
I tanti “mal di pancia”della maggioranza (Mancassola sul Giornale di Vicenza del 2/9/2008)
La domanda è: quali riflessi avrà l’affaire Quero in sala Bernarda? Ovvero: come si comporterà la nuova maggioranza variatiana qualora l’opposizione dovesse presentare una richiesta di dibattito, o addirittura una mozione con la quale chiede di impegnare il sindaco a ritirare le deleghe dell’assessore? “La maggioranza è coesa e compatta”, è il ritornello più ascoltato nel giorno in cui Matteo Quero viene confermato dal sindaco Achille Variati assessore alla cultura, al turismo e ai giovani. Il capo dell’amministrazione comunale, prima di incontrare i giornalisti, ha avuto ieri mezzora di colloquio con i capigruppo di maggioranza: Federico Formisano del Pd, Stefano Soprana di “Vicenza capoluogo” e Giovanni Rolando della lista “Variati sindaco”. Non era la sede di una trattativa: era la sede di una comunicazione del sindaco ai capigruppo, che hanno accettato la decisione di Variati. È lo stesso sindaco a confermare che «ci sono alcuni mal di pancia, ci sono diverse posizioni, ma la maggioranza è solida». Poi precisa: «Di questa decisione mi assumo tutta la responsabilità. È un rapporto fiduciario fra l’assessore e il sindaco. Quindi, se ci dovesse essere il voto su un documento in consiglio comunale, sarà un atto di fiducia o di sfiducia verso il sindaco. Quanto all’opposizione, faccia pure il suo lavoro». Una delle riflessioni più critiche è probabilmente quella sviluppata all’interno di “Vicenza capoluogo”, che ha fatto della questione etica un cavallo di battaglia. Soprana, però, di fronte alla proposta di Variati, trasformare cioè il caso negativo in una testimonianza per campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, ieri ha concesso il suo benestare: «Non è una soluzione, è una terza via rispetto alla conferma o al ritiro delle deleghe punto e basta. È una scelta coraggiosa, per questo ho ribadito la fiducia nel sindaco. Coraggio ce l’ha il sindaco, ma ce l’ha anche Quero, perché non sarà facile».Di «scelta condivisa» parla anche Formisano, che poi avverte il centrodestra: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra».
«Bisognava sospendere le deleghe»
( Rossi sul Gazzettino del 2/9)
Formisano e il Pd: «Non siamo sdraiati sulle posizioni del sindaco»
Il sindaco ha preso la sua decisione, è nel suo pieno diritto e ne prendiamo atto. Detto questo, non posso nascondere le perplessità del mio gruppo e nemmeno il fatto che a Variati avevamo prospettato una soluzione diversa». Federico Formisano , capogruppo a Palazzo Trissino del Partito Democratico, è chiaro: fosse stato per lui e per gli altri consiglieri democratici a Matteo Quero, nell'occhio del ciclone dopo essersi rifiutato di sottoporsi all'etilometro, sarebbero state sospese le deleghe. Formisano , dopo aver raccolto gli umori degli esponenti comunali del suo partito, lo ha fatto presente al sindaco due giorni fa durante la riunione con tutti i capigruppo di maggioranza e lo ha ribadito anche ieri. Ma Variati ha scelto diversamente. «Nulla da dire, quello tra assessore e sindaco è un rapporto fiduciario. Variati ha agito come ha ritenuto opportuno e come è nel suo diritto». Formisano , però, tiene a fare una precisazione sul contenuto del faccia a faccia con Variati. Questa: «Durante il nostro colloquio ho fatto presente al sindaco che secondo me e secondo il mio gruppo la soluzione migliore sarebbe stata quella di non procedere subito alla riconferma delle deleghe all'assessore Quero». E aggiunge: «Variati, nella sua veste di responsabile amministrativo, ha legittimamente fatto la sua scelta e ne prendiamo atto. Non si dica, però, che siamo sdraiati sulle posizioni del sindaco perché non corrisponde al vero. Lo ripeto, per noi sarebbe stato più opportuno fare una scelta diversa». Il Partito democratico, dunque, prende le distanze dal "suo" assessore e ciò che è certo è che il caso Quero ha creato più di qualche malumore all'interno del partito. Anche in questo caso Formisano non si nasconde dietro a parole di circostanza: «È vero, ho parlato con i miei colleghi consiglieri e le sensazioni percepite sono di disagio e perplessità». Ma, aggiunge il capogruppo, in caso di dibattito in aula «faremo quadrato attorno a Variati». Il centrodestra è avvertito.
