sabato 6 marzo 2010
GOOD NIGHT DEMOCRACY
Ricevo da Enrico Peroni
Mentre in tutta Europa i partiti dibattono sulle modalità per uscire dalla crisi economica il nostro nano, con un altro gioco di magia tipico della sua arte, ci distrae e ci obbliga a dibattere su un tema poco utile al Paese e molto utile a nascondere i veri disastri del berlusconismo, anzitutto nella gestione dell'economia.
Per giorni si è parlato di quanto incapaci sono i dirigenti del PDL nel raccogliere e presentare le firme per le liste alle elezioni regionali. Meglio, ci si è interrogati su quanti giochi di potere si fanno dentro il PDL per arrivare a raccogliere le firme due giorni prima, raccoglierne oltre 300 di non regolari (in Lombardia) e addirittura cercare di cambiare le liste pochi minuti prima della presentazione delle stesse (da quel che pare questa è la causa del ritardo nel Lazio).
Si è poi arrivati, dopo una settimana di campagna elettorale in cui nei Paesi seri si parla delle grandi scelte strategiche, ad un decreto legge interpretativo, subito firmato dal PdR. Un decreto che serve palesemente a fare pressing al TAR e che è grave soprattutto per una cosa, ossia per lo svuotamento di senso della demorazia operato anche in questo caso dal governo Berlusconi.
Svuotare la democrazia di senso è l'attività preferita, infatti, da parte dell'ideologia populista che ha invischiato l'Italia negli ultimi 15 anni. Berlusconi e la Lega hanno infatti un'idea di democrazia molto semplice: regole che possono essere azzerate e cambiate a piacimento. Non esiste uno "stato di diritto", non esistono delle regole base condivise e intoccabili che permettono la stabilità del sistema. Esiste invece una sostanziale dittatura della maggioranza, una superiorità del governo sulla legge. Si va quindi ad intaccare un principio cardine della democrazia così come la conosciamo.
La domanda che sorge spontanea è come sia stato possibile lasciare la possibilità a questa destra di conquistare lentamente il senso comune dei cittadini e a far diventare un Paese come l'Italia che negli anni '80 riusciva ad esprimere un intero sistema politico consolidato nelle regole della democrazia (e in cui la corruzione era un quarto dell'attuale) un Paese ai bordi della democrazia moderna. La risposta? A voi.
Madrid 6/3/2010
Ovviamente condivido. Il bello è che hanno avuto il coraggio di parlare di vulnus della democrazia. Abbiamo due storiacce in parte documentate, quella di Milano dove hanno passato la notte a litigare e al mattino non riuscendo a raccogliere le 3500 firme che servivano si sono messi a copiare le vecchie firme delle precedenti consultazioni, peccato che fra le 300 e le 500 firme fossero di persone decedute. A Roma dove a pochi minuti dalla chiusura sono corsi fuori a cambiare il nome del capolista, trovando poi la porta chiusa e le telecamere a dimostrare che erano clamorosamente in ritardo.
Storiacce italiane che nascondono una guerra di potere esacerbata e disgustosa. Dalla quale noi dobbiamo sottrarci immediatamente. Nessun inciucio, nessuna tolleranza, e grande difesa dei diritti e delle leggi: questo è il ruolo che dovremo svolgere in questa vicenda!
(Federico Formisano)
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