lunedì 18 aprile 2011

Externator è sfibbrante

Francesco Iori sul GIORNALE DI VICENZA di lunedì 18 aprile:
Externator ritorna; anzi, non se ne è mai andato. Nello sfibrante spot continuo con cui si tele-promuove a tempo pieno, Berlusconi ha dato il peggio di sè a Padova con il videomessaggio all'Associazione Mamme. Sfrontato, a dir poco: è il massimo dell'improntitudine, sentir tessere l'elogio delle donne dal protagonista dei baccanali allestiti nel lupanare di Arcore. Ed è vergognoso che un premier attacchi tutti i pilastri pubblici della Costituzione, perché gli dà fastidio che qualcuno non la pensi come lui. Dopo di me il diluvio, ammoniva Luigi XV. Lui pare deciso a seguirne le tracce, impegnandosi a lasciare macerie dietro di sé quando uscirà di scena.


Non accadrà a tempi brevi, ma l'ammaina-Cavaliere di fatto è già cominciato, con il voto sul processo breve, grazie al quale è stato rimosso il principale ostacolo che lo teneva avvinto come l'edera al potere: la fondatissima paura di pesanti condanne. Per tre volte ha vinto le elezioni con una larga maggioranza, ogni volta l'ha vista sgonfiarsi strada facendo. Per reggersi deve procurarsi a qualsiasi costo dei puntelli, peraltro senza far fatica a trovarli tra i postulanti del posto. Non ha realizzato nessuna delle grandi riforme di sistema pomposamente annunciate 17 anni fa con la trionfale “discesa in campo”. Si è attribuito tutti i ruoli principali, con magri risultati, ma con la fortuna di giocare ogni volta contro specialisti nell'autogol. Solo i suoi cortigiani riescono a spacciare per avvio della riforma della giustizia il pastrocchio del processo breve: tutti gli altri hanno detto con grande chiarezza cosa ne pensano; compresi gli stessi vertici dei vescovi italiani, di solito così maestri di equilibrismo da riuscire a fornire una giustificazione teologica perfino a una bestemmia, a seconda di chi la dice.

La cagnara esplosa tra i suoi un secondo dopo la frase sulla successione dimostra quanto di cartapesta sia lo schieramento che Berlusconi è riuscito a tenere assieme in questi anni per le prebende elargite. Quando uscirà di scena si scatenerà la guerra dei satrapi, e il Pdl andrà in frantumi. Un simile scenario mette ancor più a nudo la pochezza di un'opposizione che per 17 anni ha giocato di rimessa sul Cavaliere, senza mai riuscire a contrastarlo davvero, preda delle faide interne, anch'essa vittima dei propri satrapi.


Sarà comunque un'uscita ingloriosa pure per il protagonista, destinato a seguire fino in fondo, diluvio compreso, la parabola di Luigi XV: lo chiamarono “beneamato” quand'era potente, ma alla sua scomparsa la gente si riversò nelle vie di Parigi per festeggiare; e il funerale fu celebrato nottetempo per evitare il pubblico dileggio. Dopo la propria scomparsa politica, il Cavaliere si vedrà girare le spalle da quei cortigiani che ha sfamato per anni. E scoprirà quanto effimero sia il potere quando poggia sull'arbitrio. Come segnalava già un secolo fa il teologo inglese William Ralph Inge: un uomo può costruirsi un trono di baionette, ma non ci si può sedere sopra.


Condivisibile al 100%

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