Sul settimanale Vicenza Più c'è un'intervista all'Assessore Nicolai.
"Spero che quest'anno il Vicenza non vada in serie A: sarebbe un suicidio; la società non è pronta per il salto di categoria, rischiamo di salire e scendere l'anno successivo. Meglio andare su con lo stadio nuovo"
Non concordo con queste affermazioni.
Il Vicenza ha giocato in serie A per trenta campionati, più di tutte le squadre venete (Verona a 24, Padova a 16, Venezia a 12), più di molte provinciali (solo l'Atalanta ci è davanti); adesso morde il freno della serie B da otto anni. Dopo alcune stagioni viziate dalla presenza di squadre come Juventus, Napoli, Genoa, Torino, Atalanta, Palermo, Cagliari, Fiorentina, Sampdoria, che poco c'entrano con la storia di questo torneo, ha l'opportunità di ritornare in A: solo il Parma, il Brescia, e forse il Livorno e l'Empoli sono sulla carta più attrezzate del Vicenza per il salto. Ma il calcio si sà è imprevedibile e i ragazzini terribili di mister Gregucci potrebbero confezionare lo scherzetto.
Allora che si fa: si rinuncia a salire??
Ma stiamo scherzando???
Ieri mi sarebbe venuta voglia di prendere carta e penna e presentare una domanda di attualità, ma nel mio ruolo questo poteva significare solo una cosa: un attacco politico all'Assessore. Non ne ho motivo. Nicolai sta lavorando bene come il resto della giunta Variati. Non è nemmeno un attacco personale di chi pensa di subentrare a Nicolai: sono contento del mio ruolo di capogruppo e mai e poi mai tornerai a fare l'assessore allo sport.
Ho sostenuto con i consiglieri di maggioranza che noi non dobbiamo presentare interrogazioni o domande d'attualità che possono essere fraintese. Piuttosto affrontiamo la questione direttamente con l'interessato: mi riprometto di fare la stessa cosa con il mio amico Umberto, già lunedi in consiglio comunale.
Intanto però torniamo nel merito: il problema Stadio esiste e tutti concordiamo, ma esiste almeno da trenta anni. E come abbiamo giocato trenta stagioni in serie A nel Menti possiamo giocarne anche trentuno o trentadue, ecc.
La soluzione del problema è nel portare il Menti via dalla zona dove oggi si trova ( a trecento metri da Piazza Matteotti, in una zona inurbata e scomoda dal punto di vista viabilistico che blocca una buona parte della città ogni volta che si gioca).
Le propost
e ci sono e vanno valutate senza condizionamenti ideologici: la nostra maggioranza può farlo mentre, ad esempio, questo passaggio era impossibile con la maggioranza di Marino Quaresimin, condizionata dai Verdi e dalla sinistra estrema.
Ma portare avanti il problema dello Stadio nuovo non significa rinunciare preventivamente ad una promozione ottenuta sul campo.
Vincere un campionato non è mai facile: rinunciare o rallentare volutamente oggi potrebbe significare non riuscire più a risalire domani. Nel calcio entrano in gioco elementi come la fortuna e la sfortuna, gli arbitraggi, ecc. Il Padova di Cestaro cerca di risalire dalla C da dieci anni e più ma non ci è mai riuscito, nonnostante investimenti molto impegnativi del suo presidente.
Secondariamente, affrontare una questione come quella dello Stadio con una squadra appena promossa significherebbe farlo in un clima positivo. Ricordo la penultima promozione in serie A del Vicenza, quella del 1994/95, vissuta da Assessore allo Sport appena nominato. Lanciai la proposta del nuovo Menti in un clima di grande entusiasmo e di vera e propria passione, visto che il Vicenza mancava dalla massima serie dai tempi di Paolo Rossi. E la questione tenne banco per mesi: allora forse non era matura. Oggi lo sarebbe.
Spero che il mio amico Assessore allo Sport sia stato travisato nelle sue affermazioni.
