sabato 21 marzo 2009

I due mesi terribili del Vicenza Calcio


Da appassionato e storico tifoso del Vicenza non riesco a capacitarmi di quello che stia succedendo in casa biancorossa. Fino a due mesi erano in molti quelli che sostenevano che questa squadra avesse il potenziale per andare ai play-off; io mi limitavo a pensare che la società avesse fatto un buon lavoro e che la formazione di Gregucci potesse arrivare ad ottenere, dopo qualche anno di sofferenza, una salvezza tranquilla.
Alla 25 giornata di campionato, la classifica parlava chiaro, il Vicenza stava tranquillo a 35 punti e sotto di noi c'erano l'Ancona a 32, l'Albino a 30, il Mantova a 29, il Cittadella e il Pisa a 28, il Frosinone e la Salernitana a 26, l'Ascoli e il Piacenza a 25, il Treviso a 21, l'Avellino a 20 e il Modena lontanissimo a 18 punti. Avevamo in sostanza ben 12 squadre dietro di noi in classifica; la zona retrocessione era ad un margine di 10 punti con otto squadre collocate fra noi e la soglia del quart'ultimo posto.
Poi è successo qualcosa che non rientra nella normale comprensione dei fenomeni calcistici: la squadra di Gregucci che aveva fatto un punto e mezzo a partita s'imballava completamente: la difesa cominciava a subire gol in serie, l'attacco a segnare con il contagocce (5 reti in 8 partite).
In otto gare Zanchi e compagni ottenevano la miseria di 4 punticini (media mezzo punto a partita), nessuna vittoria e ben quattro sconfitte, subendo tre reti dall'Ancona, dall'AlbinoLeffe, dal Modena, squadre non certo trascendentali.
Nessuna delle dodici formazioni che ci seguiva riusciva a fare peggio. In queste fatidiche ultime otto gare, l'AlbinoLeffe e il Piacenza mettavano in carniere 18 punti, l'Ascoli 15, il Pisa e il sorprendente Modena (del neo allenatore Apolloni) 14, il Frosinone 11, l'Ancona 9, il Mantova e il Rimini 8, il Cittadella e la Salernitana (con una gara in meno) 7, persino Treviso e Avellino riuscivano a fare meglio del Vicenza. In questo lasso di tempo il Vicenza non ha giocato con il Parma, con il Livorno, con il Brescia, ecc. cioè con le squadre più attrezzate del lotto, ma ha perso ad Avellino, ad Ancona, a Modena, contro formazioni della bassa classifica.
Eppure non sono successi fatti eclattanti: c'è stato il mercato di gennaio nel quale sono arrivati Forestieri, Brivio, Innocenti, Magallanes, ecc. e se ne sono andati Capone, Curiale, Fatic, Calori; le partenze non sono apparse significative visto che questi ragazzi non giocavano certo da titolari. E alcuni arrivi come quello di Forestieri e Brivio sono stati salutati con un entusiasmo forse sproporzionato al reale valore dei giocatori ma nessun osservatore esperto può ritenere che la campagna acquisti di gennaio abbia prodotto un reale indebolimento della squadra.
Certo qualche infortunio è sembrato incidere sugli equilibri tecnico tattici del team di Gregucci: in difesa è mancato Di Cesare che aveva formato una buona coppia centrale con Zanchi, a centrocampo è venuta meno l'abile regia di Bernardini, che il titolo di "professore" se lo sarà guadagnato pure per qualcosa!
E' venuto a mancare per tre giornate Sgrigna, che, tra gli attaccanti, appare l'unico in grado di inventare qualcosa; è venuto a mancare Morosini, ottimo gregario del centrocampo.
Tuttavia nessuna di queste motivazioni sono sufficenti a spiegare l'arcano: e il calcio può anche lasciare adito a dubbi interpretativi e a diversità di vedute sulla cause.
Io credo che vi siano una componente di motivazioni che hanno prodotto questo rendimento così scadente:
- in formazione ci sono molti giovani ( da Giani a Morosini, da Volta a Forestieri, da Bottone a Botta, da Gorobsov a Magallanes, ecc. ) e nei giovani sono tipici i picchi di rendimento: adesso stiamo vivendo il momento più basso del rendimento.
- la preparazione è stata predisposta in modo da attuare una partenza lampo, ora ne avvertiamo le conseguenze con molti giocatori fuori fase.
- alcuni problemi a livello societario si sono riverberati sulla squadra: è indubbio che la considerazione che la società biancorossa avrebbe dovuto pagare un extra bonus di tre milioni e mezzo di euro ai vecchi proprietari inglesi del Vicenza, in caso di promozione in serie A, abbia indotto la presidenza a fare due conti.
Rimane una considerazione molto amara: una volta fermate le macchine e difficile farle ripartire d'amblè. A nove partite dalla conclusione del campionato il Vicenza non è nel miglior stato d'animo, come sempre succede a chi viene preso d'infilata in questo modo.
Ma Cassingena dal lato societario e Gregucci da quello tecnico sapranno sicuramente ridare tranquillità a questo gruppo: alcuni giocatori di esperienza su cui fare quadrato ci sono, da Fortin a Martinelli, da Zanchi a Raimondi, da Bjelanovic a Sgrigna. Adesso è il momento di lavorare con umiltà e passione, per uscire da una situazione certo non facile.

Federico Formisano


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