lunedì 20 giugno 2011

Formisano lascia l'Altair dopo 38 anni

IL PERSONAGGIO. Il consigliere comunale è stato una bandiera del club cittadino, che attualmente milita in Terza categoria




«La politica mi chiama». Ma c'è un rimpianto: «Non aver presentato domanda di ripescaggio»

Lunedì 20 Giugno 2011 Dal Giornale di Vicenza


Federico Formisano-Altair, è divorzio dopo 38 anni. “L'amore è eterno finchè dura”, è il titolo di un film di Carlo Verdone che sembra abbastanza azzeccato per raccontare la fine di un intenso rapporto sportivo tra formisano e la società cittadina dell'Altair. Dopo 38 anni, durante i quali formisano ha ricoperto più incarichi, primi fra tutti quello di presidente e successivamente quello di direttore sportivo e dirigente accompagnatore della prima squadra, finisce la storia. Il motivo per cui Formisano ha deciso di salutare l'Altair è sostanzialmente personale. «Gli impegni politici, adesso, rappresentano un'urgenza per me. Mi dispiace, ma la politica mi chiama ed io devo rispondere».

Si interrompe un legame durato ben 38 anni. Come mai ha deciso di lasciare l'Altair?

«Ho già parlato ai ragazzi e ho detto loro che lascio per ragioni sostanzialmente personali. Ho sempre portato avanti il calcio e la politica – s'intenda – su due binari distinti. Ora ritengo di dovermi dedicare maggiormente alla politica, tutto qui. Sono consapevole, naturalmente, di quello che lascio e sono dispiaciuto, però era il momento di compiere una scelta».

C'entrano, per caso, anche dei dissapori sorti con la società nell'ultimo periodo?

«Personalmente credo che l'Altair, con il vivaio che possiede, dovrebbe stare un po' più in alto. La terza categoria va stretta e sono, per così dire, convinto che serva una nuova mentalità. Negli ultimi tempi, credo di aver preso una strada diversa rispetto alla dirigenza. Servono sacrifici e questi sacrifici vanno chiesti ai giovani. Giocare alla domenica per riempire il pomeriggio, fatico a concepirlo. Sono per un'altra forma mentis. E poi avrei voluto che la società facesse domanda per il ripescaggio; questo mi ha un po' deluso».

Si chiude una pagina importante della sua storia all'Altair. Può ripercorrerla a grandi linee?

«Sono stato presidente dal 1979 al 1990. Ho abbandonato poi la società avendo ottenuto prima l'incarico di consigliere regionale della Figc e poi quello di assessore allo sport del comune di Vicenza. Sono tornato all'Altair nel 2004, nel 40° della società. Negli ultimi 7 anni sono stato direttore sportivo e dirigente accompagnatore della prima squadra. Quella volta sono entrato a far parte della grande famiglia dell'Altair perché un mio collega allenava una squadra di ragazzini e mi aveva chiesto se gli davo una mano».

Il bilancio di questi 38 anni è comunque positivo?

«Senz'altro. Avevo 27 anni quando sono diventato presidente. L'anno successivo, abbiamo vinto il campionato di terza categoria con una squadra molto giovane. Da quando sono entrato, l'Altair ha trascorso 25 anni tra Prima e Seconda categoria».

Da uomo di sport qual è e politico, cosa pensa del delicato momento che sta vivendo il calcio vicentino, tra fusioni e retrocessioni?

«C'è bisogno di un ripensamento. Stiamo attraversando forse il momento più brutto di sempre. A questo proposito, inviterei i dirigenti della città a partecipare ad un incontro che si terrà giovedì, al Viest hotel, alle 20. Sarà l'occasione per interrogarsi sul calcio vicentino».

M. B.

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