Non festeggerò questa ricorrenza. Nè cambierò la mia idea su Craxi che continuerò a ritenere un elemento di grave turbativa alla vita politica italiana. Non il solo, perchè altri portarono alla esasperazione di un sistema basato sulla corruzione e sul degrado della vita politica. Ma sicuramente uno dei più pericolosi perchè fu tra i primi a codificare e giustificare comportamenti innamissimibili.
Non sarò mai del partito dei giustizialisti, ma non posso ritenere che un sistema basato sulla corruzione, che incrementa per il cittadino i costi delle opere pubbliche, che fa scegliere (secondo criteri deviati) aziende piuttosto che altre, a scapito, magari della qualità dell'opera e della sua stessa sicurezza, possa essere considerato un male necessario.
La politica può vivere senza gonfiare riti e procedure: chi ha detto che le campagne elettorali debbano giustificare sprechi assurdi??
E quindi non esiste alcuna necessità di reperire finanziamenti illeciti.
Chi cerca di giustificare il teorema Craxi vuole procrastinare per l'Italia la sofferenza di una politica malata ed esasperata.
Io non ci sto.
Il 19 gennaio per me sarà solo una giornata come le altre.
Federico Formisano
Da Repubblica di venerdi 15 gennaio
ROMA - Un "capro espiatorio" e uno "statista" che non ha bisogno di essere riabilitato. Bettino Craxi è stato definito così dal direttore del Tg1. Augusto Minzolini ha sferrato un duro attacco alla storia dell'inchiesta su tangentopoli, a dieci anni dalla scomparsa del leader socialista, morto ad Hammamet in Tunisia il 19 gennaio del 2000. Sempre al Tg1 ha parlato anche Massimo D'Alema: "Dovremmo discutere di Craxi, che è una figura importante nella storia italiana, con maggiore distacco. Ormai fa parte della storia del Paese. Questo ci aiuterebbe a vederne le qualità accanto agli errori". E Antonio Di Pietro ha annunciato che querelerà il direttore del Tg1.
L'editoriale. Richiamandosi alla vicenda della guerra fredda, il direttore del Tg1 ha sottolineato che "una democrazia costosa, permise per cinquant'anni al nostro Paese di restare nel mondo libero: da un lato i partiti che governarono la prima repubblica con i loro pregi e difetti, dall'altro il più grande partito comunista occidentale, con i suoi rapporti con l'Urss. Con la caduta del muro di Berlino, per il solito paradosso italiano, i vincitori, quelli che erano sempre stati dalla parte giusta, invece di ricevere una medaglia furono messi alla sbarra".
"Basti pensare - ha proseguito Minzolini - che il reato portante di Tangentopoli, cioè il finanziamento illecito ai partiti, era stato oggetto di un'amnistia soltanto due anni prima: un colpo di spugna che preservò alcuni e dannò altri. La verità è che a un problema politico fu data una soluzione giudiziaria. E l'unico che ebbe il coraggio di porre in questi termini la questione, cioè Craxi, fu spedito alla ghigliottina. Per questo Craxi non volle mai vestire i panni dell'imputato".
"E' di quegli anni il vulnus che alterò i rapporti fra politica e magistratura. Un vulnus che per quasi un ventennio ha fatto cadere governi per inchieste che spesso non hanno portato da nessuna parte e che ha lanciato nell'agone politico i magistrati che ne erano stati protagonisti, che già per questo avrebbero dovuto dimostrare di non essere di parte".
Il "vulnus" nel rapporto fra politica e magistratura porta Minzolini verso la conclusione del suo editoriale: "Ecco perché - ha aggiunto il direttore del Tg1 - non ha bisogno di nessuna riabilitazione l'uomo, che accettando coraggiosamente da socialista e riformista gli euromissili, contribuì, insieme a Reagan e a papa Woityla, a mettere in crisi l'Urss, che disse di no agli americani nella crisi di Sigonella e affrontò i referendum sulla scala mobile".