Giovedì sera si era rifiutato di fare l'alcoltest, dopo essere stato fermato per un controllo. Ieri sera Matteo Quero, assessore comunale alle Politiche giovanili, è comparso in piazza a Vicenza come «testimonial» della sicurezza, invitando i giovani a non seguire il suo esempio. Ma l'"autodafè" del'assessore non gli ha risparmiato critiche feroci dall'opposizione. A cominciare dal ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, che ha invitato Quero a sottoporsi ad analisi anti-droga. Ma la vicenda divide anche la maggioranza che governa Vicenza. Il Pd, attraverso il suo capogruppo Formisano ha fatto sapere di non condividere la linea "perdonista" di Variati: «Avremmo preferito altre scelte».
LA LETTERA AI CONSIGLIERI
Con nota a parte vi ho inoltrato una comunicazione del Sindaco sulla vicenda Quero.
Poichè dissento da questa impostazione come ho avuto modo di dire al Sindaco nell'incontro di ieri pomeriggio che ha preceduto la conferenza stampa, spiego le ragioni di questo mio dissenso:
1- noi del PD, tutti assieme, abbiamo costruito una strategia di azione amministrativa che vede il Sindaco di Vicenza interprete in pieno della legge sull'elezione diretta del primo cittadino, dotato di piena autonomia rispetto ai partiti, assecondato nella sua azione da una "squadra" di assessori che intrattengono con lui un rapporto fiduciario.
2- Come capogruppo del PD in Consiglio Comunale finchè i componenti del gruppo condivideranno questa scelta, intendo proseguire su questa linea: noi non condizioneremo il sindaco nelle sue scelte, nè "politicizzeremo" la nostra azione per ricreare i presupposti di un governo dei partiti. Starà a noi attraverso la nostra azione amministrativa di impegno nei quartieri, di presenza nel dibattito politico, di proposta, di far risaltare il ruolo del Partito Democratico nella guida della città.
3- Il Partito Democratico nelle varie fasi di costruzione del documento dei valori e dello Statuto ha sempre dato grande rilevanza alla correttezza e alla trasparenza dell'azione amministrativa; inoltre ha sempre sostenuto la grande rilevanza del valore della legalità.
4- Per sostenere il valore assoluto della legalità, che è l'unico che può nel lungo periodo garantire anche la sicurezza del cittadino ( e tutti sappiamo quanto sia strategica oggi la politica sulla sicurezza) non possiamo non comportarci nel pieno rispetto della stessa.
5- Rifiutarsi di sottoporsi ad un trattamento di controllo effettuato dalle forze dell'Ordine, così come rifiutarsi di sottoscrivere il verbale, non è un comportamento ammissibile per chi intenda sostenere che la legge va osservata e rispettata, SEMPRE ED IN QUALUNQUE OCCASIONE, senza eccezioni e senza sconti.
6- Il Sindaco, in pieno ossequio da quanto da me sostenuto nei primi punti del presente messaggio, ha la piena facoltà di regolarsi come meglio crede nei confronti dei suoi assessori. Ma la sua scelta, proprio perchè libera da vincoli politici, non può legare il nostro gruppo consiliare ( e il nostro partito) ad una totale acquiscenza.
Ritengo che noi possiamo manifestare nelle sedi di Partito che la nostra visione al riguardo non è del tutto univoca. E' questo potrebbe dimostrare che nel nostro partito esiste voglia di confronto e di dialogo, oltre a vivacità culturale.
7- Ovviamente non dobbiamo fare di questa vicenda l'occasione per una campagna denigratoria nei confronti del Partito e del Sindaco.
