lunedì 6 ottobre 2008

Intervista a Ubaldo Alifuoco su Vicenza Più del 4 Ottobre

Ubaldo Alifuoco è un mio amico; per qualcuno amico è una parola grossa in politica; non per me, perchè a differenza di chi si guarda sempre le spalle e vive nell'incubo di essere tradito, io mi fido; ed è per questo che in politica ho tanti amici; dall'una e dall'altra parte politica. Per lo stesso motivo ho anche tanti nemici: fa parte del gioco.
Nella vicenda Giglioli, Alifuoco è stato messo in mezzo spesso a sproposito: ma la sua dignita ne esce ancora una volta intatta.
E in questo senso questa intervista mi sembra una bella dimostrazione di stile e di coerenza: sono onorato di accoglierla in questo blog. (F.F.)

INTERVISTA DI LUCA MATTEAZZI su VICENZA PIU'

1- Nella sua lettera di dimissioni, Giglioli tira in ballo anche lei, assieme a Manuela Dal Lago, Maurizio Borra, Marco Zocca. Secondo lei perché Giglioli si è dimesso?

Non l’ho proprio capito. Anzi, ho letto un paio di volte la lettera di dimissioni è francamente non ho capito un gran che. La prosa è incerta e soprattutto riferisce cose non chiare con lo stile delle allusioni e dei sottintesi, che per me sono incomprensibili. La chiarezza non pare essere la caratteristica di quello scritto.


2 - Variati ha pubblicamente detto di averla sondata per la presidenza Aim, senza che lei avesse chiesto nulla. Come sono andate le cose? Sperava in un ruolo nella nuova dirigenza in Aim? Quando le è stato detto che non sarebbe entrato nel cda?

Io ho scelto di concludere la mia esperienza politica istituzionale. E’ una decisione che ho preso un paio di anni fa, come ben sapeva Variati. Di conseguenza non mi sono candidato a nulla. Tra l’altro, avendo io presieduto il tavolo di coordinamento tra DS e Margherita per la fondazione del Partito Democratico, mi ero impegnato a non candidarmi. E io rispetto gli impegni. Quindi, se Variati ha ricordato che io non ho chiesto nulla ha solo detto la verità. E quindi il tormentone sulle nomine in AIM mi ha coinvolto mio malgrado.

3 - A questo proposito, in un'intervista alla Domenica di Vicenza del maggio scorso, lei ha detto che avrebbe accettato l’incarico a patto di potersi rapportarsi direttamente con il sindaco, mentre allora era ancora assessore con delega ad Aim Gianni Giglioli, che lei attaccò con queste parole: "chiunque ha consigliato determinate operazioni, poi portate avanti dal cda, ha suggerito cose che hanno poi prodotto il disastro di Aim". Quali operazioni, di preciso? Quali sono i suoi rapporti con Giglioli?

I rapporti personali non c’entrano nulla. Nell’intervista a La Domenica di Vicenza ho parlato per ipotesi. Ho detto che avrei anche potuto accettare (rivedendo il mio progetto di vita che non prevedeva certo l’AIM) con la garanzia di poter voltare pagina veramente e di fare chiarezza e pulizia nella gestione di AIM. Ciò, ovviamente, con un gruppo di professionisti vicentini, seri e competenti motivati solo dalla sfida del rilancio di AIM a favore dei cittadini di Vicenza e dei lavoratori dell’Azienda.



4 - Giglioli sostiene di aver contribuito, come consulente di Aim, a far affondare il piano riguardante il settore del gas presentato dall’altro advisor Maurizio Borra. Lei cosa pensa di quel piano? Era una vera e propria svendita del settore gas ai privati locali?

Quel piano non fu mai esaminato dal Consiglio comunale e non ci fu nemmeno consegnato. Lei se lo faccia dare e poi lo esamineremo insieme per dare un giudizio scevro da pregiudizi ed illazioni. Se si trattava di fondare una società tra pubblico e privati per abbassare i prezzi di acquisto del gas, poteva essere una proposta intelligente. I cittadini debbono sapere, ad esempio, che acquistare un milione di mc di gas sul mercato internazionale, invece che i 250 milioni di mc di gas che oggi acquista AIM, significa spuntare un prezzo più favorevole e quindi far risparmiare l’Azienda e, alla fine, i cittadini. Se AIM mantenesse il controllo societario (51% delle azioni), la cosa porterebbe vantaggi a tutti. Quindi non vedo proprio dove sia lo scandalo.


5 - Sempre secondo Giglioli, lei frequentava l’autore di quel progetto, l’avvocato Borra. È vero? Quali sono i suoi rapporti con lui? Lo frequenta o lo ha frequentato? Cosa pensa di lui?

Per pietà cristiana lasciamo perdere le frequentazioni di chi ha posto la domanda. Da parte mia frequento chi voglio e non devo rendere conto a nessuno, se si tratta di persone per bene, circa gli orientamenti politici. Secondo lei la gente dovrebbe frequentarsi solo in base alle comuni opzioni politiche? Questa è evidentemente una stupidaggine. Considero l’avv. Maurizio Borra una persona seria e dotata di quella competenza e visione etica che non è diffusa negli ambienti della politica. Non è mica detto che chi ha la tessera di Forza Italia non sia una persona seria. Anche qui vale la regola che dicevo prima, se qualcuno ha fatti concreti che possano far pensare il contrario, lo dica apertamente o si rivolga alla Procura.


