VERBALE COORDINAMENTO CITTADINO 11/05/2009
Tre i temi previsti:
IL REFERENDUMIl primo momento di approfondimento circa la necessità di votare si al referendum previsto per il giorno 21 Giugno 2009 è stato condotto da Federico Formisano il quale, prendendo spunto dal convegno di approfondimento sul tema del cambiamento dell’attuale legge elettorale tenutosi a Vicenza Giovedì 07 Maggio, ha illustrato la situazione italiana. Nel nostro Paese non si può utilizzare lo strumento del referendum per proporre una nuova legge che vada a sostituire quella esistente bensì grazie ad esso si può abrogare una legge in parte o nella sua interezza. La legge elettorale “nuova” verrà predisposta in un successivo momento dal Parlamento. Perché il Referendum sia valido e quindi idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito viene fissato il quorum al 50% degli aventi diritto al voto (numero non facile da raggiungere in quanto più del 10% degli elettori non vi può partecipare a priori).
Il Referendum abrogativo oggetto della discussione prevede 3 quesiti: due dei tre quesiti riguardano la possibilità di votare per coalizioni o liste di partito rispettando il criterio “partito” piuttosto che il criterio “coalizione” e valgono sia per la Camera che per il Senato. Il restante quesito riguarda invece la proliferazione di candidature multiple e quindi impedirebbe ad una persona di presentarsi in più collegi.
Il Referendum ha un gran significato dal punto di vista politico più che dal punto di vista dell’impatto effettivo sul sistema: “spodestare” la coalizione per il partito porterebbe all’avvento in Italia del Bipartitismo, quindi votando sì. La portata innovativa indurrebbe il Parlamento a legiferare per sostituire la cosiddetta “Legge Porcellum” (definita così proprio da chi a quella legge ha dato il nome) la quale permette che i parlamentari vengano imposti dalle logiche romane.
Alla luce di queste considerazioni è molto importante quindi la partecipazione popolare anche se l’attuale Governo ha fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote: basti pensare alla data prevista (in quel periodo molti italiani sono già partiti per i luoghi di villeggiatura) e al costo previsto per la costituzione degli Uffici Elettorali (€400.000.000,00). La data stessa del 21 giugno è stata scelta ad hoc proprio perché è molto difficoltoso in quel periodo raggiungere il quorum.
Perché è importante votare Sì? Non c’è una convenienza intrinseca nel votare sì, è importante perché si toglierebbe potere ai partiti a livello nazionale: sarebbero gli elettori a scegliere i propri candidati così da portare ad un vero e proprio rinnovamento soprattutto tra gli Onorevoli (il 65% dei Parlamentari italiani appartengono ancora alla Prima Repubblica!).
Rispetto al Referendum del 1991 sulla Preferenza Unica (venne ridotto il sistema delle preferenze per la Camera dei Deputati: si passò da 3 a 1 preferenza) oggi ci troviamo a dover far fronte ad una situazione di malcontento generale e di notevole sfiducia nei confronti della politica: nel 1991 si riuscì ad ottenere un cambiamento anche grazie all’effetto che Tangentopoli ebbe sull’opinione pubblica ma è importante ricordare che la volontà degli elettori di partecipare si fece sempre più forte man mano che si avvicinava la data prevista per la consultazione.
Quindi alla luce delle considerazioni di cui sopra è importante non farsi sfuggire una grande possibilità per cambiare qualcosa e poter far sentire la nostra voce che si trasformerebbe poi in un input per poter modificare finalmente la famosa Legge Porcellum
L’EUROPA
Successivamente all’intervento di Federico Formisano, Enrico Peroni ha cercato di sintetizzare tramite l’ausilio di video proiettore e presentazione in Power Point, le origini, la struttura istituzionale e le azioni dell’Unione Europea suddividendo il suo intervento in 4 momenti ai quali ha dato i seguenti titoli:
PERCHE’ L’EUROPA?
1) Per garantire all’Europa un lungo periodo di pace. L’Unione Europa nasce all’indomani del secondo conflitto mondiale dalla volontà di alcuni stati di superare le divisioni che li avevano portati a dichiararsi guerra l’un con l’altro.
2) Per condividere ideali e valori comuni nel rispetto delle diversità che caratterizzano ciascuna nazione
3) Per i vantaggi economici derivanti dalla creazione di un’unione doganale, primo passo verso la creazione del mercato unico.