Federico Formisano
Dalla verifica ai Cc all’sms ai consiglieri (Mancassola sul Giornale di Vicenza del 3/9/2008)
Il giorno più lungo inizia presto. I nuovi dettagli sul rapporto stilato dai carabinieri rivelati dal nostro giornale scompaginano il “percorso di redenzione” studiato e concordato dal sindaco Achille Variati con l’assessore Matteo Quero. Il dubbio diventa esiziale: dove sta la verità? Il dubbio è un macigno per una giunta che ha fatto della tolleranza zero, della sicurezza, della legalità cavalli di battaglia cavalcati sulla piazza e in televisione.Variati rompe gli indugi e cerca di andare oltre le garanzie che gli ha fornito Quero. Vuole andare a fondo e lo fa rivolgendosi al comando dei carabinieri. Quando il sindaco si mette in moto è ancora convinto che le indiscrezioni giornalistiche, le voci che da sabato circolano sempre più insistenti in città, siano scandalose maldicenze. Invece no: è tutto vero. Il rapporto racconta come si è sviluppato il controllo di una pattuglia in servizio anti-prostituzione. Non ci sono reati, ma è quanto basta per far crollare la fiducia del sindaco.È l’ora di pranzo quando Variati, nel suo studio di palazzo Trissino, si lascia andare allo sconforto più profondo. A quel punto il dado è tratto: se non arriva la lettera di dimissioni, sarà il sindaco a togliere le deleghe a uno dei suoi fedelissimi. La lettera arriva. A metà pomeriggio viene confezionato un comunicato stampa in cui vengono riportate dichiarazioni “disgiunte” del sindaco e dell’ex assessore. Sono le 17 quando il sindaco comunica, via sms, a consiglieri e assessori che “Matteo Quero non è più assessore della mia giunta”.Nei corridoi, nel frattempo, circolano copie della lettera che il capogruppo del Partito democratico Federico Formisano ha diffuso ai suoi consiglieri. Nel documento, Formisano spiega le ragioni del suo dissenso rispetto alla scelta di Variati di confermare Quero comunicata alla stampa domenica pomeriggio: «Il Pd ha sempre dato grande rilevanza alla correttezza e alla trasparenza dell’azione amministrativa; inoltre ha sempre sostenuto la grande rilevanza del valore della legalità. Per sostenere il valore assoluto della legalità, che è l’unico che può nel lungo periodo garantire anche la sicurezza del cittadino, non possiamo non comportarci nel pieno rispetto della stessa».«Rifiutarsi di sottoporsi a un trattamento di controllo effettuato dalle forze dell’ordine - scrive ancora Formisano così come rifiutarsi di sottoscrivere il verbale, non è un comportamento ammissibile per chi intenda sostenere che la legge va osservata e rispettata, sempre e in qualunque occasione, senza eccezioni e senza sconti». Formisano ricorda anche la piena libertà di cui ha goduto e continuerà a godere il sindaco nella formazione della sua squadra di governo, libera da ogni pressione partitica: «Ha la piena facoltà di regolarsi come meglio crede nei confronti dei suoi assessori. Ma la sua scelta, proprio perché libera da vincoli politici, non può legare il nostro gruppo consiliare a una totale acquiescenza. Ritengono che noi possiamo manifestare nelle sedi di partito che la nostra visione al riguardo non è univoca. Ovviamente non dobbiamo fare di questa vicenda l’occasione per una campagna denigratoria nei confronti del partito e del sindaco».
Ora la successione agita il Pd. Sala, Cangini o Formisano? (Mancassola sul Giornale di Vicenza del 3/9/2008)
Chi prenderà il posto di Matteo Quero nella giunta di Achille Variati? Nessuno avrebbe mai pensato di doversi porre domande simili a meno di quattro mesi dal varo della squadra. Dopo le dimissioni di Quero il sindaco trattiene le deleghe alla cultura, al turismo e alle politiche giovanili. L’interim potrebbe non essere breve: ci sarà una pausa di almeno una ventina di giorni come prescritto dallo Statuto.In questa fase Variati potrebbe tenere per sè le deleghe, oppure ridistribuire gli incarichi all’interno della giunta ad altri assessori. Il sindaco, ieri, sembrava non voler nemmeno sentir parlare di successione. È un tema non ancora affrontato. La squadra resta con un uomo in meno, in una inedita formazione a nove.Si apre, però, una pagina che rischia di trasformarsi in un percorso politicamente accidentato. A battere cassa potrebbe essere il partito del sindaco e di Quero: il Partito democratico. Molti non avevano accettato, a maggio, la scelta del sindaco di penalizzare proprio il primo partito della maggioranza nella scelta degli assessori: quattro scelti nella lista “Variati sindaco”, tre nel Pd, uno nella lista “Vicenza capoluogo” e due tecnici. In particolare, non è un mistero che sia stata mal digerita l’estromissione dell’anima popolare del Pd, quel settore cattolico proveniente dalla Margherita. Per questa ragione, i democratici vanterebbero una opzione concordata ai tempi della formazione della giunta a beneficio di Pierangelo Cangini, oggi presidente della commissione Territorio.C’è, però, un altro conto in sospeso, ed è quello della più votata nei banchi della maggioranza al primo turno di aprile: Isabella Sala, figlia dell’ex sindaco Giorgio Sala, la cui esclusione dalla stanza dei bottoni aveva fatto gridare molti allo scandalo. E qualche credito viene avanzato anche dal capogruppo del Pd, quel Federico Formisano che domenica si era disallineato dalle scelte del sindaco.Certo nessuno, nel Pd, si è preso la briga di esprimere pubblicamente la solidarietà all’ex assessore. Anzi, il gruppo consiliare lo aveva apertamente scaricato, invitando il sindaco a fare altrettanto. Il rebus attende soluzioni.
