Achille Variati e Bruna De Zan a Sant'Andrea in occasione della campagna elettorale
Il sindaco Achille Variati a tutto campo: «Vorrei tornare a una dimensione etica dell’amministrare una città, e lasciarci alle spalle la Vicenza dei veleni»
di Gian Marco Mancassola dal Giornale di Vicenza del 19/10/2008
Lo hanno chiamato in tanti modi: sindaco sceriffo, per il pugno di ferro sulla sicurezza, sindaco del marciapiede, per la campagna di manutenzioni stradali, e sindaco Masaniello, per la ribellione contro lo stop del Consiglio di Stato al referendum sul Dal Molin. Qualche volta lo hanno chiamato anche sindaco per caso, per quella inattesa manciata di voti con cui ha vinto le elezioni di aprile. A fine ottobre Achille Variati attraverserà la linea dei primi sei mesi a palazzo Trissino: un decimo del mandato si è già consumato, fra i clamori della base Usa, il cambio della guardia in Aim, le fragorose uscite di scena di due assessori, le ordinanze della tolleranza zero. Non c'è stato tempo per annoiarsi. E dopo giorni di incessante polemica su tutti i fronti, su un pizzino si è annotato un promemoria per non lasciarsi scappare un paio di idee a cui tiene molto:
«Vorrei tornare - dice - a una dimensione etica nell'amministrare una città, per lasciarci alle spalle la Vicenza dei veleni. Noto una progressiva diminuzione dei valori, che rappresenta un problema di cui un sindaco deve farsi carico. Abbiamo davanti giorni difficili per la crisi economica: i valori assumono un significato particolare».
Scusi sindaco, noi giornalisti saremo anche una categoria di dietrologi di professione, ma questo, oltre a essere un proposito per il futuro, è anche un messaggio diretto a qualcuno in particolare?Che questa sia una città in cui abbiamo assistitito a una gara dei veleni è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo combattere questa Vicenza in cui si fa notizia parlando male di tizio e caio, dobbiamo disintossicarci e riportare la trasparenza. Ci sono due grandi questioni, Aim e il Dal Molin, molto diverse tra loro, ma accomunate da una gestione all'insegna della scarsa trasparenza. Io sto cercando di invertire questa rotta, di voltare pagina. Se mi chiedessero di installare un microfono nel mio studio, collegato a un altoparlante in piazza per far ascoltare a tutti i vicentini ogni mia conversazione, lo farei. Siamo prossimi al primo semestre di governo. Com'è andata finora? Sono stati mesi difficili, perché ho ricevuto un'eredità pesante, nelle cose di tutti i giorni, nei conti del bilancio, nelle relazioni. Ho avuto anche qualche sfortuna. Ma oltre all'ordinaria amministrazione, mi sono dovuto occupare anche di alcuni nodi pesanti, che non ho potuto spostare più in là nel tempo.
L'opposizione le rimprovera di guidare una giunta poco produttiva: il basso numero di delibere si riflette anche sui ritmi blandi del consiglio comunale. È vero che lavorate così poco come dicono?
La moda di misurare l'attività amministrativa con il numero delle delibere approvate non mi interessa: potrei far votare decine di deliberette, cosa cambierebbe? Queste statistiche non valgono nulla. Forse a qualcuno sfugge che in questi mesi abbiamo toccato alcuni punti strutturali. Penso di aver dato segnali chiari di come intendo governare Vicenza. Potrei amministrare con metodo spartitorio, oppure in libertà e autonomia, come sto facendo. Potrei dedicarmi solo all'ordinaria amministrazione, oppure dedicarmi alla straordinaria amministrazione. La vicenda di Aim è significativa: l'azienda è uno strumento eccezionale che mi aiuterà a riportare la trasparenza a Vicenza e a trasformare la città sul piano strutturale, grazie a un consiglio di amministrazione in sintonia con il sindaco. Vi sembra poco quanto è stato fatto finora? A me sembra straordinaria amministrazione. Dopo Aim, tocca ad Amcps. I capigruppo di maggioranza hanno dettato la linea: incorporare l'azienda speciale che si occupa del patrimonio comunale all'interno di Aim. È questo il progetto?Arriverò a chiudere la storia della vecchia Amcps così come l'avevamo conosciuta, per trasformarla in un'azienda che gestirà il patrimonio comunale all'interno del gruppo Aim. Perché a Vicenza ci sono le buche nelle strade? Perché non c'è regia, non c'è coordinamento fra enti e aziende: dopo che viene steso l'asfalto, non passano due anni che viene tagliato e rotto per cantieri e scavi che si accavallano. Questo è il caos. Chi è venuto prima non si è occupato di trasformare questa azienda. I dipendenti non abbiano paura: darò loro un futuro professionale di alto livello.
