Dopo una notte trascorsa nell’ansia e dopo ore passate a
presidiare i varchi, raccolgo le idee e faccio il punto della situazione, soprattutto
rispondendo alle domande che mi sono sentito porre più volte dai cittadini
sgomenti e spaventati.
Ma possono bastare
poche ore di pioggia per mettere in ginocchio una città ?
E’ cambiato il regime delle piogge. Non so io ad affermarlo
ma i metereologi. Una volta non avevamo questo regime di precipitazioni con
veri e propri uragani d’acqua. E’ stata coniata una nuova espressione “bomba d’acqua”
per definire il fenomeno in cui si verifica un rovescio di ingenti quantitativi
d’acqua in un tempo relativamente breve. Se in una giornata cadono 190 mm di
pioggia,vuol dire che in ventiquattro ore è scesa la stessa quantità d’acqua
che scende mediamente in due mesi. Su Vicenza cadono mediamente 1100 mm di
pioggia all’anno, circa 100 al mese. Se ne cadono 200 in un giorno è intuibile
che gli argini non reggono e che si corre il rischio di andare sotto. Oltretutto
Vicenza è ubicata in un nodo orografico strategico dove convergono il Leogra ed
il Timonchio (che raccolgono tutta l’acqua del bacino imbrifero del Pasubio e
dell’Altopiano), l’Orolo che nasce a Passo Zovo, passa per la vallata che
scende da Schio verso Isola e verso Vicenza e confluisce sul Bacchiglione al
Ponte del Bo, il Retrone che proviene dalla zona ovest della città ed è a sua volta
tributario di più torrenti, l’Astico che
proviene dai monti del Trentino e scorre lungo la pedemontana prima di
confluire nel Tesina che a sua volta porta le sue acque nel Bacchiglione a San
Pietro Intrigogna. Solo il sistema Agno – Guà che proviene da Recoaro e dalla
vallata non interessa Vicenza in quanto da Montecchio punta direttamente verso
Sud lambendo la nostra città. Oltretutto il Guà può usufruire dell’unica vera
cassa di espansione presente nel nostro territorio, quella di Montebello, che
può raccogliere milioni di metri cubi d’acqua.
E’ evidente in sostanza che se piove a Pian delle Fugazze o
nella pedemontana, il dazio lo paghiamo noi in città. Purtroppo questo nuovo
regime delle precipitazioni che qualcuno definisce monsonico potrebbe durare a
lungo nel tempo.
Siamo in grado di
prevedere fenomeni di questa portata?
Assolutamente si. Le carte del tempo avevano puntualmente
previsto che più fenomeni temporaleschi si fondessero in poche ore. Purtroppo i
modelli matematici non sono ancora tarati bene e difatti sono previsionali e
sperimentali come è stato più volte ribadito nella giornata di ieri.
Sui modelli è meglio stendere un pietoso velo, visto che
sono stati tutti clamorosamente errati (in un caso addirittura di 80 cm): in
mattinata si era previsto che il livello potesse salire fino ai 640 cm, quando
poi ci siamo attestati ai 560, nel pomeriggio si è parlato di 610 cm
ed in realtà alle 23 siamo stati ben al di sotto di questa soglia, in nottata
il modello prevedeva 625 cm, circostanza che puntualmente non si è verificata.
Ma anche questa esperienza che speriamo non si debba
ripetere nel breve periodo, potrà servire a meglio “tarare” i modelli cercando
di dare a chi opera più strumenti previsionali possibili.
Siamo attrezzati ad
affrontare le calamità di questo tipo?
A questa domanda rispondo positivamente. Il percorso che è
stato fatto dal 1/11/2010 è stato notevole. Ieri sul Ponte degli Angeli ho
avuto modo di verificare che la macchina è in grado di muoversi con grande sollecitudine.
In venti minuti AIM, AMCPS e ditte private sono state in grado di innalzare un
argine di sabbia su ambo i lati del ponte dell’altezza di 40-50 cm, quanto
serviva per fronteggiare anche la soglia di 6,40 cm prevista dal modello
elaborato dalla regione. Con i dirigenti Bortoli e Fichera del Comune abbiamo
addirittura parlato di una teorica esportabilità del pacchetto Vicenza. Ovvero
della possibilità che i nostri tecnici e quelli di AIM possano essere chiamati
in altre realtà a mettere in atto l’esperienza acquisita in questo lasso di
tempo. Ovviamente si tratta solo di una boutade, perché quello che importa a
noi è di riuscire ad affrontare la situazione vicentina con rapidità ed efficienza.
I cittadini che assistevano alle operazioni a Ponte degli Angeli hanno potuto
apprezzare, penso, questa organizzazione celere ed efficace.
Ma i costi?
Certo i costi saranno importanti. Ma comunque saranno costi
assolutamente inferiori a quelli che Vicenza ha dovuto affrontare nell’autunno
del 2010, stimati sui 30 milioni di euro. Se poi finalmente partiranno i lavori
per la Cassa di laminazione di Caldogno, ecco che avremmo un ulteriore e
speriamo definitivo calo delle spese.
Che cosa si può fare
per non far vivere Vicenza in questa continua angoscia?
Molto è stato fatto. Bisogna dare atto al Genio Civile di
avere fatto interventi rapidi e tempestivi in molte località (penso a Contrà
Chioare, a Santa Croce, a Viale Trento). Molto è ancora da fare.
Il bacino di laminazione è un’esigenza assoluta e la Regione
deve sveltire i tempi.
Su altri interventi sento pareri diversi: pulizia degli
alvei e rettifica di tratti fluviali. C’è chi sostiene che siano
indispensabili, chi dice che siano inutili.
Se in alcuni interventi (alludo per esempio alla nota
diatriba sull’innesto del Bacchiglione a Longare che sarebbe stato attuato in
modo errato) credo che debba essere lasciato l’opportuno spazio di manovra ai
tecnici. Ma se sono stati commessi errori vanno rimediati. Con prontezza.
Infine un ringraziamento a tutti quelli che hanno operato
con disinteresse e prontezza, iniziando dai consiglieri della mia lista che
hanno risposto alla grande al mio appello (Capitanio, Docimo, Sala, Poletto,
Nisticò, Veltroni, Rossi e Giacon della Lista Variati). A mezzanotte Isabella e Francesca erano ancora al varco di
Ponte San Paolo a convincere i riottosi a desistere dall’arrivare con l’auto in
Piazza dei Signori. Io stavo con Giacon a Corso Padova. Ma grazie anche ai consiglieri delle altre liste e ad
alcuni candidati anche di altri partiti che si sono prestati con generosità a
dare il loro contributo (cito Aldighieri, Zoppello, Milani, Zagonel ma
probabilmente faccio torto a qualcun altro)
E’ stata l’ennesima occasione in cui Vicenza ha dimostrato
di essere una città solidale e non
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