Tempi rapidi? Sì Ma c’è lo statuto... (Trentin sul Giornale di Vicenza del 4/9/2008)
Il posto in giunta rimasto vuoto? Il sindaco lo vuole coprire, parole sue precise, «nel più breve tempo possibile». Ma quanto durerà questo breve tempo? C’è il rischio che passino venti giorni, non per l’indecisionismo di Achille Variati, ma per le complicazioni burocratiche che per la prima volta a Palazzo Trissino si incrociano con i problemi politici.Un avviso anche al suo partito, il Pd, che ieri sera era in riunione per affrontare la situazione e dare un parere. Che conterà? «Certo, lo ascolterò. Ascolterò tutti i suggerimenti delle forze che mi sostengono. Ma - avvertiva Variati - alla fine si torna all’autonoma decisione del sindaco». E se dal Pd, titolato a proporre qualcuno se non altro per questione di proporzioni numeriche, venisse un nome preciso? «Se coincide col mio pensiero, la cosa funziona subito. Sennò bisogna discuterne».Ma su quali nomi discutono i democratici? Chi teneva conto delle raccomandazioni ha segnato così la classifica provvisoria: in testa Isabella Sala, la più “preferita” sulle schede elettorali di aprile, oggi presidente della commissione consiliare che si occupa anche del settore cultura; poi Pierangelo Cangini, suo pari grado al Territorio; a seguire il capogruppo Federico Formisano (che avverte tutti: «Per motivi professionali direi “grazie ma non posso”») e Claudio Veltroni. Dalla riunione dei consiglieri Pd è uscito anche un documento che classifica le dimissioni di Quero come «un fatto dovuto»: vicinanza sul piano umano e apprezzamento per l’impegno in assessorato, attestatigli per scritto, non bastano a cancellare le considerazioni sul comportamento contrario alle norme sulla sicurezza stradale.
Documento approvato dal Gruppo consiliare
PARTITO DEMOCRATICO
Vicenza
Il gruppo del Partito Democratico, unitamente al Coordinatore cittadino del partito Antonio Dalla Pozza, hanno valutato la situazione venutasi a determinare a seguito delle dimissioni dell’Assessore Matteo Quero, e approvato le seguenti considerazioni:
Le dimissioni dell’Assessore Quero appaiono come un fatto dovuto perché connessi a comportamenti contrari alle norme a tutela della sicurezza stradale.
Da questo punto di vista altrettanto dovuta appare la decisione del Sindaco, Variati, di accettare le dimissioni del proprio Assessore.
Al di là di ogni giudizio sul comportamento della persona, va evidenziato come l’amministratore comunale avesse comunque svolto il suo compito con impegno, introducendo nuove dinamiche nei rapporti con il mondo giovanile e culturale e meritandosi per la sua azione amministrativa apprezzamenti e complimenti. A lui inoltre attestiamo vicinanza e rispetto sul piano umano.
La sostituzione dell’Assessore Quero dovrà avvenire continuando nel percorso costruito in questi mesi e che qualifica l’azione amministrativa del Sindaco dei Vicenza; in sostanza Achille Variati nominerà il nuovo referente della Cultura e delle politiche dei giovani, nell’ambito della sua piena e totale libertà di scelta, facendo prevalere elementi quali la competenza, la dedizione, la passione per la buona amministrazione.
In una situazione come quella attuale, in cui siamo in piena campagna per la consultazione sul Dal Molin, dobbiamo affrontare nodi amministrativi strategici quali le nomine, il reperimento delle risorse economiche che permettano di risolvere le criticità lasciate irrisolte dalla precedente amministrazione, il superamento della crisi di AIM, chiediamo al signor Sindaco di voler disporre con tempestività la sostituzione dell’Assessore dimissionario, per evitare lo stillicidio di voci e di ipotesi e per procedere con immediatezza ad affrontare i problemi della città.
