
Vicenza rimane sempre una città meravigliosa e ricca di storia: in questi anni ci sono stati dei cambiamenti positivi ( per esempio la città si è arricchita di un nuovo Teatro, è nata e si è sviluppata l’Università, ecc.) ma anche dei cambiamenti in negativo ( si è snaturato molto del tessuto delle periferie costruendo senza un disegno, si è incentrata tutta la mobilità sull’uso dell’automobile, ecc.).
Lei è stato assessore allo sport, dopo dieci anni quale è lo stato di salute del settore?
Un buon amministratore, ma soprattutto un onesto amministratore, non può attribuirsi i meriti delle imprese sportive: nel periodo del mio Assessorato lo sport a Vicenza ha vissuto momenti magici, quali la vittoria del Vicenza Calcio in Coppa Italia e la partecipazione alla Coppa delle Coppe, la promozione del Basket maschile in A2, l’arrivo del Giro d’Italia a Vicenza, le partite dei mondiali di Baseball disputate nel Diamante dei Pomari, ma credo di essere stato solo uno dei fortunati protagonisti di questi momenti. E certo adesso lo sport vicentino non vice i medesimi entusiasmi.
Si aspettava la vittoria di Variati?
Sinceramente no; parlando con alcuni amici del centro destra avevo però detto: se guardiamo i risultati delle provinciali dello scorso anno, voi siete come l’Inter che gioca in casa con la Reggina, avete venti punti di vantaggio e siete i grandi favoriti. Però attenti! Qualche volta succede che la Reggina vada a vincere a Milano con l’Inter! E in questo caso il merito è della Reggina ma un po’ di demerito è anche dell’Inter che ha preso la partita sotto gamba. Ecco credo che la Sartori e i suoi abbiano preso la partita con troppo spocchia e abbiano pagato con una sconfitta sorprendente.
Quale è stata la vera chiave di volta del successo del nuovo sindaco?
L’avere impostato una campagna con una presenza territoriale assidua, assecondato in questo da molte persone ( non solo i 120 candidati delle tre liste) altrettanto partecipi ed impegnate.
Quale l'errore fatale della Sartori?
Credo essersi candidata! I sondaggi le avevano fatto capire che lei non era conosciuta ed apprezzata dai vicentini: ha creduto di poter sovvertire questo dato di fatto ed ha sbagliato.
E' stato difficile costruire il “progetto Variati”?
Ho sempre sostenuto che una persona in grado di programmare gli eventi passo, passo come Variati non esiste. Lui non lascia mai niente al caso: certe volte resto stupito dal modo in cui prevede avvenimenti che sembrerebbero apparentemente imponderabili. Devo dire che era così anche quindici anni fa. Quello che a noi sembra più che difficile, impossibile, a lui riesce con una facilità estrema.
Da Margherita al PD cosa è cambiato e cosa cambierà?
Moltissimo! E la dimostrazione viene dagli eletti: Sala, Dalla Pozza, Lazzari, il sottoscritto, Poletto, la Cristina Balbi, vengono dai DS o dal mondo associativo. Oggi le riunioni del PD sono partecipate e con interventi di spessore; andare alle riunioni della Margherita era diventato noioso e stucchevole.
Quale è l'ultimo ricordo che ha della giunta Quaresimin?
Gli ultimi mesi: tutti si rendevano conto che saremmo caduti tranne Marino che credeva ancora nel colpo di coda. E quella sensazione di provvisorietà mi è rimasta dentro.
Che sbagliaste nel '98, quale fu il vero motivo per cui la giunta cadde?
Gli errori furono squisitamente di ordine politico: dalla scelta dei candidati, alla gestione del rapporto con la Lega e con la lista civica della Giacobbo. Per quanto possa sembrare incredibile penso che la Giunta abbia lavorato molto bene in quei tre anni. Il problema era nella coesione della maggioranza, inesistente.
Non teme si possa ripetere lo stesso errore?
No; per due motivi; il modo in cui sono state fatte le liste tenendo conto della provenienza politica con candidati che appartengono tutti alla stessa area, moderata e riformista, e il carisma che Variati ha da vendere e che, purtroppo, Marino, persona appassionata, onesta e lavoratrice, non aveva.
Sarà un mandato di condivisione e dialogo quello di Variati o di forte dialettica?
Variati è per il dialogo ma non a qualunque costo. E lo dimostrerà. Ovviamente la dialettica nasce anche dalla contrapposizione che spero non sia fine a sé stessa e strumentale. I consiglieri della minoranza hanno tutti esperienze di governo della città; penso che attueranno senz’altro un’opposizione intelligente e costruttiva.
Lei fa parte della corrente bindiana del PD: un bene o può essere un ostacolo alla corsa per un assessorato?
Le correnti del PD in realtà sono sorte con l’obiettivo di incentivare la dialettica interna e la partecipazione alla fase delle primarie: il partito oggi è sostanzialmente Veltroniano. E tutti ci identifichiamo nel nostro leader. Le valutazioni che porteranno Variati ad effettuare le sue scelte non saranno certo queste; egli penserà invece alla composizione di una giunta e di un consiglio comunale funzionale agli obiettivi che si è posto con la sua campagna elettorale. Ovvero quelli di dare discontinuità all’azione amministrativa. Credo che l’eventuale decisione di Variati di non nominarmi nella sua Giunta nasca solo dalla volontà di garantirsi la presenza sui banchi del Consiglio di persone esperte e qualificate. L’idea di avere un ruolo politico di rilievo tra i banchi del consiglio non mi dispiace affatto e quindi non mi farebbe sentire una bocciatura la mancata nomina in Giunta.
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