L’anti-Porcellum rilancia la sfida
di Antonio Trentin
A volte ritornano. Quelli del referendum elettorale, ad esempio. Anche se l’argomento è finito sotto il tappeto delle cose fastidiose da nascondere con una spazzata e via. Anche se l’esecrata legge Calderoli-Porcellum - quella da mandare al voto degli italiani - potrebbe presto diventare una “Porcata 2” nella riforma della legge euroelettorale per la primavera 2009.A Vicenza è tornato Giovanni Guzzetta, cattedratico a Roma, “prof” dottissimo di ingegnerie istituzionali, presidente nazionale del Comitato referendario, uomo di centrosinistra che non le perdona a Walter Veltroni e al Partito democratico. Un fedelissimo del metodo maggioritario (vince chi prende più voti davanti agli elettori) e del confronto diretto tra i candidati (tutto il contrario, cioè, del meccanismo “ingessato” sperimentato nelle ultime elezioni).L’hanno chiamato Vicenza Riformista e il Pd-Centro storico. Ad ascoltarlo a Santa Corona - presentato da Federico FORMISANO e Adriano Verlato in occasione della stampa del suo saggio Italia, ultima chiamata - c’era un pubblico di aficionados della materia. L’obiettivo è sempre portare a termine l’operazione-referendum che si è fermata all’inizio del 2008 per la concomitanza con le elezioni politiche anticipate che hanno riportato Berlusconi a palazzo Chigi.È diventato un po’ un fantasma, questo referendum che raccoglieva firme a centinaia di migliaia, mobilitava partiti, associazioni, capi delle categorie. Che fine sta facendo?Il referendum è una certezza, se non si fa una legge prima per cambiare le cose in tempo. Ma non sento nessuno che voglia farla.Una legge per cambiare qualcosa del metodo Porcellum e sterilizzare il referendum?
Più che sterilizzarlo, mi pare che il referendum vogliano sabotarlo.Come?Dicendo ai cittadini che non conta, lavorando perché manchino i numeri, il quorum. Anche se i referendum elettorali sono stati sempre i più partecipati dai cittadini.Tutto l’arco dei partiti è d’accordo?Temo di sì. La mia maggiore paura è il sostegno tiepido da parte di chi dice di essere d’accordo. La verità è che nessuno si pronuncia, tranne Di Pietro.Forse anche perché, per via di volontà politiche e non di tecniche elettorali, anche lo stramaldicibile Porcellum un bipartitismo, o quasi, lo sta creando, come si è visto alle elezioni di primavera.Ho dei dubbi che siano stati solo la politica e i partiti a produrre la situazione che c’è. Se non c’eravamo noi referendari, non so se le cose cambiavano. Comunque: non è vero che abbiamo fatto il bipartitismo, perché abbiamo due coalizioni a potenziale altissimo di rissa.Spieghiamolo...A sinistra il conflitto si è manifestato subito, tra il Pd e Di Pietro. Dall’altra parte la Lega e la parte di Popolo della libertà più sensibile agli interessi meridionalisti restano in equilibrio solo finché dura questa luna di miele per il governo. Vedremo come andrà avanti la legislatura. Ma il problema di fondo non sono le coalizioni: è la composizione della rappresentanza parlamentare.Quindi chi si elegge e come?Sì. Ogni volta che hanno potuto, i cittadini hanno dimostrato di voler fare scelte. L’attuale legge non lo permette.Quindi vale sempre e sempre di più il “no” alle liste bloccate su cui non si danno preferenze?Finché per fare carriera si deve compiacere quei quattro-cinque che comandano, la qualità degli eletti è destinata a essere limitata.
mercoledì 8 ottobre 2008
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