Il Capogruppo e il Coordinatore Cittadino del Partito Democratico
Vicenza, 3 settembre 2008
La domanda è: quali riflessi avrà l’affaire Quero in sala Bernarda? Ovvero: come si comporterà la nuova maggioranza variatiana qualora l’opposizione dovesse presentare una richiesta di dibattito, o addirittura una mozione con la quale chiede di impegnare il sindaco a ritirare le deleghe dell’assessore? “La maggioranza è coesa e compatta”, è il ritornello più ascoltato nel giorno in cui Matteo Quero viene confermato dal sindaco Achille Variati assessore alla cultura, al turismo e ai giovani. Il capo dell’amministrazione comunale, prima di incontrare i giornalisti, ha avuto ieri mezzora di colloquio con i capigruppo di maggioranza: Federico Formisano del Pd, Stefano Soprana di “Vicenza capoluogo” e Giovanni Rolando della lista “Variati sindaco”. Non era la sede di una trattativa: era la sede di una comunicazione del sindaco ai capigruppo, che hanno accettato la decisione di Variati. È lo stesso sindaco a confermare che «ci sono alcuni mal di pancia, ci sono diverse posizioni, ma la maggioranza è solida». Poi precisa: «Di questa decisione mi assumo tutta la responsabilità. È un rapporto fiduciario fra l’assessore e il sindaco. Quindi, se ci dovesse essere il voto su un documento in consiglio comunale, sarà un atto di fiducia o di sfiducia verso il sindaco. Quanto all’opposizione, faccia pure il suo lavoro». Una delle riflessioni più critiche è probabilmente quella sviluppata all’interno di “Vicenza capoluogo”, che ha fatto della questione etica un cavallo di battaglia. Soprana, però, di fronte alla proposta di Variati, trasformare cioè il caso negativo in una testimonianza per campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, ieri ha concesso il suo benestare: «Non è una soluzione, è una terza via rispetto alla conferma o al ritiro delle deleghe punto e basta. È una scelta coraggiosa, per questo ho ribadito la fiducia nel sindaco. Coraggio ce l’ha il sindaco, ma ce l’ha anche Quero, perché non sarà facile».Di «scelta condivisa» parla anche Formisano, che poi avverte il centrodestra: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra».
«Bisognava sospendere le deleghe»
( Rossi sul Gazzettino del 2/9)
Formisano e il Pd: «Non siamo sdraiati sulle posizioni del sindaco»
Il sindaco ha preso la sua decisione, è nel suo pieno diritto e ne prendiamo atto. Detto questo, non posso nascondere le perplessità del mio gruppo e nemmeno il fatto che a Variati avevamo prospettato una soluzione diversa». Federico Formisano , capogruppo a Palazzo Trissino del Partito Democratico, è chiaro: fosse stato per lui e per gli altri consiglieri democratici a Matteo Quero, nell'occhio del ciclone dopo essersi rifiutato di sottoporsi all'etilometro, sarebbero state sospese le deleghe. Formisano , dopo aver raccolto gli umori degli esponenti comunali del suo partito, lo ha fatto presente al sindaco due giorni fa durante la riunione con tutti i capigruppo di maggioranza e lo ha ribadito anche ieri. Ma Variati ha scelto diversamente. «Nulla da dire, quello tra assessore e sindaco è un rapporto fiduciario. Variati ha agito come ha ritenuto opportuno e come è nel suo diritto». Formisano , però, tiene a fare una precisazione sul contenuto del faccia a faccia con Variati. Questa: «Durante il nostro colloquio ho fatto presente al sindaco che secondo me e secondo il mio gruppo la soluzione migliore sarebbe stata quella di non procedere subito alla riconferma delle deleghe all'assessore Quero». E aggiunge: «Variati, nella sua veste di responsabile amministrativo, ha legittimamente fatto la sua scelta e ne prendiamo atto. Non si dica, però, che siamo sdraiati sulle posizioni del sindaco perché non corrisponde al vero. Lo ripeto, per noi sarebbe stato più opportuno fare una scelta diversa». Il Partito democratico, dunque, prende le distanze dal "suo" assessore e ciò che è certo è che il caso Quero ha creato più di qualche malumore all'interno del partito. Anche in questo caso Formisano non si nasconde dietro a parole di circostanza: «È vero, ho parlato con i miei colleghi consiglieri e le sensazioni percepite sono di disagio e perplessità». Ma, aggiunge il capogruppo, in caso di dibattito in aula «faremo quadrato attorno a Variati». Il centrodestra è avvertito.
