

I comitati del SI e del NO interpretano i numeri della consultazione autogestita con la disinvolta incoscienza di chi sembra giocare a morra con il destino dei vicentini.
il 75% non è andato a votare: un fiasco!! 24.000 elettori lo hanno fatto: un successo!!! Chi ha ragione e chi ha torto?
Pur essendo di parte cerco di valutare i dati con il massimo dell'oggettività possibile. 24.000 persone che si recano a votare, sapendo che questa consultazione non ha un valore probante dal punto di vista istituzionale sono un gran massa di gente: questo è un dato oggettivo.
24.000 persone che partono da casa per raggiungere un centro di raccolta spesso non vicino, che versano un contributo ( tanti hanno dato 5 o 10 euro), che aspettano in fila pazientemente un quarto d'ora, che portano al seggio la torta fatta in casa o il pasticcio avanzato "per quei poveri ragazzi che sono lì in mezzo ad una strada da ore", che votano alla luce di una pila, sono un bel fenomeno sociale: oggettivamente.
Ci sono anche stati anche tanti assenti a questa consultazione: sono stati tutti arruolati fra i contrari al Dal Molin: è così anche per i 3000 cittadini vicentini iscritti all'AIRE, ovvero quelli residenti all'estero già da due o tre generazioni che non vengono a votare nemmeno per la politiche?? E' così anche per le migliaia di anziani non autosufficenti, per i nostri "veci" del Salvi o delle altre case di riposo, che non hanno potuto votare perchè non è stato concesso ai rappresentanti di passare nei reparti ( ma 9 anziani del Salvi hanno raggiunto con le loro gambe il seggio messo all'esterno dell'Istituto)
E' così anche per i ragazzi che sono all'estero per studio o per lavoro, ai lavoratori migranti, alle persone che non hanno fissa dimora, a quelle che non hanno ritirato la scheda, agli extracomunitari con diritto di voto che non potevano essere informati, ecc. ecc.
In un paese dove i referendum non raggiungono quasi mai il quorum del 50%, dove scendono costantemente ad ogni votazione gli elettori, dove la disaffezione nei confronti della politica è di casa, il mio pensiero soggettivo è questo: è stato un grande successo.
Rimango del mio ordine d'idee che sia stato un errore non far votare i vicentini in modo ufficiale.
In città c'è una parte politica che si è schierata per impedire ai vicentini di dire la loro.
E questo, al di là di tutte le cifre e di tutti i modi per interpretarle, è un gran brutto modo di rapportarsi con i cittadini.
Oggettivamente!!
il 75% non è andato a votare: un fiasco!! 24.000 elettori lo hanno fatto: un successo!!! Chi ha ragione e chi ha torto?
Pur essendo di parte cerco di valutare i dati con il massimo dell'oggettività possibile. 24.000 persone che si recano a votare, sapendo che questa consultazione non ha un valore probante dal punto di vista istituzionale sono un gran massa di gente: questo è un dato oggettivo.
24.000 persone che partono da casa per raggiungere un centro di raccolta spesso non vicino, che versano un contributo ( tanti hanno dato 5 o 10 euro), che aspettano in fila pazientemente un quarto d'ora, che portano al seggio la torta fatta in casa o il pasticcio avanzato "per quei poveri ragazzi che sono lì in mezzo ad una strada da ore", che votano alla luce di una pila, sono un bel fenomeno sociale: oggettivamente.
Ci sono anche stati anche tanti assenti a questa consultazione: sono stati tutti arruolati fra i contrari al Dal Molin: è così anche per i 3000 cittadini vicentini iscritti all'AIRE, ovvero quelli residenti all'estero già da due o tre generazioni che non vengono a votare nemmeno per la politiche?? E' così anche per le migliaia di anziani non autosufficenti, per i nostri "veci" del Salvi o delle altre case di riposo, che non hanno potuto votare perchè non è stato concesso ai rappresentanti di passare nei reparti ( ma 9 anziani del Salvi hanno raggiunto con le loro gambe il seggio messo all'esterno dell'Istituto)
E' così anche per i ragazzi che sono all'estero per studio o per lavoro, ai lavoratori migranti, alle persone che non hanno fissa dimora, a quelle che non hanno ritirato la scheda, agli extracomunitari con diritto di voto che non potevano essere informati, ecc. ecc.
In un paese dove i referendum non raggiungono quasi mai il quorum del 50%, dove scendono costantemente ad ogni votazione gli elettori, dove la disaffezione nei confronti della politica è di casa, il mio pensiero soggettivo è questo: è stato un grande successo.
Rimango del mio ordine d'idee che sia stato un errore non far votare i vicentini in modo ufficiale.
In città c'è una parte politica che si è schierata per impedire ai vicentini di dire la loro.
E questo, al di là di tutte le cifre e di tutti i modi per interpretarle, è un gran brutto modo di rapportarsi con i cittadini.
Oggettivamente!!
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