Altra critica del centrodestra: Variati e la sua maggioranza sono assorbiti, per non dire travolti, dal caso Dal Molin. Perché questa telenovela ha assunto proporzioni così imponenti nei primi cento giorni della nuova amministrazione?
Spesso penso a cosa accadrebbe se un giorno lontano, quando forse noi non ci saremo più, gli americani dovessero lasciare Vicenza. L'abbandono della caserma Ederle rappresenterebbe un problema? No, perché si inserisce in un contesto urbanizzato. Ma se mi lasciano quella ferita profonda al Dal Molin, il problema ci sarebbe, eccome, perché credo che Vicenza sia l'unica città del Nord Italia a godere di una grande area verde a ridosso del centro storico. L'aeroporto è il luogo più sbagliato per costruire la base. Ecco spiegata la mia avversione a quel progetto.La tangenziale nord serve a Vicenza?Non ne sono sicuro. Di certo sono indispensabili il prolungamento di via Aldo Moro e la variante alla strada Pasubio. Costruire una tangenziale in quella che chiamo la “zona dell'acqua" è problematico. Attenzione, però. Ce n'è bisogno se sarà costruita la base Usa. Lo sbocco verso nord a quel punto sarebbe indispensabile. Non si può imporre la costruzione della Ederle 2 utilizzando la viabilità ordinaria esistente, fatta di strade trafficate e inadatte come viale Ferrarin. Per questa ragione non si dovrebbe parlare di compensazione. Non è un regalo ai vicentini. È la condicio sine qua non per costruire la caserma. Deve essere parte integrante del progetto della base.
In mezzo alle tante chiacchiere del dopo 5 ottobre, c'è chi racconta di un sindaco impegnato a ridurre l'impatto e le dimensioni del progetto americano, magari cercando di farlo trasferire in un'altra zona della città, riesumando la vecchia ipotesi dei terreni di via Aldo Moro, accanto a camp Ederle. Non è tardi per battere la strada dei siti alternativi quando i lavori preliminari all'allestimento del cantiere sono già in corso?
Purtroppo ho ereditato questa vicenda nella parte finale del processo. Una cosa è certa, però: da filoamericano farò l'impossibile per evitare che la base venga realizzata in quel sito e si compia un errore storico.
Cosa dovrebbe accadere per indurla a togliersi dal bavero la spilletta dell'amicizia italo-americana?
Dovrebbe venire imposta la ragion di Stato. Ma siamo ancora in tempo perché ciò non avvenga: finora non è stato fatto nulla di irreparabile.
Il nuovo corso nella gestione del caso Dal Molin ha dato la stura agli strali del governatore Giancarlo Galan. Eppure, maliziosi osservatori avevano voluto intravedere una speciale intesa fra Variati e Galan in alcune mosse, come la nomina nel Cda di Aim di un ex candidato nelle liste di appoggio a Lia Sartori. Ci sono queste liaisons dangereuses?
Sono solo fantasie stupide. La Regione è stata matrigna per questa città. Oggi Vicenza può diventare la cerniera del Veneto, capace di tenere insieme una regione che tende a dividersi in poli: Verona da una parte, Venezia, Padova a Treviso dall'altra. Se non ascolterà nemmeno questo consiglio per le ragioni del teatrino della politica, Galan commetterà l'ennesimo errore.
...Finora avete gestito l'eredità ricevuta dalla passata amministrazione. Con il bilancio 2009 avrete la possibilità di imprimere la vostra firma, di indicare la direzione verso cui volete andare. Cosa ci dobbiamo aspettare?
