Lettera ad un amico
Conosco tante persone che si sono avvicinate alla politica: hanno accettato di farne parte per le più svariate motivazioni e dopo un po’ se sono allontanati con un'unica certezza: l’ambiente della politica è formato da persone un po’ speciali, fanatiche od appassionate (dipende dal punto di vista) selettivo ed esclusivo come pochi altri ambienti. Chi fa politica deve dare molto ( e al di là delle molte esagerazioni sulla Casta) non sempre è detto che riceva in egual misura rispetto a quanto dà. Chi rimane entra a far parte di un gruppo di persone che si riconoscono a vista, che accettano di condurre una vita speciale, fatta di sacrifici e rinunce, con poco tempo da dedicare ai propri cari, agli affetti, al tempo libero. Per questa riconoscibilità reciproca, chi fa politica anche se appartiene a schieramenti diversi, può avere spesso interessi simili. E così molti furiosi litigi verbali, anche se conditi dalle più infamanti accuse, finiscono spesso davanti ad un bicchiere o con le gambe sotto ad una tavola.
Per questo motivo la politica ha poche regole certe; ma pretende che vengano rispettate. Che vengano rispettate assolutamente.
E’ buona cosa che le persone che fanno politica non cerchino di dartela a bere. Hai a che fare con persone che sono smaliziate quanto te. Perché dovresti pensare di essere più furbo di loro? Ma soprattutto è questa è la regola più importante non pensare di riuscire ad ingannare te medesimo.
Nel mio passato politico, ad esempio, ci sono stati momenti di scelta, di cambiamento, ma sono sempre stati sostenuti dalla forte consapevolezza di fare in quel momento la valutazione che ritenevo giusta.
Nel 1992, in piena tangentopoli, Variati decise di chiudere l’esperienza del centro sinistra classico, basato sull’asse DC-PSI e aprì per la prima volta alla sinistra riformista. Solo undici dei ventuno consiglieri della Democrazia Cristiana optarono per quella scelta ed io fui uno di questi.
Sono stato con Marino Quaresimin nella prima esperienza di elezione diretta del Sindaco, ho fatto il consigliere di minoranza, come fiero oppositore del centro destra e di Hullweck e quando ho deciso di costruire una mia lista civica, sono andato comunque ad apparentarmi con il Candidato Sindaco del Centro Sinistra, Vincenzo Riboni. E subito dopo la conclusione di quell’esperienza ho cominciato a lavorare sul progetto del Partito Democratico, dando vita a Vicenza, con Adriano Verlato ed altri amici, all’Associazione del Partito Democratico. In sostanza una linea di sostanziale coerenza, caratterizzata da un mio forte modo di intendere la politica, ma mai da avventurismi e da atteggiamenti opportunistici. Che la gente ha apprezzato se è vero che sono sempre stato confermato nelle varie elezioni che si sono succedute. In sostanza ho rispettato le regole del gioco.
Con questo voglio forse dire che non sono ammessi cambiamenti di idea, che uno non può uscire da una situazione che non riconosce più come confacente al suo modo di intendere la politica??
No! Voglio solo dire che non deve cercare di ingannare gli altri e sé stessi.
Se hai sostenuto fino al giorno prima un disegno inclusivo della società, e passi a sostenere quello di una società dei forti che respinge i deboli, o raccontavi una favola prima o la racconti oggi.
Sei hai lottato per i valori della solidarietà e dell’accoglienza, se ti sei battuto per una società in cui il liberismo non sia l’unica bussola, non puoi improvvisamente cambiare tutti i tuoi riferimenti e le tue convinzioni, a meno che tu non sia animato da un formidabile opportunismo oppure dalla convinzione di essere stato emarginato e maltrattato all’interno della tua parte politica.
Nel mondo degli iniziati che prima ho descritto, quelli che si annusano a chilometri di distanza, tutti conoscono altrettanto bene queste regole. E se dichiarano di accettare la tua linea, di credere nel tuo sano e sincero cambiamento di convinzioni, in realtà stanno recitando anche loro una parte nel famoso teatrino della politica. “In questo momento –pensano- sei funzionale ai miei obiettivi: la tua dichiarazione riportata con enfasi nei giornali, giova alla mia parte politica e fa un maledetto male alla tua. Quando l’effetto sarà concluso ti scaricherò senza nessun dubbio, senza nessuna incertezza, perché sarà convinto che l’effetto della tua sparata si sarà sciolto come neve al sole, e non potrò più trarre alcun vantaggio dalle tue affermazioni”.
Una volta c’era un partito privo di quadri politici che arruolava anche per incarichi importanti personaggi semisconosciuti (potrei farvi il nome di molti parlamentari leghisti oggi totalmente inghiottiti nel dimenticatoio) : Ma oggi quel partito si è strutturato in maniera diversa: ha costruito una solida base di militanti convinti e partecipi che sentono da lontano l’odore dell’infiltrato che si crede furbacchione.
Caro amico, non pensare di aver fatto una gran furbata: hai scavato il camminamento del non ritorno e al tempo stesso non hai ancora occupato nemmeno un metro nel terreno del nemico. Hai lasciato ancora una volta che ti tradissero la smania di comparire e la tua lingua sciolta. Tu sei uno che ama veramente la politica: hai dedicato ad essa risorse ed energie. Ma probabilmente non ti sei accorto che oggi la politica non ama più te. Sarai emarginato ed ignorato e per te questa sarà una condanna durissima.
Come diceva mia nonna o forse mia zia “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”
Federico Formisano
martedì 16 febbraio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento