giovedì 2 maggio 2013

Antonio Dalla Pozza risponde ai grillini


Raglio d'asino non sale in cielo.

Leggiamo con divertito stupore, ed invero con un po' di preoccupazione, un articoletto del cosiddetto "referente del gruppo ambiente e territorio" di un movimento che si presenta alle elezioni amministrative di Maggio, e non possiamo che sperare che gli appartenenti al medesimo gruppo tentino di informarsi un po' meglio di quanto non faccia nei loro confronti il supposto, o supponente, "referente".
In sua vece, lo facciamo noi, pur nella difficoltà nel seguire un ragionamento che, rimanendo in tema di rifiuti, appare come un sacco nero dell'indifferenziato.

Innanzitutto, per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata, si indica un dato che fa riferimento alla situazione al 31.12.2011. Inoltre, si cita un indicatore che tra quelli utilizzati è il più penalizzante (rispetto ad ISTAT, ARPAV, Osservatorio Regionale Rifiuti) in quanto non detrae la quota dello spazzamento stradale e non considera il compostaggio domestico.
Ci domandiamo allora come faranno allora gli astuti estensori del programma del movimento, che promettono la "dotazione di una compostiera ad uso domestico per condominio o singola abitazione e ad uso obbligatorio dei commercianti nei mercati rionali", che quindi non contribuirà al calcolo della percentuale di raccolta differenziata per Legambiente? Mah.

Ciò non toglie tuttavia che, secondo lo stesso rapporto, il Comune di Vicenza sia al 10° posto nazionale per percentuale di raccolta differenziata tra le città "medie", ed al 22° assoluto in Italia. Evidentemente altri 82 capoluoghi di provincia italiani stanno peggio di Vicenza.

Ricordiamo infine che il Piano d’Ambito Provinciale per i Rifiuti Urbani ha assegnato per la città di Vicenza, proprio per la sua specificità, un obiettivo di Raccolta Differenziata del 63%, e che quindi già oggi il Comune di Vicenza risulta adempiente a questo obiettivo.

Sulla discarica poi, al di là del fatto che evidentemente per l'astuto estensore della nota i rifiuti probabilmente andrebbero mangiati da chi li produce, e che per lui nel momento di esaurimento del primo lotto di Grumolo sarebbe stato anche preferibile mandare i rifiuti stessi in discarica tattica regionale a Sant'Urbano (alla modica cifra di 200 € a tonnellata), non si capisce se la lettura del documento di Arpav sia frutto di semplice astigmatismo o di una ben più grave difficoltà di comprensione, che però non pensiamo possibile per un "referente" di classe così elevata, quasi da albergo di lusso.

Lo aiutiamo tuttavia noi, in quanto forse gli è sfuggita la specifica situazione dei terreni di Grumolo caratterizzati da alto contenuto di materiale torboso e dalla presenza, per la loro natura, di sacche endemiche di biogas naturale.
Il rapporto dell’ARPAV ad analisi dell’indagine commissionata dal gestore alla società MASSA SPINN OFF appare chiaro e strutturato. Rispetto a questo la nota ARPAV, nel riconoscere la bontà dell’analisi e dei contenuti tecnici della relazione, che si prefigge di riconoscere l'origine del biogas a partire dalla sua composizione chimica, per confronto con il gas "della vicina fattoria presso la quale sono storicamente note manifestazioni naturali di gas ad alto contenuto di metano" ed il gas captato direttamente all'interno della discarica,  evidenzia in modo preciso il tenore di metano nel gas interstiziale del suolo presso la fattoria. Tale riscontro presenta valori alti, con caratteristiche isotopiche e di composizione chimica diverse dal biogas prodotto dal reattore-discarica (e quindi di origine naturale). Peraltro la relazione esclude la possibilità che questa presenza derivi da migrazioni del biogas nel sottosuolo.

Per quanto riguarda poi la raccolta con il sistema "a calotta", tra dicembre e gennaio vi è stato un sovraccarico su alcune linee di raccolta, organico e carta in particolare, per le quali la risposta è andata oltre alle attese. La situazione è stata tuttavia ricondotta alla normalità attraverso il potenziamento del numero delle strutture di raccolta differenziata e l’aumento delle frequenze di raccolta delle varie filiere.
Sostanzialmente, a prova che il sistema introdotto abbatte senza dubbio il quantitativo di rifiuto indifferenziato, si è ridotta la frequenza di raccolta della frazione residuale  da trisettimanale a bisettimanale, mentre la raccolta della frazione organica è stata integrata da un passaggio supplementare nella giornata di lunedì in alcuni punti critici.