6 – In questi anni lei ha prodotto una grande mole di dati e osservazioni molto critiche della gestione dell'ex cda di Aim. Che fonti aveva? E non trova che i conti in rosso rispecchino lo sviluppo di un'azienda che ha investito e si è ingrandita, seppur con degli errori?

Le mie fonti erano e sono i bilanci che, ovviamente, bisogna saper leggere bene. Nel corso di questi anni abbiamo assistito ad un progressivo scivolamento di AIM da una situazione di forza a condizioni pietose. Indebitamento, calo del fatturato e degli utili, pagamento di altissimi oneri bancari, investimenti sbagliati, ecc. sono ormai chiaramente esposti davanti alla città. Confrontando la mole di documenti che ho prodotto in questi anni (molti dei quali con il collega Marino Quarsimin), le interrogazioni, le preoccupazioni per la piega data alla gestione di AIM, si constata che si è trattato di un disastro annunciato (questo indipendentemente dai risvolti di carattere penale). Già nel 2001 scrissi un fascicolo intitolato: “AIM ALLO SBANDO”.

Ora si conferma che avevamo ragione da vendere, e se ci fosse un minimo di onestà intellettuale in alcuni ambienti della politica, si dovrebbe riconoscere che se si fossero ascoltate le nostre critiche e i nostri suggerimenti si sarebbe potuto intervenire prima ed evitare i danni. Invece oggi è in atto uno sporco gioco per capovolgere le parti e far passare quelli che in questi anni hanno denunciato errori e malgoverno in AIM come i responsabili. Oppure per mettere tutti sullo stesso piano: “Chi ha avuto ha avuto chi ha dato a dato, scurdammoce o passato … “, come si canta a Napoli.

Questo comportamento è vergognoso. Così come è vergognoso che alle precise critiche da svolte da me e Quaresimin, con una massa di dati di supporto, si risponda con calunnie, illazioni, frasi anonime, ecc. Uomini senza volto e senza coraggio raccolgono pettegolezzi nella discarica del gossip politico. Cercano di livellare tutto nel tritacarne al fine di poter confondere le responsabilità individuali. A questo gioco sporco voi giornalisti non dovreste prestarvi perché avete seguito per anni le vicende e conoscete le numerose denuncie che pochi di noi hanno ripetutamente presentate al Consiglio comunale.

7 - La lettera di Giglioli abbozza uno scenario politico di cui si è parlato spesso nei mesi scorsi, e cioè questo: c’era, in città, l’idea di un’intesa tra il Partito Democratico, la Lega vicina a Manuela Dal Lago, i centristi e una parte di Forza Italia. Un disegno guardato con favore dai vecchi vertici dell’Associazione industriali. Cosa c’è di vero?

Farneticazioni.


8 - Lei ha sostenuto un accordo politico, da vari anni a questa parte, con Lega e centristi, sempre che Manuela Dal Lago fosse stata candidata sindaco, stimandola quale esempio di amministratore riformista. Accordo bocciato dal suo partito, che con Variati ha scelto di presentarsi da solo. Secondo lei l’ipotesi di un accordo con Manuela Dal Lago è ancora una prospettiva valida?

Nella discussione pre-elettorale il PD non ha mai esaminato un progetto del genere. Anche qui si stravolge un ragionamento ben diverso. Alcuni di noi hanno sostenuto che bisognasse tentare di spaccare il fronte del centro-destra il quale, se fosse rimasto compatto, avrebbe sicuramente vinto. Per ottenere quel risultato bisognava incoraggiare la formazione di una o più liste civiche nell’ambito appunto del centro-destra. Al secondo turno, si sarebbe così potuto cercare un accordo volto a sconfiggere il candidato della destra. In qualche modo, è avvenuto qualcosa del genere anche senza accordi. Infatti, un bel pezzo dell’elettorato di centro-destra (oltre 15.000 voti) non è andato a votare al ballottaggio. E questo ha favorito il candidato del PD. Se non si è capito questo, non si è capito un bel nulla di ciò che è avvenuto a Vicenza.


9 - Sono noti i buoni rapporti personali con l'ex presidente della Provincia. Deve alla Dal Lago il suo posto all'Ufficio Europa Balcanica?

Anche questa l’ha raccolta nella spazzatura del gossip politico? La storia dello Sportello Area Balcanica nasce molto più lontano nel tempo e con altri protagonisti. E’ una storia di cui vado fiero perché mi ha portato, già dal 1991, su tutti i fronti di guerra dei Balcani con più di quaranta missioni umanitarie durante la guerra. Ho partecipato a progetti dell’Unione Europea e del Governo Italiano volti a riportare pace tra i belligeranti e opportunità di cooperazione. La persona con cui l’idea è decollata è stata Danilo Longhi, un vecchio amico scomparso che fu presidente della Camera di Commercio e di Unioncamere. La Provincia aderì allo Sportello già a metà degli anni novanta.


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