venerdì 14 marzo 2008

VICENZA E IL TEATRO


Lunedì 10 c.m. Vicenza ha ritrovato uno dei luoghi più importanti della vita collettiva di una città; e ciò avrebbe dovuto rendere felici tutti i suoi cittadini, indistintamente. La Polis, anticamente, si caratterizzava per alcuni spazi simbolo, il forum, luogo d’incontri e di commerci, il tempio e il teatro, punti di preghiera e di rappresentazioni. Vicenza, per anni, ha perso il teatro, dovendosi accontentare di luoghi succedanei e di tristi quinte di periferia. Ma c’è un dato di fatto sul quale è difficile sorvolare: il Sindaco di Vicenza ha cercato in tutti i modi di personalizzare la realizzazione del manufatto di Via Mazzini, rendendola più un’opera di Enrico Hullweck che il frutto dell’azione di un’Amministrazione Comunale. I manifesti di presentazione che recano la sua firma, la gestione personalizzata degli inviti, l’assenza di un Assessore delegato alla Cultura, e la mancanza di condivisione e di trasparenza sulle scelte globali del luogo, della tipologia del contenitore, delle scelte di gestione, trasferiscono ad un rapporto diretto con il primo cittadino, un atto amministrativo strategico che avrebbe dovuto trovare ampia partecipazione nelle scelte degli operatori culturali, del Consiglio Comunale, dei cittadini tutti. Sappiamo che Hullweck nel bene e nel male ha voluto legare indissolubilmente il suo nome ad un’opera che è stata realizzata, invece, grazie ad importanti sacrifici di tutti i vicentini: le aree d’oro non ci sono, praticamente, più, la Centrale del Latte, costruita dalla lungimiranza di amministratori oculati e attenti non c’è più, il guadagno di un milione di euro all’anno che essa produceva a vantaggio dei conti comunali, nemmeno. In questa identificazione con la sua creatura il dottor Hullweck corre rischi molto elevati Se fra qualche tempo le scelte di fondo sul teatro si dimostreranno errate, le sue responsabilità saranno evidenti a tutti. In Consiglio Comunale i consiglieri del centro sinistra si sono battuti per aprire un confronto su questo tema: chiedevamo un incontro con gli operatori culturali, il sostegno delle categorie economiche, la partecipazione di tutta la città ad una scelta che vincola il futuro per molti e molti anni. Ma niente di tutto questo è avvenuto. Le scelte sono rimaste ristrette a pochissime persone. Sostenevamo che esistono contenitori culturali ispirati ad una polivalenza che potevano fare meglio al caso di Vicenza, portavamo come esempio il Bonlieu della città gemella di Annecy, dove nello stesso sito del teatro, trovano ospitalità biblioteche e videoteche, sale giochi e per la musica per i ragazzi, centri turistici e negozi, ristoranti, bar e uffici di riferimento per gli operatori culturali e sportivi della città: un luogo policentrico vissuto ventiquattro ore al giorno, esattamente il contrario di quel “non luogo” che sarà il Teatro di Vicenza per venti ore al giorno, per duecento giorni all’anno. Adesso comunque, Vicenza ha il suo teatro, o meglio ha il teatro che Enrico Hullweck ha voluto per la città. Il dato culturale importante che questa inaugurazione ha rappresentato rimane, così come rimangono osservazioni e considerazioni che solo il tempo potrà contraddire o confermare..

1 commento:

Anonimo ha detto...

Effettivamente concordo con Federico: il teatro di Vicenza avrebbe dovuto rappresentare una grande opportunità per la città. Ma la mancata consultazione con i cittadini ha fatto sì che l'opera risultasse lontana e poco sentita. La struttura architettonica esterna è pesante e poco accogliente. La nuova Amministrazione dovrà sforzarsi di utilizzare al meglio questo contenitore facendo sì che divenga veramente di tutti i cittadini.