Giovedì sera si era rifiutato di fare l'alcoltest, dopo essere stato fermato per un controllo. Ieri sera Matteo Quero, assessore comunale alle Politiche giovanili, è comparso in piazza a Vicenza come «testimonial» della sicurezza, invitando i giovani a non seguire il suo esempio. Ma l'"autodafè" del'assessore non gli ha risparmiato critiche feroci dall'opposizione. A cominciare dal ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, che ha invitato Quero a sottoporsi ad analisi anti-droga. Ma la vicenda divide anche la maggioranza che governa Vicenza. Il Pd, attraverso il suo capogruppo Formisano ha fatto sapere di non condividere la linea "perdonista" di Variati: «Avremmo preferito altre scelte».
LA LETTERA AI CONSIGLIERI
Con nota a parte vi ho inoltrato una comunicazione del Sindaco sulla vicenda Quero.
Poichè dissento da questa impostazione come ho avuto modo di dire al Sindaco nell'incontro di ieri pomeriggio che ha preceduto la conferenza stampa, spiego le ragioni di questo mio dissenso:
1- noi del PD, tutti assieme, abbiamo costruito una strategia di azione amministrativa che vede il Sindaco di Vicenza interprete in pieno della legge sull'elezione diretta del primo cittadino, dotato di piena autonomia rispetto ai partiti, assecondato nella sua azione da una "squadra" di assessori che intrattengono con lui un rapporto fiduciario.
2- Come capogruppo del PD in Consiglio Comunale finchè i componenti del gruppo condivideranno questa scelta, intendo proseguire su questa linea: noi non condizioneremo il sindaco nelle sue scelte, nè "politicizzeremo" la nostra azione per ricreare i presupposti di un governo dei partiti. Starà a noi attraverso la nostra azione amministrativa di impegno nei quartieri, di presenza nel dibattito politico, di proposta, di far risaltare il ruolo del Partito Democratico nella guida della città.
3- Il Partito Democratico nelle varie fasi di costruzione del documento dei valori e dello Statuto ha sempre dato grande rilevanza alla correttezza e alla trasparenza dell'azione amministrativa; inoltre ha sempre sostenuto la grande rilevanza del valore della legalità.
4- Per sostenere il valore assoluto della legalità, che è l'unico che può nel lungo periodo garantire anche la sicurezza del cittadino ( e tutti sappiamo quanto sia strategica oggi la politica sulla sicurezza) non possiamo non comportarci nel pieno rispetto della stessa.
5- Rifiutarsi di sottoporsi ad un trattamento di controllo effettuato dalle forze dell'Ordine, così come rifiutarsi di sottoscrivere il verbale, non è un comportamento ammissibile per chi intenda sostenere che la legge va osservata e rispettata, SEMPRE ED IN QUALUNQUE OCCASIONE, senza eccezioni e senza sconti.
6- Il Sindaco, in pieno ossequio da quanto da me sostenuto nei primi punti del presente messaggio, ha la piena facoltà di regolarsi come meglio crede nei confronti dei suoi assessori. Ma la sua scelta, proprio perchè libera da vincoli politici, non può legare il nostro gruppo consiliare ( e il nostro partito) ad una totale acquiscenza.
Ritengo che noi possiamo manifestare nelle sedi di Partito che la nostra visione al riguardo non è del tutto univoca. E' questo potrebbe dimostrare che nel nostro partito esiste voglia di confronto e di dialogo, oltre a vivacità culturale.
7- Ovviamente non dobbiamo fare di questa vicenda l'occasione per una campagna denigratoria nei confronti del Partito e del Sindaco.