Se il riferimento è al piano delle opere pubbliche, dico subito che le disponibilità economiche concesse dal patto di stabilità sono molto limitate e non danno la possibilità di lasciare il segno. Otto milioni e mezzo di euro sono pochi per programmare manutenzioni e nuove opere. Dobbiamo lavorare con intelligenza e lungimiranza, per cercare nuove risorse. Tenteremo di attingere a fondi europei, come non è mai stato fatto prima. E punteremo sul nuovo piano delle alienazioni. Vendere alla Fondazione Cariverona un bene storico come San Rocco, sapendo che sarà valorizzato, vorrebbe dire fare tombola. Parallelamente continuerà la manutenzione di strade e marciapiedi: abbiamo già eseguito interventi su 45 strade. Non è poco, ma c'è ancora molto da fare, anche se mi rimproverano di essere il sindaco delle piccole opere.
La vecchia giunta ha puntato su alcune grandi opere, come il nuovo teatro. Lei su cosa punta?
Non vado alla ricerca del monumento del sindaco. Però sogno di trasformare le aree del degrado e del pianto, come l'ex Domenichelli, dove vorrei realizzare un grande center culturale e giovanile.Quali sono le urgenze?Temi come l'aeroporto. Indipendentemente dal futuro della base Usa, credo che la società di cui il Comune possiede una quota vada liquidata. Si deve ripartire ex novo, perché così com'è non vedo un futuro. Ma liquidare comporta alcuni problemi, come il pagamento dei debiti. Un'altra urgenza sono la Fiera e il nuovo quartiere fieristico. Senza rinnegare le scelte fatte prima di me, ci sono alcuni aspetti che vorrei approfondire. Ad esempio, gli affitti che la Fiera pagherà all'Immobiliare saranno sufficienti a coprire l'investimento o dovranno intervenire gli enti con risorse proprie?.....
Penso ad esempio all'Associazione Industriali: vogliamo riprendere quel vecchio progetto di utilizzare l'edificio della scuola Giusti ai giardini Salvi? Noi siamo pronti. Guai se se ne dovessero andare anche gli Industriali.
Come si salva il centro storico?Meno sagre e più eventi di grande livello. Il fulcro di questo nuovo corso sarà la Basilica palladiana restaurata. E poi c'è bisogno di meno dimostrazioni. Ma attenzione: come ho detto ai commercianti, non è spostando i cortei di protesta in periferia che si risolvono i problemi, se poi il centro non viene frequentato perché è presidiato dalle forze dell'ordine in assetto anti-sommossa. Da sindaco mi sono impegnato a risolvere queste tensioni strutturalmente. Dobbiamo tornare alla normalità dopo che due anni fa si è registrato un grande difetto di democrazia.
di Gian Marco Mancassola dal Giornale di Vicenza del 19/10/2008
Lo hanno chiamato in tanti modi: sindaco sceriffo, per il pugno di ferro sulla sicurezza, sindaco del marciapiede, per la campagna di manutenzioni stradali, e sindaco Masaniello, per la ribellione contro lo stop del Consiglio di Stato al referendum sul Dal Molin. Qualche volta lo hanno chiamato anche sindaco per caso, per quella inattesa manciata di voti con cui ha vinto le elezioni di aprile. A fine ottobre Achille Variati attraverserà la linea dei primi sei mesi a palazzo Trissino: un decimo del mandato si è già consumato, fra i clamori della base Usa, il cambio della guardia in Aim, le fragorose uscite di scena di due assessori, le ordinanze della tolleranza zero. Non c'è stato tempo per annoiarsi. E dopo giorni di incessante polemica su tutti i fronti, su un pizzino si è annotato un promemoria per non lasciarsi scappare un paio di idee a cui tiene molto:
«Vorrei tornare - dice - a una dimensione etica nell'amministrare una città, per lasciarci alle spalle la Vicenza dei veleni. Noto una progressiva diminuzione dei valori, che rappresenta un problema di cui un sindaco deve farsi carico. Abbiamo davanti giorni difficili per la crisi economica: i valori assumono un significato particolare».
Scusi sindaco, noi giornalisti saremo anche una categoria di dietrologi di professione, ma questo, oltre a essere un proposito per il futuro, è anche un messaggio diretto a qualcuno in particolare?Che questa sia una città in cui abbiamo assistitito a una gara dei veleni è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo combattere questa Vicenza in cui si fa notizia parlando male di tizio e caio, dobbiamo disintossicarci e riportare la trasparenza. Ci sono due grandi questioni, Aim e il Dal Molin, molto diverse tra loro, ma accomunate da una gestione all'insegna della scarsa trasparenza. Io sto cercando di invertire questa rotta, di voltare pagina. Se mi chiedessero di installare un microfono nel mio studio, collegato a un altoparlante in piazza per far ascoltare a tutti i vicentini ogni mia conversazione, lo farei. Siamo prossimi al primo semestre di governo. Com'è andata finora? Sono stati mesi difficili, perché ho ricevuto un'eredità pesante, nelle cose di tutti i giorni, nei conti del bilancio, nelle relazioni. Ho avuto anche qualche sfortuna. Ma oltre all'ordinaria amministrazione, mi sono dovuto occupare anche di alcuni nodi pesanti, che non ho potuto spostare più in là nel tempo.
