Mentre Renzi parla diffusamente di far crescere una cultura europea, il governo nazionale taglia i fondi di chi cerca di sviluppare una cultura basata sull'integrazione dal basso ed i media mettono la sordina a qualunque discussione sull'argomento.
Ecco un pezzo mai pubblicato...
Il
consigliere del gruppo del Partito Democratico, Pio Serafin, con la lettera al Giornale di Vicenza del 22 dicembre
u.s. solleva la questione dei gemellaggi. Sono in piena sintonia con lui nell’affermare
la rilevanza della materia e spiegherò perché, ma in quanti siamo ad avere
questa convinzione ?
I
gemellaggi non sono più come una volta la mera occasione per acconsentire
viaggi o gite fuori programma. Oggi gemellarsi significa trovare forme di
collaborazione sul piano economico e scolastico, creare sinergie amministrative,
attuare forme di partenariato reale a livello di uffici ed istituzioni, ricercare le modalità per
ottenere contributi dalla Commissione Europea su progetti che riguardano
l’ambiente, piuttosto che il sociale, il lavoro piuttosto che l’istruzione.
Faccio
alcuni esempi per meglio illustrare questa mia convinzione: il 18 di gennaio
verranno a Vicenza i sindaci di Pforzheim e Osjiek e nell’intenso programma
della loro visita è previsto un incontro con la Fiera di Vicenza (Pforzheim
vuole uno stand cittadino del mondo orafo locale per promozionare i suoi
prodotti) e con l’Università per un ragionamento comune sulla Meccatronica. Parteciperanno
inoltre a un incontro organizzato da ALDA, l’Associazione delle democrazie
locali, per discutere di progetti concreti e non per fare vuoti ragionamenti di
filosofia.
Stiamo
portando avanti con le città gemelle (Annecy, Pforzheim, Osijek) progetti
europei specifici che già hanno dato i primi risultati in termini di contributi
dall’Europa. Abbiamo lavorato in
sostanza per creare una rete di città che ragionino con la stessa mentalità e
che operino sulla stessa lunghezza d’onda.
E’
in atto una collaborazione con il coinvolgimento di tecnici comunali e di AIM
per la realizzazione di una strada a Betlemme, città della Palestina.
Abbiamo
messo in cantiere un concorso fotografico che permetterà di esporre le foto di
Vicenza ad Annecy e quella della città francese a Vicenza e l’intento evidente
è quello di svolgere un’azione di promozione turistica della nostra città in
Francia, nell’alta Savoia e nella zona svizzera del Canton di Ginevra (che
dista meno di quaranta chilometri da Annecy). Analoga promozione è stata fatta
in occasione del Festival del Cinema Italiano ad Annecy.
Ma
il vero problema, oggi, è rappresentato
dalla volontà pervicace del governo nazionale di colpire le attività dei
gemellaggi, della promozione turistica, delle attività culturali, delle relazioni
pubbliche, dei convegni. Il decreto 78 del 2010 ha drasticamente ridotto del
80% la capacità di spesa dei comuni in questo settore. E così, come si fa spesso in Italia, il
governo centrale non ha fatto nulla per distinguere il buono dal cattivo, e per
cercare di frenare gli scialacquatori delle pubbliche risorse, ha finito con il
castrare anche quelle Amministrazioni comunali che effettuavano un’attività
utile ed efficace, senza sprechi e utilizzo improprio di fondi pubblici.
Quando
il consigliere Serafin cita il caso di Annecy e delle attività svolte dalla
nostra gemella, probabilmente non sa che il fondo per i gemellaggi è per i
francesi di 160.000 euro l’anno e per Vicenza di 3800 euro! E poiché Annecy ha
la metà circa dei nostri abitanti, significa che noi viaggiamo a livelli del 1%
dei fondi a disposizione dei nostri cugini transalpini.
A
parole siamo bravi ad affermare la valenza degli scambi culturali e scolastici,
la rilevanza del fatto che i nostri giovani in questo modo avranno una mentalità
molto più aperta verso l’Europa, che un domani non lontano il concetto di uno
stato sovranazionale sarà patrimonio di tutti attraverso un cammino comune di
crescita, che parta dalla base e non dai governi. Nei fatti ci comportiamo con
una cultura fatta di tagli e di limitazioni.
Purtroppo
la prossima Amministrazione di qualunque colore essa sia, sarà in concreto
obbligata a chiudere l’Ufficio Gemellaggi (come si potrebbe giustificare la
presenza di uno o più persone che lavorano per gestire un budget di 3800
euro??) e questo nonostante ci siano molti come il sottoscritto e come l’amico
Pio che ritengono importante mantenere in essere un servizio rivolto ai
cittadini, alle associazioni, agli istituti scolastici, agli operatori
culturali. Sempre che non si riesca a
far capire a chi ci governa che il taglio indiscriminato delle spese non sempre
produce effetti positivi. E che dall’investimento di risorse fatto in maniera
intelligente e oculata, si possono ottenere importanti ritorni sul piano economico,
sociale e dei servizi.
Federico
Formisano
Consigliere
Delegato ai Gemellaggi
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