Federico Formisano
Dalla verifica ai Cc all’sms ai consiglieri (Mancassola sul Giornale di Vicenza del 3/9/2008)
Il giorno più lungo inizia presto. I nuovi dettagli sul rapporto stilato dai carabinieri rivelati dal nostro giornale scompaginano il “percorso di redenzione” studiato e concordato dal sindaco Achille Variati con l’assessore Matteo Quero. Il dubbio diventa esiziale: dove sta la verità? Il dubbio è un macigno per una giunta che ha fatto della tolleranza zero, della sicurezza, della legalità cavalli di battaglia cavalcati sulla piazza e in televisione.Variati rompe gli indugi e cerca di andare oltre le garanzie che gli ha fornito Quero. Vuole andare a fondo e lo fa rivolgendosi al comando dei carabinieri. Quando il sindaco si mette in moto è ancora convinto che le indiscrezioni giornalistiche, le voci che da sabato circolano sempre più insistenti in città, siano scandalose maldicenze. Invece no: è tutto vero. Il rapporto racconta come si è sviluppato il controllo di una pattuglia in servizio anti-prostituzione. Non ci sono reati, ma è quanto basta per far crollare la fiducia del sindaco.È l’ora di pranzo quando Variati, nel suo studio di palazzo Trissino, si lascia andare allo sconforto più profondo. A quel punto il dado è tratto: se non arriva la lettera di dimissioni, sarà il sindaco a togliere le deleghe a uno dei suoi fedelissimi. La lettera arriva. A metà pomeriggio viene confezionato un comunicato stampa in cui vengono riportate dichiarazioni “disgiunte” del sindaco e dell’ex assessore. Sono le 17 quando il sindaco comunica, via sms, a consiglieri e assessori che “Matteo Quero non è più assessore della mia giunta”.Nei corridoi, nel frattempo, circolano copie della lettera che il capogruppo del Partito democratico Federico Formisano ha diffuso ai suoi consiglieri. Nel documento, Formisano spiega le ragioni del suo dissenso rispetto alla scelta di Variati di confermare Quero comunicata alla stampa domenica pomeriggio: «Il Pd ha sempre dato grande rilevanza alla correttezza e alla trasparenza dell’azione amministrativa; inoltre ha sempre sostenuto la grande rilevanza del valore della legalità. Per sostenere il valore assoluto della legalità, che è l’unico che può nel lungo periodo garantire anche la sicurezza del cittadino, non possiamo non comportarci nel pieno rispetto della stessa».«Rifiutarsi di sottoporsi a un trattamento di controllo effettuato dalle forze dell’ordine - scrive ancora Formisano così come rifiutarsi di sottoscrivere il verbale, non è un comportamento ammissibile per chi intenda sostenere che la legge va osservata e rispettata, sempre e in qualunque occasione, senza eccezioni e senza sconti». Formisano ricorda anche la piena libertà di cui ha goduto e continuerà a godere il sindaco nella formazione della sua squadra di governo, libera da ogni pressione partitica: «Ha la piena facoltà di regolarsi come meglio crede nei confronti dei suoi assessori. Ma la sua scelta, proprio perché libera da vincoli politici, non può legare il nostro gruppo consiliare a una totale acquiescenza. Ritengono che noi possiamo manifestare nelle sedi di partito che la nostra visione al riguardo non è univoca. Ovviamente non dobbiamo fare di questa vicenda l’occasione per una campagna denigratoria nei confronti del partito e del sindaco».
Ora la successione agita il Pd. Sala, Cangini o Formisano? (Mancassola sul Giornale di Vicenza del 3/9/2008)
Chi prenderà il posto di Matteo Quero nella giunta di Achille Variati? Nessuno avrebbe mai pensato di doversi porre domande simili a meno di quattro mesi dal varo della squadra. Dopo le dimissioni di Quero il sindaco trattiene le deleghe alla cultura, al turismo e alle politiche giovanili. L’interim potrebbe non essere breve: ci sarà una pausa di almeno una ventina di giorni come prescritto dallo Statuto.In questa fase Variati potrebbe tenere per sè le deleghe, oppure ridistribuire gli incarichi all’interno della giunta ad altri assessori. Il sindaco, ieri, sembrava non voler nemmeno sentir parlare di successione. È un tema non ancora affrontato. La squadra resta con un uomo in meno, in una inedita formazione a nove.Si apre, però, una pagina che rischia di trasformarsi in un percorso politicamente accidentato. A battere cassa potrebbe essere il partito del sindaco e di Quero: il Partito democratico. Molti non avevano accettato, a maggio, la scelta del sindaco di penalizzare proprio il primo partito della maggioranza nella scelta degli assessori: quattro scelti nella lista “Variati sindaco”, tre nel Pd, uno nella lista “Vicenza capoluogo” e due tecnici. In particolare, non è un mistero che sia stata mal digerita l’estromissione dell’anima popolare del Pd, quel settore cattolico proveniente dalla Margherita. Per questa ragione, i democratici vanterebbero una opzione concordata ai tempi della formazione della giunta a beneficio di Pierangelo Cangini, oggi presidente della commissione Territorio.C’è, però, un altro conto in sospeso, ed è quello della più votata nei banchi della maggioranza al primo turno di aprile: Isabella Sala, figlia dell’ex sindaco Giorgio Sala, la cui esclusione dalla stanza dei bottoni aveva fatto gridare molti allo scandalo. E qualche credito viene avanzato anche dal capogruppo del Pd, quel Federico Formisano che domenica si era disallineato dalle scelte del sindaco.Certo nessuno, nel Pd, si è preso la briga di esprimere pubblicamente la solidarietà all’ex assessore. Anzi, il gruppo consiliare lo aveva apertamente scaricato, invitando il sindaco a fare altrettanto. Il rebus attende soluzioni.