L'opposizione le rimprovera di guidare una giunta poco produttiva: il basso numero di delibere si riflette anche sui ritmi blandi del consiglio comunale. È vero che lavorate così poco come dicono?
La moda di misurare l'attività amministrativa con il numero delle delibere approvate non mi interessa: potrei far votare decine di deliberette, cosa cambierebbe? Queste statistiche non valgono nulla. Forse a qualcuno sfugge che in questi mesi abbiamo toccato alcuni punti strutturali. Penso di aver dato segnali chiari di come intendo governare Vicenza. Potrei amministrare con metodo spartitorio, oppure in libertà e autonomia, come sto facendo. Potrei dedicarmi solo all'ordinaria amministrazione, oppure dedicarmi alla straordinaria amministrazione. La vicenda di Aim è significativa: l'azienda è uno strumento eccezionale che mi aiuterà a riportare la trasparenza a Vicenza e a trasformare la città sul piano strutturale, grazie a un consiglio di amministrazione in sintonia con il sindaco. Vi sembra poco quanto è stato fatto finora? A me sembra straordinaria amministrazione. Dopo Aim, tocca ad Amcps. I capigruppo di maggioranza hanno dettato la linea: incorporare l'azienda speciale che si occupa del patrimonio comunale all'interno di Aim. È questo il progetto?Arriverò a chiudere la storia della vecchia Amcps così come l'avevamo conosciuta, per trasformarla in un'azienda che gestirà il patrimonio comunale all'interno del gruppo Aim. Perché a Vicenza ci sono le buche nelle strade? Perché non c'è regia, non c'è coordinamento fra enti e aziende: dopo che viene steso l'asfalto, non passano due anni che viene tagliato e rotto per cantieri e scavi che si accavallano. Questo è il caos. Chi è venuto prima non si è occupato di trasformare questa azienda. I dipendenti non abbiano paura: darò loro un futuro professionale di alto livello.
Altra critica del centrodestra: Variati e la sua maggioranza sono assorbiti, per non dire travolti, dal caso Dal Molin. Perché questa telenovela ha assunto proporzioni così imponenti nei primi cento giorni della nuova amministrazione?
Spesso penso a cosa accadrebbe se un giorno lontano, quando forse noi non ci saremo più, gli americani dovessero lasciare Vicenza. L'abbandono della caserma Ederle rappresenterebbe un problema? No, perché si inserisce in un contesto urbanizzato. Ma se mi lasciano quella ferita profonda al Dal Molin, il problema ci sarebbe, eccome, perché credo che Vicenza sia l'unica città del Nord Italia a godere di una grande area verde a ridosso del centro storico. L'aeroporto è il luogo più sbagliato per costruire la base. Ecco spiegata la mia avversione a quel progetto.La tangenziale nord serve a Vicenza?Non ne sono sicuro. Di certo sono indispensabili il prolungamento di via Aldo Moro e la variante alla strada Pasubio. Costruire una tangenziale in quella che chiamo la “zona dell'acqua" è problematico. Attenzione, però. Ce n'è bisogno se sarà costruita la base Usa. Lo sbocco verso nord a quel punto sarebbe indispensabile. Non si può imporre la costruzione della Ederle 2 utilizzando la viabilità ordinaria esistente, fatta di strade trafficate e inadatte come viale Ferrarin. Per questa ragione non si dovrebbe parlare di compensazione. Non è un regalo ai vicentini. È la condicio sine qua non per costruire la caserma. Deve essere parte integrante del progetto della base.
In mezzo alle tante chiacchiere del dopo 5 ottobre, c'è chi racconta di un sindaco impegnato a ridurre l'impatto e le dimensioni del progetto americano, magari cercando di farlo trasferire in un'altra zona della città, riesumando la vecchia ipotesi dei terreni di via Aldo Moro, accanto a camp Ederle. Non è tardi per battere la strada dei siti alternativi quando i lavori preliminari all'allestimento del cantiere sono già in corso?
