domenica 29 maggio 2011

EDERLE DUE (dalla DOMENICA DI VICENZA)

Ederle 2 si accende il dibattito politico attorno al progetto di eccellenza realizzato dagli americani e che ha già ottenuto importante riconoscimento da parte del Green Building rating system, agenzia di certificazione internazionale. In fase di progetto, la sostenibilità della futura base è stata accettata per la valutazione ai fini della certificazione finale Leadership in Energy & Environmental Design (LEED®) da parte dell'istituto di valutazione internazionale del Green Building Council (GBC).




Di fatto la nuova base Dal Molin rappresenta il più vasto intervento di edilizia dell'US Army in Europa che otterrà questo tipo di certificazione.



Il progetto verrà infatti certificato come Campus Project, cioè oltre alla certificazione di sostenibilità ambientale dei singoli edifici, sarà certificata l'intera base, compresi gli spazi aperti e piantumati, gli impianti delle utenze e la viabilità interna. Come è noto la sostenibilità di un sito e progetto è valutata attraverso cinque criteri standard (Sito Sostenibile; Energia & Atmosfera; Materiali e Risorse; Qualità degli Ambienti Interni; Risparmio Idrico) a cui corrispondono sistemi di punteggio necessari per essere "certificati". «Se ci passate la battuta – dicono dalla Ederle – sarà certificato sostenibile tutto il certificabile, quindi si tratta davvero di uno sforzo notevole e la certificazione di sostenibilità sarà un riconoscimento internazionale molto importante di cui l'esercito americano e italiano e la città di Vicenza potranno essere giustamente fieri».



Il progetto della Ederle 2 come già scritto dal nostro settimanale è stato premiato per il suo alto standard di architettura sostenibile. Gli americani hanno fatto le cose in grande, tanto da meritare addirittura il primo premio come progetto architettonico più avanzato al mondo nell'uso di materiali e tecnologie capaci di rispettare al massimo l'ambiente. [il testo nella foto a sinistra, click per ingrandire]



«Il progetto di ampliamento della base americana Dal Molin inaugura la nuova stagione dell’architettura verde come principio guida da applicare ad altre basi Usa del mondo» spiegava d'altra parte in tempi non sospetti Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio in una lettera presentata durante la commemorazione dell’undici settembre a villa Cordellina Lombardi a Montecchio. E della base Ederle 2 sottolineava l’innovazione: «Un progetto di architettura “verde” da applicare anche alle base militari come principio guida».



Carol Perez, console generale americano a Milano spiegava i vantaggi della Green Economy, concetto applicato al massimo nella nuova base del dal Molin: «È un vantaggio non solo per Vicenza, per tutto il Veneto. E penso soprattutto allo sviluppo incredibile che sta avendo la “Green economy”, su cui l’amministrazione Obama intende investire 80 miliardi di dollari nei prossimi anni. L’obiettivo di Obama è quello di incentivare l’utilizzo delle fonti energetiche alternative per stimolare il mercato del lavoro e creare nuovi posto, oltre che per rendere più pulito l’ambiente che ci circonda. Il punto è che queste risorse non sono a disposizione solo delle aziende americane».



Non tutti però approvano questo intervento urbanistico: «Se saliamo a Monte Berico e guardiamo dall’alto la base all’ex Dal Molin – afferma ad esempio il capogruppo del PD in consiglio comunale Federico Formisano – non possiamo non restare colpiti dall’incredibile impatto che la stessa ha sul territorio della nostra città. La dove c’era un grande polmone verde, oggi c’è molto costruito. Rimane, per fortuna, un grande spazio ancora disponibile, e grazie all’incisiva azione dell’Amministrazione Comunale questo spazio diventerà un grande parco ad uso della città.



Sul fatto che un’agenzia internazionale abbia concesso un riconoscimento alla Ederle per la sostenibilità del progetto non posso che esprimere un giudizio positivo, che non cambia, però, quella che è sempre stata una considerazione assolutamente negativa sulla collocazione della Ederle Due. Diverso sarebbe stato se fossero stati occupati spazi confinanti con l’attuale Caserma, sia per gli aspetti viabilistici, sia per gli aspetti di inserimento nel tessuto connettivo della città.



Se si parte dal presupposto di una contrarietà non ideologica o antiamericana per partito preso, e si pongono riserve soprattutto sulla collocazione della struttura ecco che anche tutti gli altri ragionamenti sull’impatto economico per la città divengono consequenziali.



In un momento di grande difficoltà economica per il nostro paese, di difficoltà per gli investitori di impegnarsi in operazioni importanti, di forte stretta creditizia del sistema bancario, un investitore estero che venga a Vicenza ad impiegare capitali non può che essere visto in termini positivi.



Il fatto, poi, che questi investimenti vengano indirizzati ad opere congeniali con l’ambiente e con la “Green Economy”, non può che essere giudicato favorevolmente anche se dubbi e perplessità rimangono sull’effettiva compatibilità ambientale degli stessi».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certificheranno con tanta dovizia anche tutti coloro che ammazzeranno ancora in Africa e nel mondo con le nostre "missioni di pace"?