Tempi rapidi? Sì Ma c’è lo statuto... (Trentin sul Giornale di Vicenza del 4/9/2008)
Il posto in giunta rimasto vuoto? Il sindaco lo vuole coprire, parole sue precise, «nel più breve tempo possibile». Ma quanto durerà questo breve tempo? C’è il rischio che passino venti giorni, non per l’indecisionismo di Achille Variati, ma per le complicazioni burocratiche che per la prima volta a Palazzo Trissino si incrociano con i problemi politici.Un avviso anche al suo partito, il Pd, che ieri sera era in riunione per affrontare la situazione e dare un parere. Che conterà? «Certo, lo ascolterò. Ascolterò tutti i suggerimenti delle forze che mi sostengono. Ma - avvertiva Variati - alla fine si torna all’autonoma decisione del sindaco». E se dal Pd, titolato a proporre qualcuno se non altro per questione di proporzioni numeriche, venisse un nome preciso? «Se coincide col mio pensiero, la cosa funziona subito. Sennò bisogna discuterne».Ma su quali nomi discutono i democratici? Chi teneva conto delle raccomandazioni ha segnato così la classifica provvisoria: in testa Isabella Sala, la più “preferita” sulle schede elettorali di aprile, oggi presidente della commissione consiliare che si occupa anche del settore cultura; poi Pierangelo Cangini, suo pari grado al Territorio; a seguire il capogruppo Federico Formisano (che avverte tutti: «Per motivi professionali direi “grazie ma non posso”») e Claudio Veltroni. Dalla riunione dei consiglieri Pd è uscito anche un documento che classifica le dimissioni di Quero come «un fatto dovuto»: vicinanza sul piano umano e apprezzamento per l’impegno in assessorato, attestatigli per scritto, non bastano a cancellare le considerazioni sul comportamento contrario alle norme sulla sicurezza stradale.
Documento approvato dal Gruppo consiliare
PARTITO DEMOCRATICO
Vicenza
Il gruppo del Partito Democratico, unitamente al Coordinatore cittadino del partito Antonio Dalla Pozza, hanno valutato la situazione venutasi a determinare a seguito delle dimissioni dell’Assessore Matteo Quero, e approvato le seguenti considerazioni:
Le dimissioni dell’Assessore Quero appaiono come un fatto dovuto perché connessi a comportamenti contrari alle norme a tutela della sicurezza stradale.
Da questo punto di vista altrettanto dovuta appare la decisione del Sindaco, Variati, di accettare le dimissioni del proprio Assessore.
Al di là di ogni giudizio sul comportamento della persona, va evidenziato come l’amministratore comunale avesse comunque svolto il suo compito con impegno, introducendo nuove dinamiche nei rapporti con il mondo giovanile e culturale e meritandosi per la sua azione amministrativa apprezzamenti e complimenti. A lui inoltre attestiamo vicinanza e rispetto sul piano umano.
La sostituzione dell’Assessore Quero dovrà avvenire continuando nel percorso costruito in questi mesi e che qualifica l’azione amministrativa del Sindaco dei Vicenza; in sostanza Achille Variati nominerà il nuovo referente della Cultura e delle politiche dei giovani, nell’ambito della sua piena e totale libertà di scelta, facendo prevalere elementi quali la competenza, la dedizione, la passione per la buona amministrazione.
In una situazione come quella attuale, in cui siamo in piena campagna per la consultazione sul Dal Molin, dobbiamo affrontare nodi amministrativi strategici quali le nomine, il reperimento delle risorse economiche che permettano di risolvere le criticità lasciate irrisolte dalla precedente amministrazione, il superamento della crisi di AIM, chiediamo al signor Sindaco di voler disporre con tempestività la sostituzione dell’Assessore dimissionario, per evitare lo stillicidio di voci e di ipotesi e per procedere con immediatezza ad affrontare i problemi della città.
Il Capogruppo e il Coordinatore Cittadino del Partito Democratico
Vicenza, 3 settembre 2008
Nessun commento:
Posta un commento