Secondo il direttore del Tg1 "il destino di Craxi, la sua carriera fatta di luci e ombre, è comune a molti dei grandi personaggi di quel periodo complesso. Addirittura Helmut Kohl riunì le due Germanie e poi finì sotto processo. Ma per la storia Craxi va già ricordato oggi come uno statista".
La replica di Di Pietro. Antonio di Pietro, leader dell'Idv, ha risposto a stretto giro di posta al direttore del Tg1: "Querelerò Minzolini e lo denuncerò alla Camera, perché chi è pagato con il canone non può permettersi di raccontare parzialità", ha detto l'ex pm. "Minzolini - ha continuato Di Pietro - non può paragonare un corrotto al Papa. Bettino Craxi è stato più volte condannato per corruzione con sentenza passata in giudicato. I soldi non finirono al partito, ma in conti propri. Ha anche ricevuto miliardi sul conto All Iberian da un imprenditore televisivo che si chiama Silvio".
L'Aiart: "Eccessivo il paragone con il Papa". "Senza nulla togliere a Craxi, ma metterlo sullo stesso piano di Papa Wojtyla ci pare davvero eccessivo, un paragone forzato". Lo afferma Luca Borgomeo, presidente dell'associazione di telespettatori cattolici Aiart.
Il ringraziamento di Stefania Craxi. "Rivolgo un grazie al direttore Augusto Minzolini per il suo editoriale in ricordo di Bettino Craxi - afferma Stefania Craxi, parlamentare del Pdl e sottosegretario agli Esteri - uno Statista che ha dato la vita per il bene del Paese. Le sue idee innovative sono ormai patrimonio di tutti gli italiani".
Le celebrazioni. In occasione del decimo anniversario della scomparsa di Bettino Craxi, la fondazione intitolata al leader socialista, presieduta dalla figlia Stefania, ha in programma una serie di iniziative. Domenica 17 gennaio alle 10.30 si terrà una cerimonia presso il cimitero cristiano di Hammamet. Alla commemorazione prenderanno parte tra gli altri il ministro degli Esteri, Franco Frattini, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta. Martedì 19 gennaio alle 10 la Fondazione Craxi terrà a Roma, presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato della Repubblica (Piazza della Minerva 38), la celebrazione ufficiale della figura di Craxi. Al saluto introduttivo del presidente del Senato Renato Schifani, seguirà la relazione di Stefania Craxi. I lavori proseguiranno con una tavola rotonda alla quale prenderanno parte, tra gli altri, Luigi Angeletti, Tarak Ben Ammar, Renato Brunetta, Giuseppe De Rita, Franco Frattini. Le conclusioni saranno affidate alle parole del Ministro Maurizio Sacconi. All'iniziativa sarà presente il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nel pomeriggio del 19 gennaio, la fondazione Craxi sarà ricevuta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale.
(13 gennaio 2010)
Non festeggerò questa ricorrenza
venerdì 15 gennaio 2010
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1 commento:
Cari amici tutti, mi sembra d'aver sentito che la figlia di Bettino Craxi abbia invitato Bersani alla commemorazione per il decennale della morte del padre.
Misericordia umana dovuta, sarei stupito che il segretario del PD andasse a commemorare un pregiudicato morto latitante per fuggire dalla giustizia del suo
paese. Credo che tutti vi siate resi conto che questa riabilitazione postuma di Craxi altro non è che un primo segno di benevolenza nei confronti del suo allievo politico prediletto, Silvio Berlusconi che, tra le altre cose, gli versò ventunmiliardi di lire dopo la legge Mammì 1992/1993. Per tale reato Berlusconi fu condannato ( processo All Iberian ) e poi prescritto; il che significa " aver commesso il reato, ma il tempo per la conferma della condanna è passato ".
Spero anche che nessun rappresentante ufficiale del PD si presti a commemorazioni o intestazioni di vie o parchi o altro.
Inoltre spero che la si smetta di parlare di dialogo. La si smetta di proporre condivisione di riforme: facciamo le nostre proposte con le nostre priorità e presentiamole in ogni intervista o dibattito. A proposito
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