lunedì 17 agosto 2009

Informazione in Italia e l'attacco a RAI TRE


Ormai il rischio che l'informazione in Italia venga misurata sui livelli dei paesi del terzo mondo è più che palese.
Una recente inchiesta di Freedomhouse pone l'Italia al 73° posto nel mondo per le modalità di trasmissione delle notizie. E la dizione "partly free" (libera parzialmente) inquieta se si pensa che prima di noi ci sono paesi come la Costarica, il Belize, l'Estonia, ecc.
Reporter sens frontière (Rsf) ci colloca invece in 40 posizione dopo Cile, Corea del Sud, Namibia e Paraguay.
Nonnostante il giudizio molto negativo espresso dagli osservatori neutrali nei confronti dell'informazione del nostro paese (condizionata a detta di molti dal conflitto d'interesse fra il Berlusconi imprenditore e l'uomo politico), il nostro presidente del Consiglio va all'attacco di quella che rimane l'ultima cittadella della libertà informativa, la rete tre della RAI, non a caso l'unica rete che ancora non è alle strette dipendenze di Berlusconi.
Al nuovo editto bulgaro ha replicato prontamente il direttore della Rete: "Mi auguro – ha affermato Paolo Ruffini che cessi questa violenta e ingiusta campagna contro Raitre. Raitre non e' una 'macchina da guerra'. E' molto piu' semplicemente la rete con il piu' alto indice di qualita', per di piu' in costante crescita”. Cosi' come in crescita sono i suoi ascolti, che la collocano al terzo posto nel 2006 dopo Rai1 e Canale 5, e prima di Italia 1 "
E Carlo Rognoni consigliere di amministrazione della Rai ha così commentato le parole di Berlusconi: "Bisognerebbe ricordare al Presidente del Consiglio che Rai Tre e' la rete che piu' di tutte rispetta i canoni del servizio pubblico. Non ci piegheremo all'idea che la televisione diventi campo di battaglia della politica. L'ultima dichiarazione del Premier Berlusconi su Rai Tre va purtroppo nella direzione opposta, finendo per far passare la Rai, come il capro espiatorio di tutte le tensioni tra i partiti".
L'aggressione a Rai Tre si colloca in una strategia dell'informazione che ha visto nell'ultimo periodo un cambiamento ulteriore di tattica da parte dei curatori della campagna informativa del Governo e dei partiti di maggioranza.
Mentre i giornalisti liberi scompaiono dalle reti private e pubbliche ( ricordiamo i casi Mentana, Sposini, ecc, senza ritornare alle situazioni eclattanti di Santoro e Biagi che furono fra i primi a pagare pesantemente le loro opinioni politiche e la libera espressione) l'informazione viene instradata attraverso pericolosi canali di
condizionamento degli utenti di cui faremo alcuni esempi:
1- Tutti i telegiornali affermano che la situazione economica del paese non è diversa da quella degli altri paesi europei (la realtà è che Germania e Francia vedono un primo cambio di inversione del PIL verso il segno + mentre in Italia andiamo allegramente a chiudere un anno orribile con un PIL al - 6 per cento e la produzione industriale in calo del 25%) Ovviamente la parola crisi è impronunciabile.
2- Berlusconi è andato 13-14 volte in Abruzzo per innaugurare nuovi cantieri e per portare avanti la mirabolante operazione di restituire quanto prima le case ai terremotati ( in realtà gli sfollati sono andati in corteo a Roma esibendo cartelli in cui comparivano messaggi di questo tono "Berlusconi facci sognare, crepa", "via Bertolaso,la ricostruzione agli abruzzesi", "non atTENDEremo più", "Aquilani espropriati, 2 volte terremotati", "Berlusco’ non te fa revedè all’Aquila", "verba volant sisma manent"). Ma nessuno di questi cartelli è stato visto in televisione. In realtà ci sono otto tendepoli con migliaia di sfollati che vivono in situazione di convivenza ai limiti della sopportabilità. "Il governo ha preferito puntare tutto, senza passaggi intermedi,sulle case prefabbricate, ecocompatibili, basculanti su piastre di cemento antisismiche (all’Aquila), oppure su casette di legno (nei centri minori): scelta che sta sfibrando le capacità di sopportazione degli sfollati" (dal sito della caritas italiana).
Nelle 138 tendopoli ancora aperte sono ospitati 20.115 sfollati. Altri 19.160 sono negli hotel della costa e 9.705 in case private. "In questi quattro mesi e dieci giorni - dice Rita - una cosa l'ho capita: la scossa che ti distrugge la casa è solo l'inizio del dramma. Nei primi giorni c'era solidarietà anche fra di noi, adesso vai in giro e senti solo bestemmie" ( da Repubblica)


3- La sicurezza dei cittadini è ai primi posti nelle intenzioni del Governo. Al punto che secondo Demos e l'Osservatorio di Pavia, nel "Rapporto sulla sicurezza in Italia" "gli italiani non si sentono più così insicuri e in balia di una criminalità dilagante. Insomma, nel giro di qualche mese l’emergenza sicurezza, tanto sbandierata durante l’ultima campagna elettorale e nella “luna di miele” del governo Berlusconi, pare definitivamente rientrata nella percezione degli italiani. Non certo grazie alla manciata di militari inviati dall’esecutivo nelle strade italiane.
Bensì attraverso un altro artificio mediatico: "Nell’ultimo periodo la Tv ha di fatto ridotto spazio ed enfasi sui crimini. Nei primi 10 mesi del 2008 la presenza della criminalità, pur mantenendosi mediamente elevata, sembra comunque tornare nella norma, mentre nel 2007 le notizie sugli omicidi avevano avuto un clamoroso picco. Sono state infatti 1442 notizie nel secondo semestre e 958 nel primo relative ad “altri omicidi”."
4- Il rientro dei capitali dall'Estero. Non è la prima volta che Tremonti ci prova: già nel 2001/2002 fu tentata un operazione di rientro con risultati modesti. Per qualcuno si tratta in realtà di un ennesimo condono mascherato che permette di fare rientrare somme che non vengono denunciate ai fini fiscali: ma i nostri telegiornali strombazzano la notizia con grande enfasi.

Sono solo degli esempi ma potremmo citare altri casi evidenti.
Speriamo che rimanga in piedi la rete internet, altrimenti veramente saranno dolori per la povera Italia.

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