QUALI SONO STATI I MOTORI DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE
a) La crisi dello Stato Nazionale
b) La crisi del modello liberista e del paradigma keynesiano quindi il fallimento dello stato sociale
c) L’effetto spill-over delle politiche comunitarie (le ripercussioni del processo di integrazione settoriale anche sui settori non direttamente coinvolti in tale processo)
QUALI LE ISTITUZIONI E IL LORO RUOLO
Le principali istituzioni sono:
PARLAMENTO EUROPEO: inizialmente composto da delegati dei parlamenti nazionali. Per superare il deficit democratico dell’istituzione, dotata di scarsi poteri e minor peso rispetto a Commissione e Consiglio, dal 1979 i membri vengono eletti tramite suffragio universale diretto. Con il Trattato di Maastricht, Amsterdam e Nizza il Parlamento ha acquisito sempre più poteri e peso all’interno del triangolo decisionale (Parlamento, Consiglio dell’Unione e Commissione)
Ha poteri deliberativi e di controllo (ruolo importante in sede di approvazione del bilancio)
CONSIGLIO DELL’UNIONE: è l’organo decisionale della Comunità. Costituito da 1 rappresentante per Stato membro, esso è infatti un’istituzione composta di Stati ed è strutturato in modo tale da poter dar voce agli interessi nazionali.
Adotta gli atti normativi, forma e approva il bilancio comunitario e conclude gli accordi internazionali (i negoziati vengono condotti dalla Commissione)
Da non confondere con il Consiglio Europeo (nato al di fuori dell’architettura istituzionale europea): esso definisce gli orientamenti politici generali e dà l’impulso necessario allo sviluppo dell’Unione.
COMMISSIONE EUROPEA composta da 1 cittadino di ciascun Stato membro è un organo formato da individui (non da rappresentanti degli stati): agisce quindi nell’interesse della Comunità. Ad essa compete la funzione di proposta o di iniziativa normativa, di rappresentare la comunità e di vigilare sull’esatta esecuzione dei trattati.
CORTE DI GIUSTIZIA: composta da 1 giudice per Stato membro e 8 avvocati generali assicura il rispetto del diritto comunitario nell’interpretazione e applicazione dei trattati e degli atti normativi (funzione condivisa con il Tribunale di primo grado creato nel 1988). Attraverso storiche sentenze ha contribuito a delineare con precisione natura e portata del diritto comunitario.
CORTE DEI CONTI: composta da 1 cittadino per Stato membro è l’organo di controllo della gestione finanziaria della Comunità. Essa esamina le entrate (costituite dalle cosiddette “risorse proprie”) e le spese (obbligatorie e non obbligatorie).
Gli altri organi previsti dai trattati sono:
CES (Comitato Economico E Sociale) organo consultivo, composta dai rappresentati delle categorie economiche e sociali
CDR (Comitato Delle Regioni) organo consultivo
BEI (Banca Europea Per Gli Investimenti)
BCE (Banca Centrale Europea)
SEBC (Sistema Europeo Di Banche Centrali)
Ci sono alcune politiche alle quali si applica il cosiddetto “Metodo comunitario” (Primo Pilastro) per le quali le istituzioni hanno un ruolo importante e di maggior peso rispetto ai governi nazionali: si pensi alla PAC (Politica Agricola Comune), la politica commerciale, fiscale, di coesione (nell’ambito della quale è molto importante il ruolo delle Regioni) e dell’ambiente.
Per quanto riguarda il Secondo e Terzo Pilastro (PESC e cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale) si parla invece di collaborazione intergovernativa: il potere decisionale spetta agli Stati membri.
SPICCARE IL VOLO. QUALI RIFORME PER AVERE ISTITUZIONI EUROPEE PIU’ FORTI TRASPARENTI E SEMPLICI
Riforma del Bilancio UE
Più potere alle Istituzioni
Più coinvolgimento per i cittadini anche attraverso la formazione di una coscienza europea
Più trasparenza dei processi decisionali
Promuovere la pace dando vita ad una politica di difesa comune che andrebbe a sottolineare il peso dell’Europa in un’ottica internazionale
Maggiori investimenti per la ricerca, l’ambiente promovendo integrazione e gettando le basi per una società multi-etnica
LA 1° FESTA DEMOCRATICAIl Presidente della Commissione Organizzativa, Valter Bettiato Fava ha illustrato il programma della Prima Festa Democratica prevista per i giorni 23 e 24 Maggio in Campo Marzo, la sistemazione logistica (la posizione di palco, tenso-struttura e gazebo tematici e per la distribuzione di cibo e bevande).
Il preventivo di spesa è di circa €6.000,00-€6.500,00: per il finanziamento sono pervenute alcune donazioni e si sono presi accordi con il servizio di catering bio-equo solidale “Mani in pasta” relativamente alla percentuale di guadagno su bevande, cibi distribuiti nella giornata del sabato e per quanto riguarda il pranzo della domenica. Il prezzo fissato per il pranzo è di €20,00 per gli adulti e €10,00 per i bambini: sono stati distribuiti ai coodinatori dei circoli dei blocchetti di ricevute per la prenotazione dei posti.