Lo spostamento dei flussi di raccolta ha poi richiesto l’aumento della frequenza di raccolta della carta da bisettimanale a trisettimanale, facendo registrate un aumento della raccolta pari al 29%. (dato riferito al mese di dicembre 2012).

Per quanto attiene alla linea del’organico sono state eseguite fin qui 7 analisi di qualità, delle quali 2 prima di variazioni del sistema e 5 successive. Di queste 2 nel quartiere di S.Pio X. La presenza media di frazione estranea è passata da 6,1% al 7,1%, ampiamente quindi entro i limiti ritenuti dall’ARPAV fisiologici per il sistema di raccolta stradale (10%), mentre non si sono avute contestazioni da parte dell’impianto di destino.

Per quanto riguarda la plastica, nel 2012 siamo entrati nei limiti di accettabilità  di COREPLA (abbassato al 20% rispetto all’iniziale 25%) per 10 mesi su 12. Nel 2013, a limite ulteriormente abbassato (18%) siamo entrati fin qui 2 mesi su 3.
Per la carta invece non abbiamo avuto alcuna contestazione.

L’introduzione dei cassonetti gialli rispetto alle tradizionali campane deriva da una azione di incremento dell’efficienza del sistema che, proprio grazie al recupero di risorse, ci ha consentito di internalizzare la raccolta in quest’area, attualmente gestita in appalto, con il personale ed i mezzi già in dotazione gestiti direttamente da Valore Ambiente, senza dover ricorrere all’intervento di terzisti.
La gestione diretta da parte di Valore Ambiente, utilizzando le risorse risparmiate dalla riduzione di quantitativo del rifiuto residuale, permette inoltre una maggiore flessibilità di intervento utile ad assorbire i picchi di conferimento.
L’adozione del cassonetto ha inoltre permesso di intercettare tutto quel materiale semi voluminoso che difficilmente avrebbe potuto trovare posto all’interno della campana.
Con l’utilizzo dei cassonetti per la raccolta della carta è stato possibile ridisegnarne la distribuzione sul territorio otte-nendo un aumento in termini di numero, + 35%, volume a disposizione, + 40% e volume movimentato settimanalmente, + 60%, in un'ottica di efficientamento e di contenimento dei costi.
La modifica del sistema, secondo i principi suesposti ha determinato un aumento della raccolta del 29% pari a 13.000 kg riferiti al mese di dicembre 2013.

La modifica della raccolta della frazione residuale ha richiesto un progressivo adattamento di tutto il sistema di raccolta.  Rispetto all’epoca di inizio del progetto, giugno 2012, in 6 mesi, nel quartiere di San Pio X sono stati eliminati 59 cassonetti a libero accesso per la frazione residuale, e aggiunte 82 nuove strutture per la raccolta differenziata.

Riepilogando, quindi, Vicenza è tra le prime città in Italia per raccolta differenziata e rispetta già i limiti imposti dalla normativa nazionale e dalle previsioni provinciali; circa 8.000 utenze sulle 55.000 totali hanno un sistema di raccolta porta-a-porta per il rifiuto indifferenziato, la plastica, la carta ed il verde; il compostaggio domestico è salito di anno in anno; non vi saranno emergenze per i rifiuti per i prossimi 15 o 20 anni; le tariffe a Vicenza risultano tra le più basse in Italia. Tutto questo è confermato da Istat, Arpav ed associazioni di categoria, come la Cgia di Mestre.

Nulla, ovviamente, viene detto invece dall'astuto "referente" del movimento su quanto costerebbe introdurre di punto in bianco un sistema di raccolta porta-a-porta spinto in tutta la città, e su cosa si dovrebbe fare con il rifiuto indifferenziato (salva l'idea di costruire un "centro di riciclo", che non si sa chi dovrebbe realizzare e con quali fondi).
Ma già, per tutto questo ci sono sempre i fondi europei, no?

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