mercoledì 22 ottobre 2008

BRUNETTA MON AMOUR

Il ministro Brunetta è una persona che suscita due tipi di reazione: l'ammirata considerazione di tutti coloro i quali pensano che abbia attaccato uno dei bubboni del nostro paese e l'odio dichiarato, unito alla virulenza della satira dei pubblici dipendenti.
Non cadrò nella trappola delle posizioni estreme ma cercherò semplicemente di far capire perchè in realtà il Ministro non stia facendo un buon servizio al paese come pensano i suoi incensatori.
Lavoro da 35 anni nel Pubblico Impiego e conosco bene la realtà dell'INPS e anche quella degli enti locali, sia per avervi lavorato sia per avere svolto attività amministrative che mi hanno messo in contatto con un mondo molto particolare e variegato.
Il dato sulla diminuzione della morbilità è un dato che andrebbe confrontato con un altro elemento, molto più importante e sostanziale: l'indice della produttività.
Ho la certezza che tale indice sia nell'ultimo periodo drasticamente crollato e vediamo perchè:
1- ben difficilmente possono essere presentati criteri oggettivi di valutazione del lavoro di un impiegato pubblico: una persona può rimanere seduta al suo posto di lavoro tutta la mattina e girare le carte, può trovare difficoltà in ogni pratica, può pedissequamente applicare circolari e norme di legge che spesso sono in contrasto fra di loro: in sostanza non fare nulla senza che nessuno possa muovergli rilievo.
2- nei contratti di lavoro sono previste 30 ore per le assemblee nei posti di lavoro; tale plafond di ore veniva, negli anni passati, restituito pressocchè intonso in quanto non venivano convocate assemblee sindacali. Nell'ultimo periodo e dopo la stretta brunettiana c'è stato un notevolissimo incremento nelle ore di assemblea effettuate.
3- si è aperta una delicata stagione di scioperi che sta producendo già i suoi effetti: blocco dei servizi di trasporto, fermo delle merci negli scali ferroviari ed aeroportuali, ritardi nel pagamento delle prestazioni pensionistiche, chiusura degli sportelli anagrafici, ministeriali, previdenziali, disservizi nei servizi sanitari, ecc.
4- il lavoratore pubblico può essere opportunamente stimolato e coinvolto nel lavoro, ma se lo bolliamo con il drastico giudizio di fannullone, tagliamo le sue retribuzioni, giudichiamo disonesto il suo approccio al lavoro, non possiamo più usare l'arma del coinvolgimento e della partecipazione, a meno di non volersi prendere in giro, reciprocamente.
Nelle mie esperienze ho sempre visto che è possibile tirare fuori molto di buono da un lavoratore opportunamente coinvolto; faccio due esempi: il mio Istituto che è stato spesso all'avanguardia sulle dinamiche lavorative attraverso approcci moderni ha ottenuto notevoli risultati. L'INPS è stato tra i primi Istituti ad applicare criteri di lotta all'eccessiva parcellizzazione del lavoro, introducendo la figura dell'operatore unico che provvede a svolgere tutte le funzioni del processo formativo del provvedimento. Non esiste più la figura dell'impiegato tecnico che svolgeva l'unico compito dell'acquisizione al computer dei dati; oggi tutti sono dotati di uno strumento informatico e sono a conoscenza delle procedure. Non esiste più la figura dell'archivista, nè quella del commesso. E questo ha dato modo alle persone di sentirsi veramente partecipi di un processo completo: con risultati importanti.
Il secondo esempio mi viene dalla mia esperienza assessorile: pur svolgendo attività diverse nei settori dello sport, dei gemellaggi e del decentramento, gli impiegati che lavoravano con me venivano coinvolti con una breve riunione di brainstorming che facevamo tutti i lunedi mattina, in tutte le attività svolte. Producevano idee, davano suggerimenti e si sentivano partecipi di finalità comuni. Gli impiegati lavoravano molto ma lo facevano con il sorriso sulle labbra e con la convinzione di far parte di un processo importante.
In sostanza ci sono modi per incrementare la produttività nel pubblico impiego: costano impegno e denaro nella formazione e nella realizzazione, ma hanno una resa certa.
La strada alternativa è quella del dileggio, della contumelia, dei controlli sulle malattie, ma, ne sono certo, è una strada che produce solo disaffezione, scarsa redditività e calo della produttività.







(le vignette sono tratte dal sito del Sole 24 ore)

Federico Formisano

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