1) Stracciati tutti da Variati:
La campagna di Variati è stata ben pianificata e organizzata
con un mix vincente di politica “classica” fatta di una miriade di incontri con
piccoli gruppi di elettori e una interessante campagna sui social media.
A bocce ferme sarà un bell’esempio da studiare.
2) Grande performance del Partito Democratico:
Tra tutti svetta il risultato
clamoroso del Partito Democratico con il suo 28,54 per cento.
Un risultato che sicuramente ha spinto verso la vittoria al
primo turno Achille Variati e sul quale non si può non soffermarsi per cercare
di capire le radici di questo successo.
Calcisticamente parlando a Vicenza il PD ha schierato una squadra
con tutti gli attaccanti giovani spalleggiati dai militanti con maggiore
esperienza a centrocampo e alle ali.
Da questo mix è nata una squadra caratterizzata da molto
entusiasmo che sul campo si è mossa molto sapientemente. Certamente sarà
sollevata l’obiezione che il successo del PD è frutto soprattutto
dell’astensionismo che ha visto rimanere a casa soprattutto elettori del
centrodestra. Se si vanno a leggere con attenzione i dati questa affermazione
viene facilmente invalidata, basta notare che solo le preferenze dei due
candidati consiglieri più votati nel PD (Sala e Dalla Pozza) insieme superano i
voti di liste come la Lega Nord per intero, il che indica un fortissimo
radicamento sul territorio del partito.
Una grande prestazione della dirigenza cittadina che forse
andrebbe esportata o almeno studiata a livello nazionale.
3) Lista Dal Lago:
Una campagna elettorale spesa a
passare per moderata, forse però l’orgoglio leghista dei tempi d’oro, di quando
si giurava sulla bandiera della Padania e non sul Tricolore non è stato
dimenticato dagli elettori. Né lo staff ipertrofico di cui si era circondata
quando era Presidente della Provincia.
Né le dichiarazioni da Presidente della commissione attività
produttive in cui spiegava che soldi per i danni dell’alluvione del 2010 a
Vicenza non ce n’erano. Su tutto poi probabilmente ha pesato anche il
crepuscolo degli dei leghisti.
4) Liste minori KO:
Il messaggio chiaro dato dagli elettori alle elezioni politiche si è ripetuto
forte e chiaro anche alle amministrative: le liste minori, specie se con forte
caratterizzazione personalistica non hanno futuro. Se si vuole incidere sul
cambiamento della società è meglio apportare idee e concentrare gli sforzi sui
partiti più grandi.
Proprio alla luce di questo chiaro segnale degli elettori
Diritti e Libertà aveva deciso di non proseguire nel progetto di una ennesima
lista di candidati alle elezioni amministrative a Vicenza perché una volta
accertata la volontà di Achille Variati a ricandidarsi abbiamo deciso che era
lui il più valido rappresentante del centrosinistra per indossare la fascia
tricolore ed era lui il candidato da sostenere.
5) Movimento 5 Stelle:
Valutando il deludente risultato del M5S a Vicenza si può affermare che
sicuramente la demagogia venduta in saldo alle amministrative non paga. Lo
testimonia la polemica montata ad arte sulle Aziende Industriali
Municipalizzate descritte come un’azienda sull’orlo del barato solo pochi
giorni prima che presentasse un bilancio in utile di 8 milioni di euro
(che visti i tempi non ci pare proprio poco). Un’autogol elettorale degno di
essere riportato negli annali della politichetta vicentina.
Certo si dirà che elezioni amministrative sono un’altra cosa
rispetto alle elezioni politiche e che la cosa più importante è quella di
entrare in Consiglio Comunale.
Un forte ridimensionamento degli obbiettivi in città, ora
l’obbiettivo è diventato partecipare e non vincere ad ogni costo mandando a chi
non è d’accordo un “consiglio su un viaggio sessuale” come dice Grillo. Sarà
comunque duro in futuro convincere a tornare alle urne chi non volendo rivotare
il M5S è rimasto a casa.
Postato da Diritti e Libertà Vicenza su Diritti e Libertà Vicenza il 5/28/2013 05:22:00 PM
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