 1/11/2010 è stato notevole. Ieri sul Ponte degli Angeli ho avuto modo di verificare che la macchina è in grado di muoversi con grande sollecitudine. In venti minuti AIM, AMCPS e ditte private sono state in grado di innalzare un argine di sabbia su ambo i lati del ponte dell’altezza di 40-50 cm, quanto serviva per fronteggiare anche la soglia di 6,40 cm prevista dal modello elaborato dalla regione. Con i dirigenti Bortoli e Fichera del Comune abbiamo addirittura parlato di una teorica esportabilità del pacchetto Vicenza. Ovvero della possibilità che i nostri tecnici e quelli di AIM possano essere chiamati in altre realtà a mettere in atto l’esperienza acquisita in questo lasso di tempo. Ovviamente si tratta solo di una boutade, perché quello che importa a noi è di riuscire ad affrontare la situazione vicentina con rapidità ed efficienza. I cittadini che assistevano alle operazioni a Ponte degli Angeli hanno potuto apprezzare, penso, questa organizzazione celere ed efficace.

Ma i costi?

Certo i costi saranno importanti. Ma comunque saranno costi assolutamente inferiori a quelli che Vicenza ha dovuto affrontare nell’autunno del 2010, stimati sui 30 milioni di euro. Se poi finalmente partiranno i lavori per la Cassa di laminazione di Caldogno, ecco che avremmo un ulteriore e speriamo definitivo calo delle spese.

Che cosa si può fare per non far vivere Vicenza in questa continua angoscia?

Molto è stato fatto. Bisogna dare atto al Genio Civile di avere fatto interventi rapidi e tempestivi in molte località (penso a Contrà Chioare, a Santa Croce, a Viale Trento). Molto è ancora da fare.

Il bacino di laminazione è un’esigenza assoluta e la Regione deve sveltire i tempi.

Su altri interventi sento pareri diversi: pulizia degli alvei e rettifica di tratti fluviali. C’è chi sostiene che siano indispensabili, chi dice che siano inutili.

Se in alcuni interventi (alludo per esempio alla nota diatriba sull’innesto del Bacchiglione a Longare che sarebbe stato attuato in modo errato) credo che debba essere lasciato l’opportuno spazio di manovra ai tecnici. Ma se sono stati commessi errori vanno rimediati. Con prontezza.

Infine un ringraziamento a tutti quelli che hanno operato con disinteresse e prontezza, iniziando dai consiglieri della mia lista che hanno risposto alla grande al mio appello (Capitanio, Docimo, Sala, Poletto, Nisticò, Veltroni, Rossi e Giacon della Lista Variati). A mezzanotte Isabella e Francesca erano ancora al varco di Ponte San Paolo a convincere i riottosi a desistere dall’arrivare con l’auto in Piazza dei Signori. Io stavo  con Giacon a Corso Padova. Ma grazie anche ai consiglieri delle altre liste e ad alcuni candidati anche di altri partiti che si sono prestati con generosità a dare il loro contributo (cito Aldighieri, Zoppello, Milani, Zagonel ma probabilmente faccio torto a qualcun altro)

E’ stata l’ennesima occasione in cui Vicenza ha dimostrato di essere una città solidale e non

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