E vorrei tranquillizzare l'ambiente biancorosso: la maggioranza di centro sinistra che governa Vicenza ha a cuore le sorti della squadra e tifa per il ritorno in serie A delle magiche maglie biancorosse.
Chi non salta.....
"Spero che quest'anno il Vicenza non vada in serie A: sarebbe un suicidio; la società non è pronta per il salto di categoria, rischiamo di salire e scendere l'anno successivo. Meglio andare su con lo stadio nuovo"
Non concordo con queste affermazioni.
Il Vicenza ha giocato in serie A per trenta campionati, più di tutte le squadre venete (Verona a 24, Padova a 16, Venezia a 12), più di molte provinciali (solo l'Atalanta ci è davanti); adesso morde il freno della serie B da otto anni. Dopo alcune stagioni viziate dalla presenza di squadre come Juventus, Napoli, Genoa, Torino, Atalanta, Palermo, Cagliari, Fiorentina, Sampdoria, che poco c'entrano con la storia di questo torneo, ha l'opportunità di ritornare in A: solo il Parma, il Brescia, e forse il Livorno e l'Empoli sono sulla carta più attrezzate del Vicenza per il salto. Ma il calcio si sà è imprevedibile e i ragazzini terribili di mister Gregucci potrebbero confezionare lo scherzetto.
Allora che si fa: si rinuncia a salire??
Ma stiamo scherzando???
Ieri mi sarebbe venuta voglia di prendere carta e penna e presentare una domanda di attualità, ma nel mio ruolo questo poteva significare solo una cosa: un attacco politico all'Assessore. Non ne ho motivo. Nicolai sta lavorando bene come il resto della giunta Variati. Non è nemmeno un attacco personale di chi pensa di subentrare a Nicolai: sono contento del mio ruolo di capogruppo e mai e poi mai tornerai a fare l'assessore allo sport.
Ho sostenuto con i consiglieri di maggioranza che noi non dobbiamo presentare interrogazioni o domande d'attualità che possono essere fraintese. Piuttosto affrontiamo la questione direttamente con l'interessato: mi riprometto di fare la stessa cosa con il mio amico Umberto, già lunedi in consiglio comunale.
Intanto però torniamo nel merito: il problema Stadio esiste e tutti concordiamo, ma esiste almeno da trenta anni. E come abbiamo giocato trenta stagioni in serie A nel Menti possiamo giocarne anche trentuno o trentadue, ecc.
La soluzione del problema è nel portare il Menti via dalla zona dove oggi si trova ( a trecento metri da Piazza Matteotti, in una zona inurbata e scomoda dal punto di vista viabilistico che blocca una buona parte della città ogni volta che si gioca).
Le propost

Ma portare avanti il problema dello Stadio nuovo non significa rinunciare preventivamente ad una promozione ottenuta sul campo.
Vincere un campionato non è mai facile: rinunciare o rallentare volutamente oggi potrebbe significare non riuscire più a risalire domani. Nel calcio entrano in gioco elementi come la fortuna e la sfortuna, gli arbitraggi, ecc. Il Padova di Cestaro cerca di risalire dalla C da dieci anni e più ma non ci è mai riuscito, nonnostante investimenti molto impegnativi del suo presidente.
Secondariamente, affrontare una questione come quella dello Stadio con una squadra appena promossa significherebbe farlo in un clima positivo. Ricordo la penultima promozione in serie A del Vicenza, quella del 1994/95, vissuta da Assessore allo Sport appena nominato. Lanciai la proposta del nuovo Menti in un clima di grande entusiasmo e di vera e propria passione, visto che il Vicenza mancava dalla massima serie dai tempi di Paolo Rossi. E la questione tenne banco per mesi: allora forse non era matura. Oggi lo sarebbe.
Spero che il mio amico Assessore allo Sport sia stato travisato nelle sue affermazioni.
E vorrei tranquillizzare l'ambiente biancorosso: la maggioranza di centro sinistra che governa Vicenza ha a cuore le sorti della squadra e tifa per il ritorno in serie A delle magiche maglie biancorosse.
Chi non salta.....
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