INTERVENTI
Luigi Poletto è intervenuto a proposito della relazione di Federico Formisano relativa al Referendum del 21/06. Sostiene che la legge elettorale attualmente in vigore espropria il cittadino del diritto di eleggere i propri rappresentanti inoltre la data decisa per la consultazione comprometterà il risultato del referendum stesso, depotenziando la partecipazione degli elettori. Il nostro paese, continua Poletto, non è adatto al Bipartitismo (probabile sbocco del referendum) perché l’Italia è multi-polare e partitica: forzare il sistema politico verso il Bipartitismo è sbagliato e porterà al depotenziamento della partecipazione popolare. Il possibile bipartitismo è pericoloso soprattutto perché il Partito Democratico è debole rispetto al Partito delle Libertà e si rischierebbe quindi di fare un regalo a Berlusconi.
Relativamente alla relazione sull’Europa sottolinea il fatto che poiché gli Stati Nazionali hanno sempre meno potere bisogna puntare su un’Europa Federale per avere più peso nella situazione geopolitica internazionale: tutto il mondo si sta polarizzando vicino ai grandi aggregati quali Cina, India, Sud-America.
Lo Stato Nazionale che detiene il monopolio della forza è importante soprattutto per contrastare la criminalità organizzata e per garantire condivisione e coesione delle diverse identità. Sul piano soggettivo è importante per le persone avere un riferimento che vada oltre i personalismi e nel quale si possano riconoscere.
Per quanto riguarda la collocazione del Partito Democratico in Europa ritiene che sia positivo aver aderito al gruppo dei socialisti democratici piuttosto che aver creato qualcosa di nuovo che si sarebbe collocato al di fuori degli schemi.
Marina Petroni, relativamente al tema delle elezioni europee, propone di organizzare periodicamente un incontro dei candidati europei una volta eletti nel territorio affinché questi ultimi possano relazionare i cittadini sul loro operato per evitare che succeda nuovamente ciò che è successo a Donata Gottardi subentrata a Letta nel Parlamento Europeo per due anni alla quale è mancato l’appoggio del Partito e la possibilità di comunicare ai cittadini il suo impegno e il suo operato nel campo del lavoro in sede europea.
Ritiene inoltre importante per una Regione come il Veneto di avere propri riferimenti a livello europeo e sottolinea il ruolo fondamentale delle preferenze previste per le elezioni.
Giuliano Parodi ritiene che il quorum previsto per il Referendum sia difficile da raggiungere. L’epoca iniziata all’indomani del referendum del 1991 non è ancora finita e numerosi sono i freni posti al rinnovamento della classe politica. Il sistema Bi-partitico semplificherebbe il quadro politico ed eliminerebbe il professionismo politico tanto da evitare che si ripetano “carriere” come quella di Alessandra Mussolini la quale prima rompe i rapporti politici con Fini, perde il seggio nazionale e ne guadagna poi uno in Europa nonostante i pochi voti presi. D’altronde i partiti-persona sono possibili solo in Italia basti pensare a Berlusconi, Di Pietro e alla stessa Mussolini.
Il Partito Democratico è consapevole del fatto che la fusione tra partiti non è stata una cosa positiva e si deve quindi riflettere sull’obiettivo che si vuole perseguire: semplificare il sistema o continuare con i vecchi giochi dei numeri?. E’ anche vero che Berlusconi non è eterno e una volta fuori dal gioco la destra di sfalderebbe: il Partito Democratico invece è sopravvissuto alle dimissioni di Veltroni quindi loro hanno i minuti contati.
Patrizia Pira interviene sul referendum e sull’incontro con Segni a Vicenza affermando che il Referendum non dà soluzioni ma serve a scuotere le coscienze. Rileva che una parte del Partito Democratico è contraria al referendum per paura che Berlusconi ne possa uscire rafforzato: quella parte, sostiene, è ferma ancora al vecchio modo di fare politica. Personalmente crede nello strumento del referendum e lo vede come l’unica possibilità per cambiare la legge.
Enrico Peroni interviene a sua volta sul referendum condividendo l’obiettivo e cioè il Bi-partitismo ma non condivide il metodo. Ritiene che il sistema elettorale non si cambia in questo modo: se effettivamente non sarà cambiato darà vita ad un sistema Bi-lista, con premi a coalizioni con un unico simbolo. Voterà no ai primi due quesiti: perché c’è bisogno di una riforma effettiva del sistema elettorale mentre così facendo si crea più confusione e voterà si al terzo quesito.
Per quanto riguarda le preferenze ritiene che sia necessario selezionare le persone non tanto per il legame di queste con il territorio bensì scegliendole in base al criterio delle competenze e delle capacità che dimostrano di avere.
Verbale curato da Eleonora Bertin
giovedì 21 maggio 2009
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