Purtroppo ho ereditato questa vicenda nella parte finale del processo. Una cosa è certa, però: da filoamericano farò l'impossibile per evitare che la base venga realizzata in quel sito e si compia un errore storico.
Cosa dovrebbe accadere per indurla a togliersi dal bavero la spilletta dell'amicizia italo-americana?
Dovrebbe venire imposta la ragion di Stato. Ma siamo ancora in tempo perché ciò non avvenga: finora non è stato fatto nulla di irreparabile.
Il nuovo corso nella gestione del caso Dal Molin ha dato la stura agli strali del governatore Giancarlo Galan. Eppure, maliziosi osservatori avevano voluto intravedere una speciale intesa fra Variati e Galan in alcune mosse, come la nomina nel Cda di Aim di un ex candidato nelle liste di appoggio a Lia Sartori. Ci sono queste liaisons dangereuses?
Sono solo fantasie stupide. La Regione è stata matrigna per questa città. Oggi Vicenza può diventare la cerniera del Veneto, capace di tenere insieme una regione che tende a dividersi in poli: Verona da una parte, Venezia, Padova a Treviso dall'altra. Se non ascolterà nemmeno questo consiglio per le ragioni del teatrino della politica, Galan commetterà l'ennesimo errore.
...Finora avete gestito l'eredità ricevuta dalla passata amministrazione. Con il bilancio 2009 avrete la possibilità di imprimere la vostra firma, di indicare la direzione verso cui volete andare. Cosa ci dobbiamo aspettare?
Se il riferimento è al piano delle opere pubbliche, dico subito che le disponibilità economiche concesse dal patto di stabilità sono molto limitate e non danno la possibilità di lasciare il segno. Otto milioni e mezzo di euro sono pochi per programmare manutenzioni e nuove opere. Dobbiamo lavorare con intelligenza e lungimiranza, per cercare nuove risorse. Tenteremo di attingere a fondi europei, come non è mai stato fatto prima. E punteremo sul nuovo piano delle alienazioni. Vendere alla Fondazione Cariverona un bene storico come San Rocco, sapendo che sarà valorizzato, vorrebbe dire fare tombola. Parallelamente continuerà la manutenzione di strade e marciapiedi: abbiamo già eseguito interventi su 45 strade. Non è poco, ma c'è ancora molto da fare, anche se mi rimproverano di essere il sindaco delle piccole opere.
La vecchia giunta ha puntato su alcune grandi opere, come il nuovo teatro. Lei su cosa punta?
Non vado alla ricerca del monumento del sindaco. Però sogno di trasformare le aree del degrado e del pianto, come l'ex Domenichelli, dove vorrei realizzare un grande center culturale e giovanile.Quali sono le urgenze?Temi come l'aeroporto. Indipendentemente dal futuro della base Usa, credo che la società di cui il Comune possiede una quota vada liquidata. Si deve ripartire ex novo, perché così com'è non vedo un futuro. Ma liquidare comporta alcuni problemi, come il pagamento dei debiti. Un'altra urgenza sono la Fiera e il nuovo quartiere fieristico. Senza rinnegare le scelte fatte prima di me, ci sono alcuni aspetti che vorrei approfondire. Ad esempio, gli affitti che la Fiera pagherà all'Immobiliare saranno sufficienti a coprire l'investimento o dovranno intervenire gli enti con risorse proprie?.....
Penso ad esempio all'Associazione Industriali: vogliamo riprendere quel vecchio progetto di utilizzare l'edificio della scuola Giusti ai giardini Salvi? Noi siamo pronti. Guai se se ne dovessero andare anche gli Industriali.
Come si salva il centro storico?Meno sagre e più eventi di grande livello. Il fulcro di questo nuovo corso sarà la Basilica palladiana restaurata. E poi c'è bisogno di meno dimostrazioni. Ma attenzione: come ho detto ai commercianti, non è spostando i cortei di protesta in periferia che si risolvono i problemi, se poi il centro non viene frequentato perché è presidiato dalle forze dell'ordine in assetto anti-sommossa. Da sindaco mi sono impegnato a risolvere queste tensioni strutturalmente. Dobbiamo tornare alla normalità dopo che due anni fa si è registrato un grande difetto di democrazia.
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